di Patrizia Lùperi
Bisogna prima o poi ripartire, lasciare alle spalle il tutto e ricominciare... e allora sorgerà spontanea la domanda:
DA DOVE RIPARTIRE?
Voglio quindi iniziare questo nuovo appuntamento annuale nella nostra Terza stanza accogliendo e pubblicando l'appello del Presidente nazionale dell'Associazione Italiana Biblioteche (AIB) Stefano Parise che ci propone di "Ripartire dalla CULTURA",
proponendo cinque
priorità e dieci obiettivi concreti a quanti si candidano a governare
l'Italia.
Con l'AIB, promuovono l'appello altre importanti associazioni italiane, come Italia Nostra e Legambiente, mentre è imminente l'adesione della Conferenza
delle Regioni d'Italia e dell'ANCI.
Nelle prime tre settimane sono state raccolte oltre 4.000 firme
soprattutto fra gli operatori del settore e un numero crescente di
adesioni da parte dei candidati.
Lo sforzo che dobbiamo compiere insieme
è quello di far capire al maggior numero possibile di persone che i temi
indicati NON riguardano solo i bibliotecari o gli altri operatori del
settore ma l'intero paese. Serve quindi un salto di qualità , perché le
prime battute della campagna elettorale lasciano già presagire che alla
cultura sarà riservato uno spazio marginale.
Ricordiamo però le parole di Stefano Parise:
"La cultura è un diritto di tutti ed è un dovere dello Stato
garantirla, è un valore che appartiene alla nostra storia ed è
fondamentale anche nel presente, è parte della nostra identità .
La cultura è una grande ricchezza economica ma soprattutto un fattore
essenziale per una società equa, solidale, libera, aperta: produce
benessere, sviluppa saperi, favorisce l'innovazione e l'inclusione
sociale. L'Italia da anni non ha una strategia di sviluppo e una
politica per la cultura: il nostro paese ha rinunciato a progettare il
futuro e il disinteresse dei governi degli ultimi anni ha solo
mortificato il valore pubblico della cultura.
Questa situazione non è più tollerabile: non sono più accettabili
l'indifferenza, il degrado, la barbarie sociale che subiscono la nostra
comunità e i nostri territori.
Vogliamo che il prossimo Governo si assuma precise responsabilità per
il rilancio della cultura nei programmi per lo sviluppo del Paese.
www.ripartiredallacultura.it:
FIRMA E DIFFONDI!"
In questi giorni gli altri promotori rivolgeranno il medesimo appello
ai loro associati. Le biblioteche possono fare molto per evitare che i
temi che ci stanno a cuore scompaiano dal dibattito pubblico in un
momento così importante per la vita del nostro paese.
Servono almeno
100.000 firme, un'enormità . Però ci dobbiamo provare.
Grazie per l'attenzione, confido nella collaborazione di tutti.
Qui finisce l'appello e vi chiedo: ci vogliamo provare?
Per leggere il testo completo collegatevi a Ripartire dalla cultura
Nella foto: la sezione musicale della Public Library di Amsterdam...
Nella foto: la sezione musicale della Public Library di Amsterdam...
Un paese per riuscire a risollevarsi da momenti di crisi ha bisogno di potenziare le sue conoscenze, presentandosi in un panorama più ampio, all’insegna della competenza e dell’avanguardia ; per cui la sola possibilità è quella di investire sulla cultura , sulla ricerca e sulla formazione intellettuale. Non ho mai condiviso la famosa e famigerata frase “con la cultura non si mangia”. L’Italia è un paese nato dalla cultura per cui la spinta per una sua rinascita deve partire dalla sua stessa forza generatrice. I politici che si candidano per guidare l’Italia devono avere chiaro che il nostro è un paese che ha bisogno della sua istruzione, dei suoi ricercatori e non si può pensare di continuare a restare in piedi stando in bilico tra banche e finanza all’insegna di un capitalismo insensibile e disinteressato dell’istruzione pubblica , i l quale come è stato dimostrato fino ad oggi è destinato a rivelarsi fallimentare fino al collasso della stessa democrazia di un paese. La mancanza di risorse che l'Italia dedica alla sua cultura, accompagna e accelera un decadimento di valori umani. Non ci sarà mai crescita senza competenze e le competenze nascono dalle conoscenze si torna quindi all’idea che senza cultura non ci sarà mai un miglioramento della nostra condizione in primis sociale ed in seguito economica. Quello della cultura, nella sua accezione più ampia dai beni culturali al paesaggio, dalla produzione artistica alle industrie culturali e creative è un settore vitale della nostra società e dell’economia nazionale , come ha dichiarato il Presidente di Federculture, Roberto Grossi. Per questo il Paese non si può più permettere di non intervenire sullo sviluppo della cultura, intendendo per essa non solo il grande patrimonio che ci viene dal passato, ma anche l’istruzione, la diffusione della conoscenza e dei saperi tra le nuove generazioni e come ci ha ricordato il Presidente Napolitano, la cultura della legalità dell’accoglienza, del lavoro e del merito. E’ questo il vero capitale dell’Italia ed è attraverso la sua valorizzazione che possiamo riaprire un ciclo di sviluppo e di benessere.
RispondiEliminaIrene B.
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