di Gordiano Lupi
Giovanni Schiavone
è nato nel 1983 e ha dedicato quindici anni della sua vita (1998 - 2013) alla
stesura de Il dio osceno, unico
romanzo pubblicato nella sua breve carriera. Dobbiamo dire che si vedono tutti.
Grande cura formale riservata al linguaggio, trama ben strutturata, personaggi
complessi, che vivono e respirano, uomini e donne, non fumetti monodimensionali,
creature capaci di affascinare e coinvolgere. Sarebbe riduttivo confinare Il dio osceno negli angusti scenari
della narrativa di genere, anche se l’autore utilizza tutti gli schemi del
fantasy e del fantastico per rendere accattivante il messaggio filosofico. Il dio osceno è letteratura, nel senso
più ampio del termine, non mera narrativa d’intrattenimento, quindi è
sconsigliato ai consumatori di Volo, Camilleri, Faletti, Veronesi, Nesi, Nove,
Nori… l’elenco sarebbe lunghissimo, quasi interminabile. In breve la trama. Siamo
nel 2027, il protagonista - il giornalista Jean Blaise - vive a Gebal, una
città stato immaginaria, dove è il capo della stampa mondiale. Un giorno
incontra lo scienziato Giona Quetzal, che proviene dal bellicoso pianeta Marte,
colonia terrestre, e gli rivela una terribile notizia. I potenti dei due
pianeti vogliono sterminare l’umanità diffondendo un virus orribile: il male
oscuro, che comincia a mietere vittime partendo da Torino. Non tutto è così
semplice e lineare come sembra, il finale imprevedibile fa capire al lettore
che qualcosa di molto più grande e oscuro minaccia le popolazioni terrestri. Una
sorta di rivelazione divina cambierà la vita di Jean Blaise e lo spingerà a
prendere decisioni senza ritorno.
Il dio osceno
è commistione di generi, ma soprattutto è romanzo filosofico - morale sul senso
della vita e sul ruolo dell’uomo all’interno del complesso gioco del divenire.
Parti oniriche si alternano a pura azione, descrizioni fantastiche lasciano il
posto a un crudo realismo, pensieri di taglio evangelico, persino spirituale,
si danno il cambio con dialoghi filosofici. Un solo appunto: sarebbe stato
meglio spostare la narrazione più avanti nel tempo, perché il 2027 è ormai alle
porte, e certi cambiamenti profetizzati dall’autore sembrano molto improbabili.
Sottigliezze, comunque, perché quel che resta al termine della lettura è la
sensazione di non aver perduto il proprio tempo, come spesso accade con tanta
narrativa italiana contemporanea. Bravo Schiavone e bene la Pequod, piccolo
editore che non delude.
Giovanni Schiavone
Il dio osceno
Italic - Pequod, 2013
Pag. 180 - Euro 16,00
Il dio osceno
Italic - Pequod, 2013
Pag. 180 - Euro 16,00
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