Il Sud agita il governo Berlusconi



Pronta la soluzione: qualche aiuto di facciata e una bella poltrona di ministro per Miccichè

di Bartolo Lorefice

PALERMO- Venti di libeccio agitano il governo Berlusconi. Infatti l’Mpa del governatore siciliano Lombardo, furbamente alleata con il pidiellino Miccichè (già sottosegretario nel primo governo Berlusconi e pedina chiave nella risoluzione della recente crisi della giunta regionale siciliana) inizia a tirare calci e a pretendere misure per il sud, dimenticato dal governo. Per il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e per lo stato maggiore della Lega Nord è caso Sud, anzi caso-Miccichè. Dalle cronache dell’incontro fra Berlusconi, Tremonti, e i Ministri Umberto Bossi e Roberto Calderoli emerge un clima da guerra civile. Il colloquio è stato richiesto da Giulio Tremonti a Silvio Berlusconi, che in questa circostanza viene chiamato a dirimere la intrigata matassa nel ruolo di padrino politico di Gianfranco Miccichè.

Curioso che l’incontro sia stato pubblicizzato e volutamente reso noto nel dettaglio, altrettanto interessante il fatto che Giulio Tremonti abbia affrontato il caso Miccichè alla presenza di Umberto Bossi. Avrebbe potuto lamentarsi delle intenzioni e delle dichiarazioni di Miccichè personalmente con Berlusconi, forse sarebbe perfino bastato una telefonata per richiedere l’intervento del Premier per fare tacere Miccichè o fargli cambiare idea. Sul successo dell’intervento, indubbiamente, lo scetticismo è d’obbligo, ma sul metodo scelto per compierlo, le perplessità sono giustificate. E’ palese che il caso-Miccichè è stato sottoposto a Berlusconi in modo formale e plateale perché c’è la precisa volontà di farne una questione politica da affrontare, e non un semplice problema relazionale.

A Tremonti ed a Bossi non interessa affatto tanto suggerire a Berlusconi di fare tacere il ribelle, perché sanno che è difficile, quanto di capire le intenzioni vere di Berlusconi, esplorarne la strategia, e porre la questione meridionale nell’unico modo possibile per il governo in carica, lasciando la cabina di regia e le risorse in mano a chi ce l’ha. La questione meridionale deve essere affrontata come caso-Miccichè e trattata come tale, quindi ignorata o quasi.

Se c’è da valorizzare qualche intervento a favore del Sud con la grancassa va bene, ma non più di questo. Ecco perché Tremonti non si è “sfogato” personalmente con Berlusconi per lamentarsi delle accuse quotidiane che riceve da Miccichè. Il fatto che Tremonti si accompagni a Bossi e Calderoli per parlare con il Capo del Governo rivela in modo esemplare lo stato dell’arte: Giulio è diventato l’asse della bilancia nel governo, il dominus in materia di spesa pubblica, e non solo. Garantisce il principale alleato e l’area settentrionale del Pdl, preoccupata che si scivoli verso Sud pericolosamente. Quindi aspettiamoci aria fritta, contentini ministeriali (magari per Miccichè) per porre fine alla “questione meridionale”. E gli interessi degli italiani del sud? A farsi benedire, qua si tratta di risolvere problemi di poltrone e leadership.

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