di Gordiano Lupi
Antonino Genovese è uno scrittore che accompagna la crescita del Foglio Letterario (www.ilfoglioletterario.it) fin dalla sua nascita (1999). Credo di essere stato il primo a dargli fiducia, insieme ad Antonio Trimarchi della rivista Noialtri, e di averne indirizzato la crescita letteraria verso le sue attitudini migliori.
Ricordo Genovese alle prese con poesie d’amore adolescenziali, ma anche con interessanti romanzi noir dal taglio sperimentale (Teste - Il Foglio) e racconti sociali contro al mafia (Questioni d’onore - Il Foglio). Il miglior Genovese, però, viene fuori con la narrativa per ragazzi e con un libro che - per numero di copie vendute e per interesse critico - è diventato quasi un caso editoriale: Il principe marrone (Ed. Il Foglio).
Il dottor Maus e il settimo piano (edizioni smasher)rappresenta un simpatico tradimento nei confronti della casa editrice che l’ha lanciato, perché esce con le Edizioni Smasher di Barcellona Pozzo di Gotto - città natale dell’autore - ma è una pubblicazione totalmente a scopo benefico e in quanto tale da incoraggiare. Antonino Genovese prosegue un vecchio discorso fatto di semplicità , di quelle cose buone di una volta tanto care a scrittori come Gianni Rodari e che hanno lasciato il segno nella narrativa per ragazzi. Se si vuole, l’autore si pone in controtendenza a un mondo telematico e spersonalizzato per raccontare una storia pervasa di sentimento e di profondi messaggi etici. I grandi temi di Genovese sono: altruismo, solidarietà , amore e amicizia, da sempre motivi ispiratori della narrativa per ragazzi, che lui sa rielaborare inventando storie originali e contemporanee. Come dice il prefatore Roberto Mistretta, il giovane autore siciliano si ispira a Italo Calvino, Perrault, Le mille e una notte e Roberto Piumini, ma da parte mia ho visto anche riferimenti alle tematiche di Gianni Rodari e Aldo Zelli. Lo stile no, quello è tipico dell’autore, ed è importante che sia così, bisogna diffidare dei padrini letterari, come soleva dire uno scrittore a me caro.
La trama del racconto è semplice e lineare, lo stile essenziale e senza fronzoli, il messaggio che si vuol trasmettere chiaro, diretto e coinvolgente. Il protagonista del racconto è come Il medico di Fabrizio De Andrè (Non al denaro non all’amore né al cielo), un romantico sognatore che vorrebbe ridare salute e sorriso ai malati, ma non sempre è in grado di farlo. Il dottor Maus vorrebbe scoprire la ricetta magica per guarire tutti i mali del mondo, anche se è impossibile. Il suo autore - che nella vita di tutti i giorni è medico - chissà quante volte si scontrerà con la triste realtà dei ciliegi malati in ogni stagione ai quali non è facile restituire il sorriso per tornare a fiorire. Una cosa è certa: lui e il dottor Maus faranno l’impossibile per raggiungere lo scopo.
Il dottor Maus e il settimo piano (edizioni smasher)rappresenta un simpatico tradimento nei confronti della casa editrice che l’ha lanciato, perché esce con le Edizioni Smasher di Barcellona Pozzo di Gotto - città natale dell’autore - ma è una pubblicazione totalmente a scopo benefico e in quanto tale da incoraggiare. Antonino Genovese prosegue un vecchio discorso fatto di semplicità , di quelle cose buone di una volta tanto care a scrittori come Gianni Rodari e che hanno lasciato il segno nella narrativa per ragazzi. Se si vuole, l’autore si pone in controtendenza a un mondo telematico e spersonalizzato per raccontare una storia pervasa di sentimento e di profondi messaggi etici. I grandi temi di Genovese sono: altruismo, solidarietà , amore e amicizia, da sempre motivi ispiratori della narrativa per ragazzi, che lui sa rielaborare inventando storie originali e contemporanee. Come dice il prefatore Roberto Mistretta, il giovane autore siciliano si ispira a Italo Calvino, Perrault, Le mille e una notte e Roberto Piumini, ma da parte mia ho visto anche riferimenti alle tematiche di Gianni Rodari e Aldo Zelli. Lo stile no, quello è tipico dell’autore, ed è importante che sia così, bisogna diffidare dei padrini letterari, come soleva dire uno scrittore a me caro.
La trama del racconto è semplice e lineare, lo stile essenziale e senza fronzoli, il messaggio che si vuol trasmettere chiaro, diretto e coinvolgente. Il protagonista del racconto è come Il medico di Fabrizio De Andrè (Non al denaro non all’amore né al cielo), un romantico sognatore che vorrebbe ridare salute e sorriso ai malati, ma non sempre è in grado di farlo. Il dottor Maus vorrebbe scoprire la ricetta magica per guarire tutti i mali del mondo, anche se è impossibile. Il suo autore - che nella vita di tutti i giorni è medico - chissà quante volte si scontrerà con la triste realtà dei ciliegi malati in ogni stagione ai quali non è facile restituire il sorriso per tornare a fiorire. Una cosa è certa: lui e il dottor Maus faranno l’impossibile per raggiungere lo scopo.
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