Nel vicolo II° - La tenerezza




di Natty Patanè


- Eccola -
Ripetè fra se e se Lisa. L'aria fredda giocava tra la sciarpa e il collo. Paula accostò sorridente nello slargo che si apriva all'imbocco del vicolo, la sua "500" brillava di nuovo e cura.
- Ciao -
Proruppe sorridente Lisa sistemando il suo giubbotto nero nel sedile posteriore. Nel movimento il suo volto incontrò il profumo intenso e deciso che si raggomitolava nell'auto quando Paula scendeva per qualche faccenda, si raggomitolava e parlava di lei.
- Dove si va? -
- Adesso bisogna andare al mare -
Rispose perentoria, quasi che fosse un'ineluttabile incombenza
- bisogna passare dal mare il primo giorno dell'anno -
aggiunse con fare solenne e guardò Lisa che continuava a sorridere. Quando la sorprendeva in una delle sue affermazioni decise e ferme, non poteva far altro che ripensare alla sera del concerto, la sera in cui l'aveva conosciuta.
Quella volta la superstrada si snodava tra effluvii marini e la pianura continua di un Salento che sembrava il centro dell'universo. Erano tutti un po' ansiosi di arrivare in tempo per piazzarsi in prima fila sotto il palco. La cava si apriva improvvisa dietro le transenne che delimitavano la zona della biglietteria, un pendio dolce conduceva giù nel profondo, dove un tempo mani ruvide avevano bestemmiato e tirato blocchi e tufi, nel sudore, nella polvere, talvolta nel sangue.
Il palco si ergeva proprio di fronte alla discesa e attendeva il buio.
Tra uno spintone e uno spazio libero erano riusciti ad arrivare a pochi metri. Mentre beveva da un bicchiere di carta Lisa incontrò un profilo infilato in jeans e t-shirt bianca dalle maniche arrotolate, Paula sorrise e cominciò a salutare qualcuno che accompagnava Lisa. Era un sorriso travolgente il suo, le stringeva gli occhi disegnando due fossettine inimmaginabili, sembrava di snetire lo scoppiettio di un camino acceso che arde foglie secche.
Le avevano presentate ed avevano cominciato subito a parlare, di lavoro, di studio, di musica.
- non è facile ma voglio fare un master, una cosa che parla di noprofit, ecologia e quelle cose li. -
Aveva detto ad un tratto con quella capacità unica di smitizzare ogni cosa e renderla semplice.
- bello! -
Rispose la nuova amica quasi rapita.
- io sto finendo lingue, poi chissà... -
Furono improvvisamente interrotte dalle luci che si abbassavano e dalle note che aspettavano già da un po'
- Vedi? Secondo me il mare a capodanno è diverso -
- in che senso? -
- 'cce sacciu! -
Rispose nel suo dialetto forte, scoppiarono all'unisono in una risata che fece concorrenza alle onde che scuotevano gli scogli
- sei sempre uguale! -
E tornò con la mente al concerto e al quasi litigio che Paula aveva avuto con il personale della security che pretendeva di farla scendere da un mezzo traliccio sul quale si era arrampicata, da la, di tanto in tanto, gridava qualcosa a Lisa e agli altri.
Improvvisamente, dopo un attimo di buio risuonarono nelle casse parole conosciute
- Molti mari e fiumi, attraverserò -
Fece solo in tempo ad accorgersi che era finalmente scesa e le stava, alle spalle, cantando, prima che il boato della folla si trasformasse in un unico coro.
Per Lisa lei rimaneva sempre sospesa tra le urla del concerto e l'apparentemente involontaria teneressa della visione del mare.
- Andiamo? -
Disse
- facciamo ancora in tempo per un aperitivo con gli altri, poi devo tornare a casa -
- non ti ha spiata oggi la "nunna Maria" ? -
- come no! Era dietro la porta, chissà che pensa di me, di noi -
- già. Chissà che pensa -
Sussurrò Paula riaccendendo la macchina strizzando gli occhi.
Il mare continuava il suo suono.
Lisa le sfiorò la guancia con il dorso delle dita e la ringranziò.

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