Gordiano Lupi
Sono molti i personaggi
del mondo cinematografico e televisivo che ancora attendono una rivisitazione
storico - critica, ma uno davvero importante e dimenticato era Anton Giulio
Majano, autore colto e brillante che tanto ha contribuito a diffondere l’uso
della televisione nelle nostre case e che ha fatto conoscere - più di tanti
polverosi accademici - la letteratura al nostro popolo. Bene ha fatto Mario
Gerosa - che conosciamo per aver letto e apprezzato i forbiti saggi su Terence
Young, Roger Vadim, James Bond, Ernest B. Schoedsack -, a riportare
l’attenzione sul re degli sceneggiati, un uomo che dai
contemporanei veniva disprezzato e definito in maniera irridente come autore
delle solite majanate. Per fortuna
certi critici dallo sguardo miope sono morti dimenticati, mentre l’autore delle
majanate - che hanno contribuito ad
alfabetizzare l’Italia - oggi viene celebrato come autore meritevole di essere
studiato e analizzato con attenzione
certosina. Ecco, il libro di Gerosa, se mai qualcuno pensasse di organizzare un
seminario su Majano o un corso di specializzazione sullo sceneggiato in Italia
all’interno di una scuola di cinema, sarebbe un testo perfetto. Perché c’è proprio tutto. Il cinema vede Majano
regista di un pugno di pellicole, tra queste spicca la mia preferita Seddok (l’erede di Satana) del 1960, di
cui ho parlato nella Storia del cinema
horror italiano, volume uno. La televisione è il mezzo per eccellenza con
cui si esprime Majano, dal 1954 al 1986, regalandoci opere indimenticabili come
Piccole donne, Capitan Fracassa, L’isola del
tesoro, Delitto e castigo, La cittadella, Il tenente Sheridan (riprendendo la serie ufficiale di Mario Landi -
un altro grande! - per il primo spin-off
a tema donne), Davide Copperfield, La fiera delle vanità , La freccia nera (il lancio di Loretta
Goggi!), … E le stelle stanno a guardare,
Marco Visconti, Castigo, fino al canto del cigno con l’onirico Strada senza uscita. Se la televisione ha fatto cultura lo dobbiamo
anche a lui, in tempi cupi come i nostri che tanto fanno sentire la mancanza di
simili intelligenze - forse ci è rimasto soltanto Pupi Avati - capaci di usare
parole che sembrano antitetiche (ma non lo sono!) come genere e cultura, popolare e letterario. Majano ha lavorato con grandi attori come Alberto Lupo
(il medico della Cittadella), Orso Maria Guerrini, Anna Maria Guarnieri,
Eleonora Giorgi, Mario Maranzana, Lea Padovani, Grazia Maria Spina, Ubaldo Lay,
Giuliana Loyodice, Mita Medici, Roberto Chevalier, Marcello Giannini, Ilaria
Occhini, Giuseppe Pambieri … l’elenco
sarebbe interminabile. Collaboratori fidati come Riz Ortolani e Sandro
Tuminelli, sceneggiature rigorose e rispettose dell’apparato letterario, hanno
contribuito a fare cultura nelle case di un’Italia da ricostruire. Non è
azzardato affermare che molti italiani conoscono Dostoevskij, Dickens,
Stevenson e Cronin (per tacer degli altri) soltanto grazie ai suoi sceneggiati.
Non è mica poco. Il solo difetto del libro di Gerosa è il prezzo - ma non è
colpa dell’autore - perché 20 euro per trecento pagine stampate su carta bianca
uso mano e copertina flessibile senza risvolti è troppo. La colpa è di un’Italia
che legge poco e gli editori commerciali devono pur difendersi con basse
tirature e alti prezzi, se vogliono sopravvivere.
Mario Gerosa
Anton Giulio Majano – Il regista dei due mondiFalsopiano – Pag. 300 – Euro 20
Anton Giulio Majano – Il regista dei due mondiFalsopiano – Pag. 300 – Euro 20
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