di Paolo Cirica
Cambiano i governi, cambiano i governi ma lo storico divario tra Nord e Sud rimane sempre invariato. L’Istat ha da poco pubblicato i dati relativi ai tassi di disoccupazione del quarto trimestre del 2008. I numeri, a differenza delle parole dei fantomatici politici di turno, non lasciano dubbi o diverse interpretazioni. Il problema del Mezzogiorno è da sempre esistito e, a giudicare anche da questi numeri, persisterà ancora a lungo. La crisi c’è e si fa sentire. Tuttavia, sia al Nord che al Centro del nostro territorio nazionale, la percentuale di disoccupati registra un piccolo aumento. Il periodo nero, però, si fa sempre più sentire da Napoli in giù. Negli ultimi tre mesi del 2008, circa 126.000 unità, corrispondente ad un aumento del 2%, sono piombati nel baratro della disoccupazione. E, visti i numeri, si può ormai parlare della disoccupazione come un vero e proprio settore dell’economia italiana: circa 2 milioni di italiani fanno parte di tale settore.
La crescita su base annua dell'offerta di lavoro sintetizza un aumento limitato della componente maschile (0,2%, pari a 30.000 unità) e sostenuto di quella femminile (1,1%, pari a 113.000 unità). Alla positiva dinamica registrata nelle regioni settentrionali (+1,3%, pari a 157.000 unità) e, in misura più accentuata, in quelle centrali (+1,8%, pari a 91.000 unità) si contrappone la riduzione del Mezzogiorno. In tale area la diminuzione interessa sia l'offerta di lavoro maschile (-1,2%, pari a -59.000 unità) sia quella femminile (-1,7%, pari a -45.000 unità).
La sostanziale interruzione della crescita tendenziale dell'occupazione, fa notare ancora l'Istat, sintetizza la discesa della componente maschile e l'incremento di quella femminile. Peraltro, entrambe le componenti, ma soprattutto quella maschile, scontano la riduzione dell'occupazione italiana a fronte del perdurante sviluppo dell'occupazione straniera.
A livello territoriale, all'incremento del Nord e soprattutto del Centro si contrappone la riduzione del Mezzogiorno, in particolare della componente maschile. In generale, il tasso di occupazione maschile e' diminuito portandosi al 69,8%; quello femminile è invece aumentato dal 46,9% all'attuale 47,2%. Per gli occupati stranieri il tasso si e' attestato al 67,7%, ed e' risultato pari all'81,9% per gli uomini e al 53,9% per le donne.
In termini generali, il numero attuale di occupati in Italia si attesta a 23.349.000 unità: in sostanza, da 13 anni a questa parte rappresenta il minimo mai raggiunto. Ahinoi!!
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