di Gordiano Lupi
Edizioni Incontropiede
ha un catalogo straordinario di opere sul calcio, unico editore in Italia a
pubblicare libri sullo sport più popolare del mondo, siano romanzi, raccolte di
racconti o biografia narrative. Adesso esce in libreria - ma cercatelo su
Internet ché per i piccoli editori spesso la libreria resta un sogno - Dimmi chi era Recoba di Enzo Palladini,
giornalista del Corriere dello Sport
e dal 2002 di Premium Sport, che ha
già pubblicato un’interessante guida calcistica di Lisbona e altri volumi a
tema football. Il testo è introdotto da Massimo Paganin che ricorda le giocate
del compagno di squadra paragonandole ai guizzi di un genio incompreso e ai
movimenti di una Play Station. Recoba era genio e sregolatezza, come ogni
campione, dotato di tecnica sopraffina rendeva grande la sua Inter quando era
in forma e aveva voglia di giocare, la faceva precipitare nel baratro quando
attraversava un periodo nero. Gli allenamenti non erano la sua passione, da
buon latinoamericano preferiva il palleggio, lasciando la parte atletica ai
portatori d’acqua, ma era un uruguagio e quindi lottava senza protestare per i
falli subiti, anzi, se poteva, reagiva. La sua fortuna è stata quella di aver
giocato in tempi che potevano prescindere dalla parte atletica, ché nel calcio
di oggi sarebbe impossibile. Chino - questo il suo nomignolo, pronunciato Cino, alla spagnola - è entrato nella
leggenda calcistica, come i Beatles in quella musicale, sembra ammiccare il
titolo ispirato a una stupenda canzone degli Stadio. I problemi del calciatore
sudamericano si chiamano squalifiche, infortuni, incomprensioni con allenatori,
ma resterà in eterno un gioiello di casa Moratti. Il Presidente interista era
il suo primo tifoso, sempre pronto a difenderlo, nonostante il sovrappeso, la
poca forma fisica e la nomea ormai acquisita di fancazzista. Recoba e i suoi gol da centrocampo hanno segnato
un’epoca, sono stati i primi anni Duemila nerazzurri, come il suo modo di
mangiare assurdo, da campione che ignora le regole dietetiche ed è pronto a
tutto, persino a falsificare un passaporto. La leyenda nacional si conclude il 31 marzo del 2016, al Parque
Central di Montevideo, lo stadio del Nacional, nel corso di una serata di
calcio, follia e spettacolo. Proprio come era Recoba. Enzo Palladini ricorda
con passione e competenza la vita e le gesta del campione uruguagio, la sua
esistenza scellerata, in agili capitoli che sembrano tanti racconti calcistici,
aggiungendo tracce in appendice su Paco Casal (il procuratore del Chino),
appunti sugli uruguagi in Italia e annotazioni sentimentali sul cuore del campione.
Postfazione di Arcadio Ghiggia, per concludere che se il Chino si fosse
allenato davvero, come dovrebbero fare i calciatori veri, avrebbe frequentato
l’Olimpo del calcio per molti anni. Non l’ha fatto, anche perché se l’avesse
fatto non sarebbe stato Recoba. Un libro da leggere, se amate del calcio, ancor
più se - come me - siete interisti da tre generazioni.
Enzo Palladini
Dimmi chi era RecobaEdizioni Incontropiede – Euro 14,50 – pag. 130
www.incontropiede.it
Dimmi chi era RecobaEdizioni Incontropiede – Euro 14,50 – pag. 130
www.incontropiede.it
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