Tutta una vita da vivere... ancora...


La nostra storia collaborativa continua, "Tutta una vita da vivere" va avanti grazie a Carmen...


Strana figura il consulente filosofico, quando parla ti porta in un mondo dove tutti noi abbiamo vissuto ma il filosofo lo percepisce come se fosse un mondo parallelo, i suoi occhi hanno lenti misteriose per vedere e sensi bizzarri per recepire, insieme a lui si fatica a riconoscere le cose che ti circondano. Il filosofo insiste che quasi nulla di ciò che vedi o senti sia vero ma all'alba del giorno dopo ti dirà l'opposto: il mondo è talmente vero che noi non riusciamo a discorrerlo tranne che nella sua vaga illusione dalla quale nasce un solo momento di verità, il resto è buio, tetro e senza senso.

Ema cercava questo mondo, voleva uscire da un'esistenza scialba il cui scopo della vita stava solo nella programmazione di un domani nel quale tutto rimane uguale al giorno appena trascorso, voleva sentire l'esistenza solcare la sua pelle, vincere la lotta angosciosa nella quale ti spinge la sopravvivenza, desiderava calare in sogni tranquilli e giorni da lieti fini, tramonti che si trascinano all'alba e vivere una notte di passione ardente, lunga quanto un anno, provare l'estasi, lasciarsi andare, spostarsi in un mondo parallelo, pur rimanendo salda in questo. Quell’ uomo sta già arrivando, lo sente.

Ema aveva finalmente capito, aspettare un domani migliore è una cosa sciocca, il futuro arriva comunque, non si fa aspettare.


La storia di Carmen finisce qui ma aspettiamo le vostre storie...





12 Commenti

  1. Brava Carmen, la tua narrativa si fonde con la poesia e il risultato è molto soddisfacente.
    Io sono carente d'ispirazione al momento, ma confido di continuare...
    Ariel

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  2. il padre di Ema le fece leggere "Dracula" a soli 13 anni e ora lei coltiva l'ossessione di chi vuole uccidere i vampiri e legge Fred Vargas...

    maliposa

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  3. Anche io come Ariel sto cercando di ritrovare l'ispirazione.
    Leggendo Carmen, sia per quanto riguarda le poesie che nella narrativa, ho notato il ripetersi e il ripresentarsi delle polarità Amore-Morte o ancor di più Solitudine-Amore.
    "...l'esistenza scialba", i giorni che si ripetono l'uno uguale all'altro, il senso di "solitudine estrema" sembra attanagliare Ema, nell'attesa di rinascere in un "domani migliore" con l'uomo che sente che sta per arrivare.

    Sul tema della solitudine mi sono venute in mente due splendide poesie:

    Senza di te tornavo, come ebbro,
    non più capace d'esser solo, a sera
    quando le stanche nuvole dileguano
    nel buio incerto.
    Mille volte son stato così solo
    dacché son vivo, e mille uguali sere
    m'hanno oscurato agli occhi l'erba, i monti
    le campagne, le nuvole.
    Solo nel giorno, e poi dentro il silenzio
    della fatale sera. Ed ora, ebbro,
    torno senza di te, e al mio fianco
    c'è solo l'ombra.
    E mi sarai lontano mille volte,
    e poi, per sempre. Io non so frenare
    quest'angoscia che monta dentro al seno;
    essere solo.
    (Pier Paolo Pasolini)

    Solitudine
    Io sono solo
    Il fiume è grande e canta
    Chi c'è di là?
    Pesto gramigne bruciacchiate.

    Tutte le ore sono uguali
    Per chi cammina
    Senza perché
    Presso l'acqua che canta.

    Non una barca
    Solca i flutti grigi
    Che come giganti placati
    Passano davanti ai miei occhi
    Cantando.

    Nessuno.
    (Attilio Bertolucci)


    Emanuele

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  4. Anch'io come Carmen sono un consulente filosofico. Esploro la mente ma non sono né un medico né uno psicologo. Cerco solo di usare esperienza e risultati dei miei studi per aiutare persone di tutte le età e di qualsiasi grado di cultura (evitando elitarismi inutili) a conoscere meglio se stesse.

    Adriano P.

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  5. aemanuele mi sembra che tu sia pieno di ispirazione, che sai magistralmente camuffare, nascondere e dissimulare
    sei un grande maestro nell'arte di non darti...
    ma vivere è anche rischiare, sbagliare e riprovare, scrivere una tesi, chiudere una lunga parentesi e aprire
    la vita

    vivere è questo e altro

    patrizia

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  6. Mettersi in gioco è la cosa più difficile del mondo.
    Ho passato anni ad aver paura della gente, a non lasciarmi mai andare e quando ho smesso di avere paura mi sono accorta che non c'era nulla da temere se ti fidi del tuo istinto.
    Altrimenti si vive a metà. Sono troppo filantropa, ma mi piace circondarmi di calore di facce amiche e di menti in trepida ebollizione perchè sono come una spugna: assorbo e mi arricchisco. E imparo tanto dagli altri senza dimenticare chi sono. O forse tutti siamo un mix di esperienze intellettuali e basta.

    Ariel

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  7. Yes it's true, it is difficult to risk but what about walking the roads of life taking challenges and possibilities to fully live your life using your heart and forgetting the rest?
    Ester

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  8. a patrizia,
    credo di comprendere il suo "rimprovero",
    ma questo "non darmi" non è frutto di cattiva volontà. Da fuori forse non è facile rendersi conto di quanto un' "esagerata" emotività possa condizionare e bloccare. Sto cercando però, giorno per giorno, di fare passi avanti e non credo di essere lontano dal riuscire a risolvere queste difficoltà (specie per quanto riguarda la mia "famosa" tesi).
    Quanto al vivere... ci sono cose che posso ottenere con le mie sole forze... per altre occorre l'appoggio degli altri e questo non sempre può esserci, anche se vale sicuramente la pena di rischiare e di mettersi in gioco, perché altrimenti, come dice bene Ariel, “si vive solo a metà” .

    Emanuele

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  9. Che saggezza Emanuele! E' una lotta quotidiana per tutti avere a che fare con il prossimo, che sia pure un familiare o un caro amico. Come dice Pirandello indossiamo maschere su maschere, e ci mostriamo sempre diversi da quello che siamo per paura di essere giudicati. La vera forza credo sia affrontare la vita di ogni giorno nel bene e nel male, senza piangersi troppo addosso e cercando di accettare anche le sconfitte con ironia: credo che sdrammatizzare e sorridere a sè stessi e perdonarsi siano ingredienti necessari per vivere senza troppa amarezza. Eppure è così difficile perdonare noi stessi senza cadere nell'autoindulgenza!
    Ariel

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  10. Ema ritornò alle tre e nessuno era in casa.
    Aspetta rumori, passi che verranno, aspetta ancora ma niente... non c'è nessuno che aspetta lei in queste stanze, ecco la pura verità.
    Nei suoi occhi la notte è già arrivata e la fuga le sembra l'unica soluzione.
    Non so che indirizzo ha dato al tassista ma il taxi sembrava conoscere il suo cammino...

    Anna Lou

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  11. Nonostante questo amava la velocità della macchina che correva sulle strade buie illuminate sporadicamente dai lampioni, pensava a lei.
    Pensava alla sua vita, come fosse così vicina alla fine e allo stesso tempo sicura di riuscire a superare questo momento difficile.

    Sara

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  12. Le taxi s'arreta et Ema se laissa porter au hazard des rues...
    L'angoisse se dissipant peut à peu, Ema se laissa emporter par l'ambiance relaxante de l'aube qui se lève.
    Sophie,

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