L’ultimo segreto di Nietsche

di Gordiano Lupi
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Beppe Iannozzi è scrittore versatile ed enciclopedico, la sua narrativa attraversa molte branche del sapere, spesso fondendosi alla saggistica divulgativa, sconcertando il lettore - ma l’effetto è voluto - che sta cercando soltanto un romanzo da leggere. Iannozzi non fa narrativa da spiaggia, non scrive romanzi di genere, non racconta le gesta intrepide del solito commissario di polizia che vive in luoghi di fantasia, fuma come un turco, beve Marsala e si ciba di manicaretti prelibati. Iannozzi cita Wikipedia e Seneca senza problemi, passando dal popolare al colto, scrive un romanzo filosofico che indaga la follia di Nietsche, ma anche la teoria dell’Eterno Ritorno e il mistero della Sindone, oltre a fornire un sacco di ipotesi suggestive sulla persona di Gesù Cristo. L’ultimo segreto di Nietsche è anche un libro sui misteri di Torino che tanto affascinano Dario Argento e molti maestri del brivido, così come ne restano soggiogati diversi esperti di esoterismo. Iannozzi racconta le trame del maligno, ripercorre le tappe salienti della vita di Vlad Tepes l’Impalatore, meglio noto come Dracula, una delle tante incarnazioni del demonio. Sarebbe lui l’Anticristo nietzschiano? Cristo, invece, sarebbe “un Messia alieno venuto da un mondo più evoluto per insegnarci a cagare e a pisciare” e il Paradiso solo il suo Pianeta d’origine? Lo scriveva Peter Kolosimo nei libri della mia adolescenza, tomi che ho letto e riletto, consumandoli e credendoci come uno sciocco, prima che l’età della ragione mi facesse dire che se dovevo credere a cose improbabili tanto valeva confidare nella religione. Non è terrestre di Kolosimo - coma fa notare l’autore - rappresenta persino Lucifero nei panni di uno scienziato pazzo da fumetto che vuole distruggere l’universo. Romanzo filosofico è una definizione che mi convince per l’opera di Iannozzi, lavoro non di facile lettura, non consigliato per tutti, ma solo per palati fini, per chi non il solito romanzo di genere. “L’idea è il filosofo e il filosofo è un uomo e non può sfuggire alla sua natura di ricercare un’idea migliore, o di migliorare quell’idea che un tempo nutriva”, afferma l’autore. Il Bertrand Russel di Perché non sono cristiano, Ecce Homo scritto a Torino da Nietsche, L’Anticristo, l’Eterno Ritorno, ma anche la dottrina della Chiesa e le parole di Giovanni Paolo II sul diavolo sono alla base di un’opera che cita persino Che Guevara, la canzone di Carlos Puebla, gli avvistamenti UFO e la costruzione della Mole Antonelliana. Per concludere che Nietsche finirà per seguire la sua filosofia e un giorno tornerà a Torino, perché niente finisce davvero, tutto ritorna. Per sempre.
Un libro non commerciale, intriso di contenuti storico – filosofici, che solo un piccolo editore intelligente come Cicorivolta poteva avere il coraggio di pubblicare.

1 Commenti

  1. Grazie infinite, caro Gordiano.
    Hai detto del libro in maniera precisa, impeccabile, senza sbavature.

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