Minuetto per chitarra

 



L’importante ĆØ raggiungere la vetta
Berk

I morti sono molto aggressivi. Sono la popolazione piĆ¹ numerosa al mondo
Anton

ƈ con grande orgoglio che recensisco quest’opera di Vitomil Zupan. AldilĆ  dell’indubbio valore letterario, tanto palese che c’ĆØ da chiedersi in quale anfratto distopico stesse cercando l’ennesimo noir islandese la grande editoria, vi ĆØ la personale soddisfazione di constatare come il percorso di Patrizia Raveggi, traduttrice e curatrice dell’ opera, abbia qui uno svolgimento prospero e fecondo. La sua dedizione nei confronti della cultura slovena – cosƬ vicina eppure cosƬ distante da noi – non ĆØ meno sanguigna e ardente di quella che a suo tempo mosse una certa Fernanda Pivano alla scoperta della Beat Generation, rivelandola poi al piccolo e provinciale stivaletto di casa nostra. Lampi di quella corrente, d’altronde, nel Minuetto di Zupan ci sono: flussi di coscienza sgorgano dai ricordi del soldato Berk, alter ego dello stesso autore, che in un saliscendi di sintassi a volte mitragliata, racconta in tempo reale le atrocitĆ  della seconda guerra mondiale. Parallelamente, a distanza di quasi 30 anni, si dipana il confronto fra Berk e l’ ex ufficiale tedesco Joseph Bitter, che, in vacanza a Palma di Maiorca, ci offre la dolorosa disamina di un evento che non puĆ² essere dimenticato nonostante la distanza e il tempo. La storia si svolge in 492 pagine gravide di temi, stili, spunti di riflessione. Carpirli tutti non ĆØ semplice, complice anche una scrittura corposa ma mai ridondante, di certo viva, pulsante, che ha come intento quello di strappare il lettore dalla sua comoda poltrona per farlo precipitare direttamente nella campagna slovena, fra pallottole che volano, ferite purulente, zecche impazzite di sangue come i tedeschi nascosti nella boscaglia. C’ĆØ un lirismo provocatorio, una poetica stridente nel doloroso memoriale di Zupan; lo si evince dal titolo, che allude all’ opera in la minore di Fernando Sol e che aleggia nel romanzo come un motivo spettrale; lo si nota nelle citazioni colte, nelle riflessioni letterarie, veri e propri spasmi che contraggono gli stomaci di Anton e Berk, dispersi dopo l’ ultimo assalto dei tedeschi – Cankar, PreÅ”eren, Župančič, ma anche Machiavelli, Sartre, Celine – solo per citarne alcuni. Fantasmi, o se vogliamo presenze salvifiche che permettono di riconoscersi ancora umani, in virtĆ¹ di una guerra che abbrutisce e abbatte ogni tipo di identitĆ , da quella nazionale a quella culturale. E mentre Berk e i suoi improvvisati compagni di sventura avanzano senza apparente meta, nĆ© con un chiaro scopo nella mente, ecco stagliarsi all’orizzonte altre figure oblique:  le donne, alle quali ĆØ da attribuire la stessa funzione salvifica che esercitano nel libro la musica e la letteratura. Definite a sprazzi, quasi a schizzi, esercitano su Berk un richiamo irresistibile alla vita e al dono della stessa. Ecco quindi che si sgrana totalmente a loro, in una devozione da rosario profano, sia che si tratti di amore etereo, impalpabile, consumato solo nella testa, come accade con la ribattezzata Crudelia (pg. 131-132), o che si sviluppi in rapporti carnali, furiosi, al limite delle fantasie di stupro, come accade con Vesna (pg. 85-86-87) o con Sabina (pg. 396-397) o magari che siano inni alla levitĆ , companatico da condividere, come Meta (pg. 427-428). Come ci ricorda Raveggi nella postfazione, Zupan avrĆ  anche per pagine come queste la scomoda etichetta in patria di scrittore greve, volgare, comunque privo di qualitĆ  morali ed etiche. Ma c’ĆØ molto di piĆ¹ nella narrazione densa e anarchica di Zupan; c’ĆØ un ribollire di emozioni che sgorga tramite la moltitudine di vite vissute dall’autore: maestro di sci, pugile, installatore di parafulmini, ingegnere edile, ma comunque prima di tutto poeta e scrittore. Il merito di Raveggi ĆØ senz’altro quello di aver portato alla luce un autore e un libro cosƬ pregevoli, nel rispetto di una lingua non solo poco frequentata  ma in questo caso sincopata, se non aritmica – spesso al limite dell’ infarto narrativo – . Un plauso infine a Voland per avercelo proposto con l’augurio che questa non sia un’uscita isolata, ma la prima di una serie di libri altrimenti ignoti a un pubblico di lettori assetati di belle storie.

Per chi ama: Addio alle armi, Ernest Hemingway
                     Tempo di uccidere, Ennio Flaiano
                     Viaggio al termine della notte, Louis Ferdinand Celine
                     La nausea, Jean Paul Sartre

Vincenzo Trama

Vitomil Zupan – traduz. di Patrizia Raveggi

Minuetto per chitarra (a venticinque colpi)
Ed. Voland - euro 20 – 516 pagine  


scritto di Veronika Simoniti (scrittrice e critico letterario) 

"La guerra insolita del partigiano Zupan per sentieri incerti e con poca gloria" 
NOVI MATAJUR, 4 settembre 2019., Mihael Obit 

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