Cinema: Montare il repertorio

di Corrado Farina* - fonte bartolomeodimonaco.it

Per un regista, il momento-chiave del processo creativo è quello delle riprese ma il montaggio lo segue a ruota; e poiché sul set gravano spesso problemi (e conseguenti stress) di varia natura, la moviola finisce per essere il luogo in cui mi chiudo con maggiore gioia, perché mi ci trovo in solitudine con il materiale girato.

Forse è per questo che mi piace lavorare con il cosiddetto “repertorio”: si perde il fascino del set, è vero, ma questa perdita viene compensata (almeno per me) dal piacere di un’ars combinatoria che consenta, potenzialmente, di costruire un percorso usando (in tutto o in parte) frammenti di percorsi altrui.

Il materiale di repertorio può essere gestito in molti modi: da quello austero e poetico di Alain Resnais (Notte e nebbia) a quello magmatico e cialtronesco di Ghezzi & Co (”Blob”). Cavalcando da quarant’anni nelle praterie dell’audiovisivo, credo di averli sperimentati un po’ tutti anch’io: ma quello che mi ha dato e mi dà maggiori soddisfazioni è quello che si basa, in tutto o in parte, sull’utilizzo di sequenze di vecchi film.

Poiché in più di un secolo di vita il cinema ha macinato di tutto, è mia opinione che non esista argomento (culturale, istituzionale o promozionale che sia) che non possa essere reso più facile da recepire e più coinvolgente ricorrendo a immagini ormai entrate nella memoria collettiva. La cosa sembra facilissima, e in effetti lo è se ci si limita a estrapolare sequenze in tema e attaccarle una all’altra a colpi di piccone e di vanga (come troppo spesso mi accade di vedere in video che accompagnano mostre o manifestazioni magari per altri versi molto più degne): ma poiché le sequenze di film sono già costruite secondo un’ottica di racconto mi sembra più stimolante cercare di smontarle e rimontarle rispettando il più possibile tutti i codici del linguaggio cinematografico (campi, controcampi, soggettive, dialoghi e via discorrendo).

E’ una sfida molto particolare, che riunisce in una sola persona lo sceneggiatore, il regista e il montatore. Dal piacere di questa sfida nasce un mio percorso che incomincia negli anni Ottanta all’Istituto Luce con i video (ancora privi di colonna sonora) per l’Esposizione Internazionale di Vancouver, passa attraverso i documentari istituzionali per la Presidenza del Consiglio (in Cento di questi anni, del 1994, Vittorio Gassman celebra il centenario del cinema italiano raccontandone la storia agli attori di tutti i tempi e di tutti i Paesi, riuniti per l’occasione nella platea del teatro Argentina di Roma) e le venti puntate realizzate nel 1997 per Rai Educational (utilizzando esclusivamente scene e colonne sonore di film e cinegiornali degli anni Cinquanta), e conduce negli ultimi anni a ri-montaggi non più solo di immagini ma anche di dialoghi.

Così, nel recente Motore!… (realizzato per il Museo del Cinema di Torino in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006), dal materiale dell’Archivio Storico Fiat è nata una cavalcata un po’ demenziale, con Gregory Peck e Ingrid Bergman che sciano al Sestrière e una 1100 che nel corso di una Transafricana incontra Cary Grant, Verushka, Tarzan, Totò e Indiana Jones; e nel recentissimo Cinema… Cin Cin! ho utilizzato per la prima volta anche i dialoghi originali, oltre che le immagini.

Difficile tradurre in parole quello che ho cercato di fare, ma forse un’idea la può dare il seguente frammento di sceneggiatura (desunta a posteriori):

L’uomo si avvicina al letto con una coppa di champagne fra le mani. La donna, a letto, lo guarda con aria languida.
Donna: - Signor Principe… gradisca!
(Sandra Milo e Marcello di Falco in Amarcord, di Federico Fellini)

L’uomo si china sul letto e abbraccia la donna. Allunga una mano a prendere una bottiglia dal secchio del ghiaccio.
Uomo: - Mm… troppo calda!
Donna (dopo un attimo di perplessità, ridendo): - Ah… la bottiglia!
Uomo (alzandosi dal letto e indossando una vestaglia): - Ce n’è un’altra in frigorifero…
Donna (ridacchiando): - E’ necessario?
Uomo: - Figliola… ci sono cose che assolutamente non si fanno… per esempio, bere il Dom Perignon del ‘53 a una temperatura superiore ai 4 gradi centigradi.
(Sean Connery e Shirley Eaton in Agente 007, missione Goldfinger di Guy Hamilton)

L’uomo versa da bere a un gruppo di donne.
Uomo: - Ma che mi avete dato? Questo è troppo caldo! Al di sopra degli 8 gradi lo champagne è camomilla!
Donna:- Scusa, mi dispiace tanto… Se ci avessi pensato avrei messo la bottiglia in frigorifero…
Uomo. - Eppure lo sapevi…!
(Geneviève Page e Catherine Deneuve in Bella di giorno, di Luis Bunuel)

Donna: - Ma io forse ho ancora una bottiglia di champagne… Perché non l’apri mentre mi vesto…?
Uomo (avvicinandosi al frigorifero): - Benissimo ! Non ricordo di aver mai bevuto champagne di prima mattina… Con la prima colazione…
(George Peppard e Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany, di Blake Edwards)

Un altro uomo (un cameriere?) percorre un corridoio d’albergo con un secchio contenente una bottiglia di champagne. Da una porta si sente la voce di prima che conclude:
Voce uomo: - … in molte occasioni, ma mai prima della prima…
Seguendo colui che cammina nel corridoio, ci si avvicina a un’altra porta da cui proviene un’altra voce di uomo.
Voce di uomo: - Tu devi aver conosciuto tanti avvocati…
(Roger Moore in L’uomo dalla pistola d’oro, di Guy Hamilton)

Interno della stanza. Un uomo e una donna che parlano, seduti su un divano.
Donna: -… Io ho conosciuto tanti di tutto!
Suona il campanello della porta. I due si alzano in piedi.
Donna ( un po’ preoccupata): - Che cos’è?
Uomo: - Lo champagne…
Donna: - Oh…
(Julia Roberts e Richard Gere in Pretty Woman, di Garry Marshall)

L’uomo si avvicina alla porta e la spalanca la porta. Entra un’altra donna, con in mano una bottiglia di champagne e un pacchetto di patatine.
Uomo: - Mi scusi, ero al telefono… interurbana. Un mio amico dalla montagna voleva… una pagaia… Oh…ehi…
Donna: - Ho pensato che non fosse carino bere lo champagne in pantaloni… Le dispiace allacciarmi le bretelline?
Uomo: - Eh? Oh… certo!
Mentre l’uomo le passa dietro per sistemarle il vestito, la donna alza le mani a braccio teso.
Donna: - Patatine fritte e champagne!
(Tom Ewell e Marilyn Monroe in Quando la moglie è in vacanza, di Billy Wilder)

L’uomo fa una faccia disgustata e tende alla donna una coppetta di fragole.
Uomo: - Vuoi provare con una fragola?
Donna: - Perché?
Uomo: - Esaltano il gusto dello champagne…
Donna: - Oh, senti… (prende una fragola e la mangia)… Buono!
(Julia Roberts e Richard Gere in Pretty Woman, di Garry Marshall)

L’uomo la rovescia a terra, abbracciandola e baciandola.
- In questo caso… ci servirà altro champagne…
Si alza, lasciando la donna a terra, va al telefono, fa un numero.
- Buona sera… Un Bollinger Grande Année molto fresco, e del caviale per due …
Voce al telefono: - Completo?
Uomo: - Sì, completo!
La donna si è alzata e si sta dirigendo in bagno.
(Daniel Craig in Casino Royale, di Martin Campbell)

Sulla soglia compare un’altra donna, con una bottiglia in mano.
Donna: - Mister Bond!
L’uomo si volta di scatto con la pistola in pugno. Spara senza neppure mirare.
Donna (senza scomporsi): - Ha sbagliato, mister Bond.
Uomo (ironico): - Alzi un po’ il braccio!
La donna tende in alto il braccio che regge la bottiglia. L’uomo spara di nuovo, facendo saltare il tappo da cui sprizza lo champagne…
(Peter Sellers e Jacqueline Bisset in James Bond 007 - Casino Royale, di AA.VV.)

*[Alcuni film dell’autore: “Hanno cambiato faccia”, 1971, “Baba Yaga”, 1973. Gli ultimi romanzi: “Storia di sesso e di fumetto”, Mare nero, 2001, “Dissolvenza incrociata”, Fògola, 2002, “Il calzolaio”, Marco Valerio, 2004, “Il cielo sopra Torino”, Fògola, 2006″]

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