Le Navi di Cattolica: un progetto Futurista ed un futuristico progetto al passo con i tempi.

2002 – PH Dorigo Vanzolini pantramonto – per gentile concessione dell'Acquario marino Le Navi


1935 – accesso alla nave di levante – per gentile concessione dell'Acquario marino Le Navi




di Chiara Di Salvo


In Emilia Romagna, a Cattolica, si trova una delle poche opere d'architettura italiana di ispirazione futurista. Dalle forme allungate che richiamano una flotta navale, “Le Navi” (questo il nome odierno) si presentano come una struttura originariamente concepita come colonia marina per ospitare i figli degli italiani residenti all'estero.
All’inizio degli anni ’30 la Fondazione “Figli del Littorio”, attraverso la Direzione Generale dei “Figli degli Italiani all’Estero”, commissiona all’architetto romano Clemente Busiri Vici il progetto di una colonia marina da edificarsi a nord ovest di Cattolica.
Il progetto, realizzato in soli nove mesi (inaugurato alla presenza del capo del Governo Benito Mussolini il 28 giugno 1934), prevede cinque edifici ispirati alla morfologia aereonavale, ovvero al mondo delle navi, degli aerei, degli idrovolanti, delle littorine e dei sommergibili lasciando gli spettatori entusiasti e stupefatti.
« Nel contesto del dibattito culturale e architettonico nazionale ed internazionale di quegli anni, è agevole cogliere nelle “Navi” elementi formali innovatori che le avvicinano al Futurismo italiano: in esse infatti sono evidenti una intensa carica simbolica legata al mito modernista della “macchina” e una forte suggestione emotiva e psicologica affidata anche all’utilizzo espressionista del cemento armato » (C.fr. D.Fabbri, “Abbiamo fatto 13? Anni di idee, progetti, cantieri, lavori che hanno cambiato l'aspetto e l'uso della città di Cattolica”, Fano, Grapho 5, 2003).
Il successo del progetto fu tale, che a distanza di pochi mesi dall'apertura della colonia, venne stilato un progetto del suo ampliamento, sempre a firma Busiri Vici, in cui i riferimenti navali permangono, anche se più sfumati, nei due siluri a monte, nella ristrutturata chiesetta-bunker e nell’edificio adibito a corpo di guardia. Fu così che tra il 1935 ed il 1943 la Colonia Marina “XXVIII Ottobre” si configurava come un centro autosufficiente, dotato di una propria fattoria (tutt’ora esistente), in grado di ospitare circa duemila “marinaretti” inquadrati in maniera quasi militare.
Il primo vero cambiamento avviene nel 1944 quando, durante il passaggio del Fronte, la colonia viene adibita ad ospedale militare. Durante la seconda Guerra Mondiale la colonia si trasforma in ospedale militare ma già nell'immediato dopoguerra riacquista la sua funzionalità, mutando nome in “Colonia Marina G. De Michelis”. Gli anni del “boom” economico sanciscono la sua fine: la società Maraldi di Cesena progetta una lottizzazione intensiva del complesso e nel 1963, sciolto il vincolo urbanistico sull'area delle Navi, viene approvato il piano di lottizzazione dell'itera area che porta alla demolizione una parte degli edifici per dare spazio ad alberghi e appartamenti, dimezzando l'originaria superficie.
Verso la metà degli anni ’70 il complesso passa all’attuale proprietario, la Regione Emilia Romagna che ne affida la gestione al Comune di Cattolica che, senza stravolgerne la natura, procede ad un primo recupero dell’intero complesso destinandolo a “Centro Internazionale Giovani Le Navi”, polo studentesco di vacanza per giovani provenienti da tutta Europa, stringendo accordi congiunti con i Comuni di Bologna, Modena e Cattolica, la cui gestione dal 1993 al 1997 è affidata alla Cooperativa LE NAVI di Cattolica.
La rocambolesca storia di questi edifici giunge al termine nel 1993 quando il Comune predispone una serie di studi e progetti per la trasformazione del complesso in un centro multifunzionale con specifiche caratteristiche didattiche-culturali-ricreative: nasce, tra il 1997 e il 2000, il Parco Tematico del Mare, inaugurato ed aperto al pubblico dopo soli undici mesi di lavori.
Seguito dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici, l'attento restauro conservativo ha riportato al suo antico splendore gli edifici e ha valorizzato tutta l’area, ricca di storia e tradizioni marinare.
Il restauro ha così dato la possibilità di creare un'importante attrazione turistico/culturale della città e di recuperare un progetto architettonico di grande valore. Infatti, una delle direttrici del restauro è stata quella dell’elaborazione di un’opera concettualmente unitaria, nel rispetto conservativo delle strutture preesistenti progettate nel 1932 da Clemente Busiri Vici ma che fosse contemporaneamente aperta alla libera fruizione potendosi configurare, anche grazie alla sua posizione, come un vero e proprio parco urbano integrato alla città.
« Nel cambio di destinazione d’uso, tutti gli interventi di maggior impatto del nuovo progetto, quali il sistema dei percorsi di collegamento tra i singoli edifici e gli imponenti impianti di filtraggio dell’acqua marina e di acquacoltura, sono stati realizzati sotto la superficie, e precisamente alla quota di –4.7 metri rispetto al livello del mare. Gli unici oggetti nuovi che, con grande discrezione, sono stati poggiati sulla superficie del Parco, sono dei moduli di struttura metallica di modeste dimensioni. Tre di questi, vuoti e leggeri, funzionano come punti di informazione; gli altri tre, con le loro diverse colorazioni (celeste, giallo, rosso) indicano dall’esterno i punti in cui i tre principali percorsi sotterranei incontrano le quattro navi destinate ai laboratori tematici del Parco del mare; laboratori deputati alla conoscenza dell’habitat sommerso nella sua evoluzione dalle origini ai giorni nostri » (C.fr. www.acquariodicattolica.it ).
Oggi l'Acquario si estende su un’area di 110 mila metri quadrati, affacciata sul mare e perfettamente integrata nel tessuto urbano di Cattolica.
Un momento importante per grandi e piccini.

3 تعليقات

  1. I miei complimenti per l'articolo alla Sig.ra Di Salvo.
    Sebastiano Busiri Vici

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  2. per pura e semplice curiosità ci sarebbe da aggiungere che dal mese di settembre 1950 al dicembre dello stesso anno nel complesso delle navi sono stati trasferiti i ragazzi provenienti dal collegio di Cortona che chiudeva. I ragazzi hanno altresì frequentato le scuole di Cattolica dove io personalmente insieme ad altri ragazzi ho frequentato il primo trimestre della IV elementare. Poi successivamente i ragazzi, non ricordo se tutti o una parte sono stati trasferiti alla Casa dell'orfano (che in seguito si chiamerà Villaggio del Fanciullo) a Vergiate in provincia di Varese, istituto fondato e diretto dal Padre Oreste Cerri. Scusate se ho aggiunto queste notizie. Vincenzo Calindro.

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  3. per una più completa descrizione del complesso delle navi vorrei segnalare che dal mese di settembre del 1950 il complesso è stato utilizzato anche come sede del collegio dei ragazzi provenienti da Cortona dove il locale collegio veniva chiuso. Io personalmente vi sono rimasto fino a dicembre dello stesso anno, e penso anche gli altri ragazzi. Infatti sono stato accompagnato al mio paese in Calabria da un appartenente alla polizia e successivamente nel mese di marzo del 1951 sono stato inviato dalle autorità che gestivano gli orfani di guerra a Vergiate in provincia di Varese dove oerava la Casa dell'Orfano, diventata poi Villaggio del fanciullo che era stao fondata e diretta dal Padre Oreste Cerri. A Cattolica noi ragazzi abbiamo frequentato il primo trimestre ( io personanalmente la quarta elementare) nella scuola comunale dove ogni giorno venivamo accompagnati. Spero che quanto comunicato possa essere utile per una completa informazione sull'uso del complesso delle navi. Mi scuso per la prolissità e invio cordiali saluti.

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