Tartan Story

di Maria Stefania Cimino

Quadri, Quadri, Quadri!!! Ma cos’è il "Tartan" ?
Semplice modulo geometrico o peculiarità d’una cultura e specchio di un paese?
Cerchiamo insieme di capire cosa si nasconde dietro quel ‘quadro’.
Come bravi investigatori, al pari del grande Holmes , ricostruiremo la storia del Tartan dagli esordi, alla diffusione planetaria.



Si tratterà del successo di uno stile che scintilla periodicamente sotto i riflettori del glamour invernale o di una fiera tradizione svenduta ai grandi magazzini? Iniziamo col dire che la forza comunicativa del tessuto Tartan è certamente dovuta al folklore che l’avvolge e ne caratterizza l’impiego da centinaia di anni.
Fili e strisce di colore giocano nell' incastro fra ordito e trama, scatenando una geometria distintiva e pregna di significati.

Secondo alcune fonti , pare che "Tartan" possa discendere dalla parola irlandese "Tarsuinn" traducile in "trasversalmente" o anche dalla parola " Tarsna" convertita in " attraverso" dal Gaelico (lingua ufficiale dei paesi d’origine celtica). Ambedue i termini, però, sono in contrapposizione ad un più accreditato
"Tiretaine", mistura tessile francese di Lana e Lino.

Per una serie di assonanze, metteremo per un attimo da parte il francesismo e continueremo l'analisi seguendo l'interpretazione britannica. Scopriremo insieme le origini di questo tessuto, schiudendo una finestra sul giardino di simbolismi in cui il Tartan ha preso a brillare.

La struttura dell' intreccio tessile Tartan viene definita tecnicamente "Armatura Saia - Batavia" e richiama alla vista uno schema diagonale. Una continuità cioè, di micro-dettagli del tessuto che lo percorrono trasversalmente per tutta la sua lunghezza.

E’ lampante a questo punto, il riferimento alla bandiera scozzese , una delle più antiche bandiere al mondo ,nata intorno al IX sec. d.C, che riconosce nella Croce di S’ Andrea – patrono di Scozia- lo stesso principio di diagonale.
E che si tratti di un caso, oppure no,ci basti sapere che il primo “Tartan” risale addirittura al III sec D.C, più di seicento anni prima della sua bandiera!

Stando alla premessa, prima che la confusione prenda il sopravvento, è opportuno anticipare che la lista di interrogativi è assai lunga e fascinosa se pensiamo alla storia del Tartan.

Centinaia di piccole curiosità avrebbero potuto riempire queste pagine se solo non fossi stata schiacciata dal quesito amletico: “Perchè il Tartan è così importante per la Scozia? Che avranno mai questi scacchi di tanto immortale?!

Nessuna chiave dorme in eterno,se interroghiamo il passato.

Non esiste tessuto più antico e familiare del Tartan in grado di raccontare la tradizone della costa Nord atlantica. Il Tartan rappresentava l’ emblema della fierezza ’ e del vigore nazionale, nei cui colori riconoscersi uniti e solidali a dispetto dell'usurpatore.

E’necessario spiegare che l’ Original -Tartan è composto al 100% da lana pettinata scozzese, filata e tessuta nelle Highlands: la regione più famosa della Scozia per le immense brughiere e le frastagliate coste a strapiombo sui Fiordi.

Il tessuto venne originariamente filato in numerose varianti di colori e dimensioni. Era un prodotto autoctono,filato dalle donne e dagli artigiani del luogo ed impiegato nella confezione d'abiti d'uso comune.
Nel XVII sec, nessuna famiglia o Clan sceglieva un prototipo di tartan a cui attenersi o far fede, si trattava solo di consuetudine. La disponibilita' dei filati, spesso identici nell'ambito della stessa famiglia, dei clans o dei singoli centri rurali, ufficializzava la scelta , rendendo quel particolare tartan corrispondende ad una data provenienza del singolo.
Tutto questo, ancor prima che il Tartan conoscesse una reale codificazione.

In altre parole, il Tartan inizio’ ad essere involontariamente identificativo dei singoli distretti e delle citta’ nord scozzesi consacrandosi in questo modo,'Tessuto Militare Ufficiale'.

Ma in “Tempi di Guerra”, gli abiti si fecero sempre meno bizzarri, restando immutati ed in uso quasi esclusivamente nella Scozia settentrionale.
Si pensò, così, di modificare l’abito tradizionale per assecondare i tempi funesti,tralasciando la storica confezione ‘PLAIDE.
Il Plaide indicava una grande parte di tessuto Tartan, cucito appositamente in doppia altezza. Per meta’ veniva arricciata e fasciata in vita e per metà poggiata sulla spalla sinistra , tendendo saldo il drappo con una spilla( dal gaelico il nostro attuale "Plaid" inteso come "coperta").
In seguito, anche per motivi bellici,il Plaide dovette cedere il passo ad una confezione più dinamica e versatile, dando vita ad un capo autonomo, stretto in vita ed abbinato ad una stola accessoria dello stesso tessuto. Il XVIII sec. tenne a battesimo il KILT.

Il Kilt divenne l’ abito militare ufficiale del Reggimento di Scozia, e grazie all'ampia diffusione e alla massiccia richiesta delle truppe scozzesi, si aprì la scena sulla produzione e la commercializzazione del Tartan.
William Wilson fu il primo fornitore di Tartan in tutta la Scozia , i suoi disegni furono raccolti in un tabellario assieme a quelli che aveva radunato in tutto il paese.
La 'William Wilson&Sons' filò e creò Kilt per tutti i reggimenti, affidando ad ogni gruppo armato un disegno differente.
Agli inizi del 1800, a guerre concluse, Wilson divise e schedò circa 250 Tartan nel 'Wilason's Key pattern book', identificando numericamente i tessuti. Ma presto i numeri lasciarono il posto ai nomi, intitolando i Tartan alle città,ai distretti, alle famiglie, ai clan e ancora a nomi di pura fantasia purchè si trattasse di fantasia Scottish.

Leggenda vuole che la nascita dei " Tartan Clans" combaci con la visita di Re Giorgio IV ad Edinburgo nel più recente 1822. In occasione di una tipica 'Festa del Tartan', il Re pretese che ogni singolo capo-congrega gli rendesse omaggio, presentando il Tartan ufficiale del proprio Clan.
Pare che in quella sede, molti inventarono e rinominarono la stragrande maggioranza dei Tartan di Scozia, al fine di evitare una magra figura in presenza del Re.

Molte altre leggende ruotano intorno al mito del Tartan, ma le più accreditate sono senz’ altro le meno poetiche. Vestirsi di quadri rimanda al senso romantico del panorama nord-scozzese, il privilegio della natura incontaminata e la società semplice e pura a governarne l’ equilibrio da più di qualche secolo. Il Tartan si veste delle virtù del suo popolo, ne acquisisce il valore e lo esprime in qualità di manto ufficiale.

Dalla prima classificazione effettuata dall’“ Highland Society di Londra “ nel 1815, all’ultima indagine dello “ Scottish Tartans Museum “NC, sono stati schedati in tutto il mondo più di 4000 diegni Tartan. Un recente censimento ne vede sul mercato circa 500-700 varianti.
Fra queste, probabilmente il tessuto dell’ abito indossato da Sarah Jessica Parker firmato Alexander McQueen , le mini-bags By FURLA e le ricercatissime pochette Vivienne Westwood, regina del “British – Style” più della stessa Elisabetta.

In merito al costo attuale del tessuto, sappiamo che 1 m di ‘Originale Tartan’ è quotato all’incirca 70,00€.
Il mercato del tessuto tocca però, cifre da capogiro se sfogliamo i Books nella storica Savile Row della “Holland&Sherry”: secolare azienda londinese che fa della tradizione e dell’ eleganza dei filati più pregiati al mondo, una firma inconfondibile.
Il marchio festeggia quest’anno il suo 172° anniversario tessendo un pregiatissimo Tartan di puro cachemire della Mongolia, cui colori celebrano la bellezza indiscussa della “ Tweed Valley “. Blu,verde e rosso chiamati a dipingere idealmente i boschi,i tramonti e il fiume che divide naturamente da secoli la Scozia dall’Inghilterra.
Consacra l’eccezionalita’ di questo tessuto un Kilt confezionato sartorialmente al costo di 9.000€.

A questo punto, sdrammatizzare la spesa diventa necessario. E’opportuno che dopo l’acquisto di un kilt, ci si rivolga ai propri mariti con storici aforismi inattaccabili.
Mi permetto di suggerivi la citazione del 25° presidente degli Stati Uniti, il giovane rampollo scozzese William McKinley , che disse:” Io non apprezzo la parola, conveniente. Non è un distintivo di onore, è il simbolo della disperazione. Il costo conveniente costituisce beni convenienti, beni convenienti per uomini convenienti, uomini convenienti per un paese conveniente”.

Acquistare un capo in tessuto scozzese è un obbligo se diamo un’occhiata alle suggestive vetrine “Scottish style”.Scegliere il proprio Tartan dovrebbe comportare una ricerca coscienziosa e che si tratti di Grandi Magazzini oppure no, l’importante è che nel ‘quadro’ si legga la Storia di Scozia.



IL ’QUADRO’ STORICO DI QUESTO TESSUTO
Dare voce alle note distintive di un popolo significa promuoverne la storia, attraverso usi costumi e leggende. Dalle grandi passerelle, scivoleremo insieme in un’ovattata parentesi antica, vestendo la Scozia di quadri…

Facciamo un passo indietro e visitiamo la Scozia, culla del disegno Tartan, nel lontano 1600.
A quel tempo le isole britanniche si apprestavano a vivere significanti smottamenti politici. La Scozia era stata riunita sotto la stessa corona d’ Irlanda e d’Inghilterra ,corona per altro, di nascita Scozzese. Particolare che gli abitanti delle Highlands ( la Scozia del nord ) non dimenticheranno mai.

Piu’ tardi, infatti, la Scozia insorse contro il sucessore del‘ Re a tre corone’ ,proponendo in capo al paese un principe olandese, ben visto dalla grande maggioranza degli scozzesi .Tuttavia i fieri abitanti delle coste del nord , gli Highlanders , si opposero. Continuarono ad appoggiare il successore scozzese di un re scozzese.,qualunque fosse stato il numero dei regni da lui accorpati.

Pochi anni bastarono perché si desse vita ad una grande rivolta interna ed esterna al paese. La Scozia voleva rivendicare i propri diritti, ma l’impresa fu più sanguinosa del previsto.
Agli inizi del 1700 gli Highlanders furono messi definitivamente a tacere con la sottoscrizione
dell’ Atto di Unione, che sanciva l’indipendenza giudiziaria e religiosa delle Highlands ( cattolici i giacobiti e protestanti gli inglesi) e consegnava la Scozia alla monarchia inglese, qualunque fosse l’origine e il credo del successore al trono. Ciò nonostante, la voglia di riconquistare il trono perduto ardeva costantemente nei cuori degli impavidi Highlanders,tanto da spingerli verso una rivolta che li vide nuovamente sconfitti e , questa volta, privati di un elemento fondamentale per la cultura e il senso patriottico del tempo: IL KILT.

Così, con l’Atto di Proibizione in seguito alla battaglia di Culloden del 1746 , il governo vietò categoricamente a tutto il paese di indossare qualsivolesse forma di KILT.
Il Tartan doveva essere bandito e con esso il desiderio di proseguire la rivolta nord scozzese contro l’Inghilterra.
A quel punto la delusione e il senso di rinascita delle Highlands , violentate nella cultura ed espropriata del folkloristico ‘quadrettato’, fu motivo di forti flussi migratori.
Lontano da quelle coste , Il Tartan avrebbe ritrovato l’autentico significato di appartenenza e fedeltà al proprio Paese.

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