La tragedia dei cani killer a Sampieri, in provincia di Ragusa: un bambino morto, una ragazza sfigurata e due feriti




di Paolo Cirica




Sono bastate alcune ore per distruggere l’immagine che, in anni e anni, un’intera fascia costiera si era costruita. La cronaca è tanto breve quanto cruenta. L’incubo, dal quale nessuno sembra ancora essersi svegliato, ha inizio domenica 15 marzo a Punta Pisciotto, in provincia di Ragusa.



Una normale domenica d’inizio primavera, in cui fare una passeggiata nelle zone di villeggiatura è una delle attività più gradevoli. Un bambino di 10 anni, in sella alla sua bici, viene aggredito da un branco di cani e sbranato vivo; morirà poco prima di essere trasportato in ospedale. Poco prima, un altro bambino di 10 anni ed un turista emiliano erano stati assaliti riportando solo lievi ferite ma tanto spavento. Passano appena 24 ore e, incurante di ciò che era successo il giorno prima, una giovane 24enne tedesca subisce lo stesso attacco da parte dei cani divenuti veri e propri killer.

Attualmente, la ragazza si trova ricoverata presso l’ospedale Cannizzaro di Catania e rischia di continuare a vivere, nella migliore delle ipotesi, completamente sfigurata. Adesso si indaga a fondo per rintracciare i veri colpevoli di tali tragedie. C’è chi dice che i cani apparterrebbero ad un signore del luogo (al quale sono stati assegnati gli arresti domiciliari), chi dà la colpa ai sindaci, chi alla Pretura, chi alle Ausl e chi a governo regionale e statale. C’è anche chi, lasciandosi prendere dalla rabbia degli eventi, riesce a dare la colpa solamente ai quattro zampe, e propone di eliminarli in maniera indistinta. Noi ci sentiamo di difendere i poveri animali. Un vecchio detto afferma che non esistono cattivi cani ma solamente cattivi padroni: è questa, secondo noi, l’unica verità. L’altra cosa certa, purtroppo, è che una giovanissima vita è stata spezzata e un’altra rischia di fare la stessa fine. Le colpe, tuttavia, ci sono e sono trasversali.

Bisogna, una volta per tutte, fare chiarezza sulla fine che fanno i tanti contributi economici che una regione come la Sicilia ottiene (pare infatti che erano stati stanziati diversi milioni di euro per il problema del randagismo, mai visti dai comuni interessati), ma che, non si sa per quale motivo, non raggiungono la loro originale destinazione d’uso. E, concludendo, un appunto sul sottosegretario “verde” alla salute Francesca Martini, la quale ha affermato che il problema del randagismo apparterrebbe solamente al sud Italia. Su questo, ci sentiamo di stendere solo un volo pietoso: dati alla mano, il randagismo appartiene a tutta l’Italia, da Bolzano a Lampedusa

1 Commenti

  1. i canirandaggi sono diventati un ploblema per colpa della legge contro l'abbattimento e quandi si fa una legge si sa che viene studiata solo per far guadagnare qualcuno altrimenti non ci sarebbe bisogno di spendere tanti soldi specie in un momento di magra dove cè gente che perde la casa e non sa come dare da mangiare ai figli ma per la Martini enpa lav e gli ipocriti aimalisti i quali fanno finta di non sapere che per ogni animale non abbattuto tanti altri devono morire per poterlo nutrire per cui abbattendoli cercando di farli soffrire il meno possibile a me sembra la soluzione più giusta. IL possesso è schiavismo non amore

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