di Paolo Cirica
PALERMO, 4 giugno 2009 – Sembrano scene di guerriglia quelle che si stanno vedendo in questi giorni nel capoluogo siciliano. Anche oggi, per la sesta notte consecutiva, altri cassonetti sono stati dati alle fiamme. Oltre cento i roghi, dislocati tanto in provincia quanto nel centro città, causa di notevoli difficoltà per i Vigili del Fuoco impegnati in altrettanti interventi di spegnimento. Da venerdì 29 maggio, quando cioè si sono verificati i primi incendi, il numero dei cassonetti dati alle fiamme ha superato quota cinquecento. Per i roghi, però, si registrano anche i primi arresti: due persone sono state fermate dalla Polizia e due minorenni sono stati denunciati. La misura sembra essere ormai colma per la popolazione, esasperata da questa gravissima emergenza, come testimonia un episodio accaduto ieri mattina nel quartiere Zen, invaso dalla spazzatura: alcuni netturbini, tornati al lavoro dopo lo sciopero dei giorni scorsi, sono stati aggrediti dai cittadini, tanto che si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine che hanno provveduto a scortare gli operatori dell’Amia, la municipalizzata addetta alla raccolta dei rifiuti, durante il loro lavoro. Inoltre, a causa della presenza di pulci, una scuola elementare sita nel centro storico di Palermo e proprio dietro ad enormi cumuli di spazzatura, è rimasta chiusa.
Il Capo della Protezione Civile, nonché sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Bertolaso ha assicurato che il capoluogo siciliano sarà ripulito entro una settimana. Oggi sono entrati in azione oltre cento militari del Genio dell’Esercito, dotati di due pale meccaniche ed un escavatore, mentre sono in arrivo 40 nuovi autocompattatori. È proprio la mancanza di mezzi ad essere il primo problema da risolvere. Come conferma Salvo Cocina, capo della Protezione Civile regionale, l’Amia ha solo 30 autocompattatori funzionanti, mentre oltre cento sono fermi perché necessitano di interventi banali come la sostituzione di gomme o il cambio della batteria, che l’azienda non ha potuto effettuare per mancanza di economia. Per volontà del Presidente della Regione Lombardo, la Protezione Civile regionale pagherà la manutenzione di una ventina di mezzi guasti e verranno noleggiati dalle società d’ambito, le Ato, 40 mezzi con autisti.
Circa centro mila euro al giorno, oltre un milione di euro ad operazione conclusa. È questa la cifra, stimata da Cocina, necessaria per porre fine all’emergenza rifiuti di Palermo e di cui si farà carico la Protezione Civile regionale. Una operazione che durerà dai dieci ai quindici giorni e che peserà notevolmente nelle casse della Sicilia. Ma aldilà di queste spese straordinarie, il costo pro capite per la raccolta dei rifiuti a Palermo, è già record, ben superiore rispetto ad altre città italiane. Infatti, se ogni milanese sborsa 176 euro l’anno ed un torinese addirittura 154, a Palermo la quota pro capite sale a 180, non considerando che la raccolta differenziata nel capoluogo siciliano è al 3,9%, cioè pressoché inesistente. Tuttavia, a colpire maggiormente è il dato sull’evasione: in Sicilia, oltre il 39% del gettito derivante dalla tassa sui rifiuti non viene riscosso. Chi sono gli evasori? Cittadini, ma anche parecchi insospettabili, come i commissariati della Polizia, le caserme dei Carabinieri ed addirittura la stessa Amia!
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