Arianna e la politica

Natty Patanè


Incontri di maggio


Un maggio insolitamente freddo stava decidendo di chiudersi mentre la finestra del mio pc si apriva bianca.
Alla ricerca di idee buone ed ispirazioni che mi caricassero emozionalmente scuotevo piano il mouse nel silenzio di casa.
Non ho mai amato far comizi limitandomi a parlare di programmi o, peggio, attaccando avversari ed anche quella volta ero alla ricerca di immagini che potessero trasmettere qualcosa di mio oltre che idee sulla politica del mio partito, qualcosa che potesse confermare il legame comunitario che penso sia indispensabile per costruire una collettività che partecipa e non delega.
Le giornate si erano allungate già da un po’ quando decisi di aprire la mia pagina di face book per vedere se qualche novità, qualche pensiero o diatriba qualunque potesse rivelarmi una vena da percorrere. Tra i messaggi di posta uno mi attirò, una sconosciuta Arianna allegava alla sua richiesta di amicizia una lunga lettera. Con gentilezza mi proponeva le sue riflessioni e la storia sua con una fiducia inusitata.
Rientrata da poco in paese dopo la laurea, Arianna ritrovava l’identico apparentemente asfittico paesaggio che aveva lasciato anni prima. La sensazione di immobilità che scorreva tra le strade trafficate, il silenzio degli operai che si avviano verso l’ILVA, gli sguardi dei ragazzi così lontani già prima di partire, la sua storia, quella di suo padre che dalla fabbrica aveva avuto in regalo una morte prematura e crudele. Le sue parole gentili e tanto permeate di dolore e forse rabbia racchiudevano però qualcosa di insospettato, si aprivano quasi incomprensibilmente alla speranza.
In maniera semplice e diretta si rivolgeva a me per affermare la voglia sua e di tanti come lei di non arrendersi:
- Vorrei che la nuova politica si occupasse di noi giovani, che abbiamo storie da raccontare e sogni da realizzare.
credo che ciò che manchi alla politica di oggi è sapere davvero cosa vuole il cittadino.
Noi vogliamo Lavoro, Salute e Libertà.

La parola scritta evocava il senso del mio impegno, qualcuno aveva colto e ne avevo la testimonianza scritta.
Il “social network” si trasformava in quei caratteri digitati chissà con quanta riflessione in uno strumento di comunicazione diretta e profonda. In mezzo a test astrusi, immagini più o meno divertenti e rimbalzi di politica quotidiana si insinuava qualcosa di nuovo nella mia pagina: la possibilità di dare momenti di partecipazione diretta.
La mia campagna elettorale diventava meno mia e si scioglieva ancora di più in volti prima sconosciuti. I ragazzi che si stavano avvicinando per la prima volta alla politica, i vecchi che mettevano in gioco decenni di impegno in un nuovo progetto ed ora il coraggio di una giovane donna che non si rassegnava al dolore, al silenzio e al falso destino.
Mentre dilagava la riflessione sul disimpegno imperante, nel mio sorriso si affastellavano quelli di tanti che nella possibilità di vivere una politica diversa ci credono e ci stavano credendo insieme a me.
Quanto diventavano pesante responsabilità le sue parole:
- Io mi auguro che Tu e il mondo politico in genere,vi impegnate a sostenere l'Italia e il piccolo paese per non correre il rischio di sfiduciarci.
Sarebbe grave come lo è già stato tanto volte!

Una responsabilità che non mi abbatteva, anzi!

- Io mi impegno ogni giorno a sostenere l'equilibrio, così come mi impegno a cercare lavoro, a diffondere la mia cultura, a difendere i miei (e i nostri) ideali
Sono fiduciosa che Tu farai lo stesso.
Spero di averti così regalato un confronto costruttivo per un paese migliore! Io...ci sono!

Non ho vinto le elezioni, almeno quelle fatte di voti e collegi e consiglieri ma dentro mi porto ancora questa grande sensazione di compagnia, la certezza di non esser solo e mentre il caldo di agosto sembra stordire anche le foglie degli alberi sotto casa mi lascio alle spalle una piazza insolitamente piena nell’ora tarda, nelle strade secondarie l’afa ha riempito i marciapiede di sedie e anziani alla ricerca di fresco. Due bimbi imparano dal nonno la briscola, una finestra si spalanca su un vecchio telefilm ed io continuo a pensare ai nomi, ai volti, ai rapporti belli e veri che la politica ci ha saputo regalare quando l’abbiamo svestita dai suoi usuali panni e abbiamo con forza cercato di appropriarci della sua anima bella.
Anch’io ci sono Arianna

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