C’era una volta …

di Vincenzo Jacovino



C’era una volta la poesia per i bambini. C’era e c’è ancora ma non ha la cittadinanza di un tempo perché, oggi, i bambini sono sollecitati e attratti dai cartoni animati o dai fumetti. Non è più la parola a far sognare. Non ha più il fascino dei nostri tempi, ora è l’immagine ad accompagnare, guidare e, sovente, condizionare la fantasia dei più piccini. I quali non sono più accarezzati dal linguaggio poetico giocoso e filastroccante ma, nel contempo, tenero e lievemente malinconico. No, oggi non si edulcora il senso dell’universo o il mistero della vita ma si è più diretti e crudi E’ che sappiano, fin dalla più tenera età, cos’è la violenza. E potremmo fare, qui e ora, l’elenco di questi edificanti cartoni, ormai insegnanti e tutori dei nostri bambini lungo gli interminabili pomeriggi. E i genitori dove sono? I nonni, hanno ancora il compito di intrattenere con le loro fascinose fabule? A quanto pare, no.

Non accade, così di frequente, di ricevere volumetti di silloge per bambini ed esserne poi intrigati ma Tommaso Mario Giaracuni con Le vocali sul rigo, edizioni La Valliva, ha lentamente ma pervicacemente coinvolto il fanciullino che è in noi tanto da farsi seguire e risvegliare, in noi, il nostalgico mondo della nostra fanciullezza. Un mondo sconosciuto ai bimbi, è vero, ma ancora esistente. A più riprese si sente una vena aperta, canora, quasi di tono popolare. E’ il tono della mente-cuore, ossia la fantasia unita all’intuizione, alla percezione emotiva.

Giaracuni individua un elemento del quaderno come fonte per avvicinare il piccolo lettore ai colori della parola, al fascino del suo suono tanto da cullarlo con Voci:


Fischia il merlo

zirla il tordo

canta il grillo

ed il passero fa il trillo.

Il colombo sta tubando

ed il gatto fa le fusa

mentre miagola e fa il matto


e sollecitarlo a fantasticare con Sul cocuzzolo di una cima


Sul cocuzzolo di una cima

nella sera vespertina,

tocca, questo paesino,

del cielo un lumicino,

una stellina.


E non sono le uniche, ben altre filastrocche arricchiscono la silloge. Sono versi lievi che percorrono un itinerario tra le righe come a fermare per un attimo il nostro tempo, l’odierno, dove tutto si muove e si consuma rapidamente. Sono versi, specie quelli della seconda parte, soffusi di nostalgia per il tempo che fu, forse immobile come avviene per tutti i nonni del mondo ma sempre fascinosi. Nonni, cullate la fantasia e il cuore dei nipoti con i racconti del bel tempo trascorso e allontanateli dai cartoons, fumetti et similia.

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