Il futuro dei libri


di Patrizia Lùperi

Molti si interrogano sul futuro dei libri in questa società fortemente flessibile e multiprospettica.

Robert Darnton, direttore della Biblioteca di Harvard, nella sua raccolta di saggi "Il futuro del libro" (Adelphi 2011) ci rassicura: la maggior parte della popolazione americana legge gli e-book con una frequenza maggiore rispetto ai prodotti tradizionali cartacei, ma questo fenomeno non ha una valenza negativa, anzi sembra che la pratica stessa della lettura sia in aumento, investendo anche livelli sociali un tempo lontani dalle librerie e soprattutto dalle biblioteche.

Il processo di democratizzazione scaturito dalla nascita e dalla successiva diffusione di Internet va avanti: Darnton insieme ad un gruppo di amici sta cercando di creare la "Biblioteca digitale pubblica degli Stati Uniti", per rendere fruibile il patrimonio americano a tutta la popolazione mondiale. Un consorzio di biblioteche renderà possibile lo sviluppo di questa grandioso disegno.

Dunque digitalizzare per democratizzare... e il Progetto francese Gallica ci insegna come le due strade maestre, quella cartacea e quella digitale, possano rinforzarsi reciprocamente, creando occasioni di confronto e di crescita sia per i ricercatori più raffinati che per i giovani studenti inesperti.

Appare ormai un dato acquisito dagli studi specifici e dai contributi più recenti che la lettura sia un perno fondamentale della formazione umana, nel suo più ampio valore formativo ai molteplici saperi che oggi il mondo contemporaneo ci offre.


6 تعليقات

  1. Inchiostro in evoluzione

    Quasi tre secoli fa un famoso chimico di nome Lavoisier pronunciò la famigerata frase « Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. » Un concetto interessante, che ha ispirato le più grandi menti della storia e della scienza. Un’affermazione che ancora oggi risulta in qualche modo all’avanguardia, stranamente appropriata per i tempi che corrono. E poiché io credo fermamente che tutto ciò che ci circonda non è destinato a soccombere ma semplicemente a cambiare, penso che questa frase sia legittimamente applicabile, se pur lontano dal mondo scientifico, anche al campo dei libri. Dopo millenni di stabilità all’interno di familiari e graziose forme rilegate anche per i libri è giunta l’ora dell’evoluzione. Un cambiamento tanto atteso e in un certo senso tanto temuto da una generazione che si trova a cavallo tra la tradizione e l’innovazione. Ma quali strade percorrerà il libro? Quale supporto sceglierà per questo futuro che di certo non si fonda sull’inchiostro?!? Di certo l’evoluzione digitale non si curerà di quanti resteranno indietro a sognare l’odore della carta stampata, come di certo non se ne curò l’introduzione della stampa, che mise a tacere i preziosissimi libri miniati… ma cosa possiamo farci? Il cambiamento spaventa sempre si sa, e adattarsi alle nuove tecnologie non è sempre facile per tutti….i lettori più legati alla tradizione vedono negli e-book dei nemici da abbattere, oggetti inanimati che esprimono solo il riflesso di una nuova generazione informatizzata. Ma bisogna essere obiettivi, al di la di quanto possa essere bello tenere un volume tra le mani, c’è da considerare la comodità e la più facile diffusione di un libro elettronico. Robert Darnton è riuscito recentemente ad affermare un certo incremento dei lettori grazie all’introduzione dei libri digitali, tanto da voler creare una vera e propria biblioteca digitale pubblica. Progetto bellissimo e sicuramente realizzabile….in America! Ed in Francia, il portale Gallica si accinge ad essere promotore di questa nuova rivoluzione libraria. Ma qui? In questo paese stiamo ancora insegnando alle persone ad accendere il computer! Mi sembra abbastanza inopportuno dichiarare che stiamo “evolvendo”. Ma se comunque non possiamo ancora pretendere l’imporsi di un simile cambiamento, potremmo in ogni caso provare a migliorare, a far vedere l’innovazione non come un mondo ostile destinato a pochi eletti, ma come un mondo di nuove possibilità. Un mondo accessibile, veloce, in cui la conoscenza è alla portata di tutti. Certo la strada è ancora lunga e tortuosa… ma piano piano, ci arriveremo anche noi. E per consolare chi crede che il futuro del libro sia segnato dalla trasformazione in bit, non credo che il digitale soppianterà mai del tutto il cartaceo…ma se dovesse mai accadere credo che chi avrà davvero voglia di leggere lo farà indipendentemente dalla forma del libro, anche solo per il piacere di farlo…In ogni caso è meglio tranquillizzarsi…non è ancora arrivato il tempo di rimpiangere l’amato foglio di carta!!

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  2. Digitalizzare per democratizzare sembra diventare sempre più anche una realtà italiana.
    L‘ impulso verso questa realtà arriva da Bologna , culla del sapere grazie all’ università più antica del mondo, da qui parte il cammino verso il futuro dando vita ad una biblioteca telematica di inestimabile valore.
    Per ora sono 300 i testi digitalizzati ma in un anno saranno 15.000 e si ritiene potenzialmente possibile raggiungere la cifra di 10 milioni di volumi consultabili e sfogliabili in tutto il mondo.
    Tutto questo sarà possibile grazie ad un progetto nell’ ambito di Genus Bononiae, il percorso storico e museale di recupero di edifici del centro storico della città di Bologna , ideato dalla Fondazione Carisbo.
    Genus Bononiae Network ha già scansionato pezzi rarissimi come le prime edizioni di Pascoli Carducci o il trattato di chirurgia del Tagliacozzi del 1597.
    Si tratta di un’ operazione partita dalla biblioteca di san Giorgio in Poggiale , importante realtà inagurata due anni fa , e da cui provengono le prime opere digitalizzato.
    Così concepito, il progetto ha margini di crescita e sviluppo straordinari, al fine di rivoluzionare il modo di leggere, di ascoltare musica, di studiare, di fare ricerca e di approfondire le proprie conoscenze attraverso il web.
    Genus Bononiae Network porterà la globalizzazione culturale a livelli d’eccellenza mostrando al mondo un intero il patrimonio storico-culturale .
    …….è evidente che il futuro nasce dal mondo delle biblioteche!

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  3. io continuo a preferire i libri cartacei, però sono consapevole che la tendenza è questa. alberto dinucci

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  4. La tematica della digitalizzazione è questione che solleva le più variegate considerazioni come ci testimonia il web anche di recente.
    Per Richard Stallman, il fondatore della Free Software Foundation, i libri digitali rispetto a quelli cartacei impongono alcune limitazioni dovute al tentativo degli editori di mantenere il controllo delle copie vendute. La necessità di doversi identificare prima di procedere all'acquisto e il non poter prestare, né effettuare modifiche a causa dei formati proprietari per via dei sistemi di gestione e dei diritti digitali ovvero in virtù delle protezioni dei DRM (Digital Rights Management) sono certamente due aspetti negativi.
    Del resto, l'editoria digitale per Amazon - per citare un esempio, rappresenta un'importante percentuale del fatturato totale che, sommando la vendita di Kindle (il lettore di libri elettronici) a quella di ebook per il device (il supporto), gli analisti stimano intorno al 10%.
    E proprio il formato Kindle viene citato da Stallman per le sue varie limitazioni: la licenza di utilizzo, il prestito condizionato, l'acquisto non anonimo, il formato legato ad uno standard proprietario che lo lega all'utilizzo di un software specifico e la copia bloccata da misure DRM; inoltre, anche il fatto di poter essere cancellato direttamente dall'e-reader dell'utente - come è accaduto nel 2009 con migliaia di copie di “1984” di George Orwell .
    Kevin Kelly, scrittore americano, sostiene addirittura che i libri tradizionali andranno scomparendo: infatti, con l'affermarsi crescente dei libri digitali, i libri di carta verranno conservati per mantenerne memoria come conferma, secondo lui, la scelta dell'Internet Archive in tal senso.
    Durante l'Editech, il convegno internazionale dell'editoria digitale, svoltosi a Milano al Palazzo delle Stelline in questi giorni, Claudio Leonardi sottolinea “lo strano destino” degli e-book, del fatto che se ne parli da anni senza che essi siano mai riusciti a “decollare”, addirittura la (sua) sensazione è che siano già superati “dalle applicazioni per tablet e cellulare e, forse, dalla stampa on-demand”.
    Al di là delle lecite opinioni di ciascuno, più o meno condivisibili, l'importanza della realtà digitale è innegabile. Si tratta, infatti, di un grande “progetto” che mette a disposizione di tutti un patrimonio immenso da cui poter apprendere continuamente.

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  5. commenti collettivi:

    Valentina continua a vedere la digitalizzazione principalmente come risorsa per la ricerca.
    Per Michele è una grande opportunità di contatti umani.
    Sara vede nella digitalizzazione un'onda che abbatte ogni barriera.
    Mario vede nella digitalizzazione l'abbattimento del "provincialismo".

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  6. io credo che gli e-book troveranno il modo per essere disponibili per tutti. alberto dinucci

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