Luciana Bellini - La cittina

di Gordiano Lupi





Luciana Bellini - La cittina
Stampa Alternativa – Millelire Speciale

Marcello Baraghini ritorna alle origini con la collana Strade bianche che non va in distribuzione nazionale, ma si affida alle presentazioni, ai centri sociali, alla buona volontà dei librai indipendenti e soprattutto ai lettori forti. Il deus ex machina di Stampa Alternativa, dalla roccaforte di Pitigliano afferma: “Sono preoccupato per le sorti dei lettori, sempre più frastornati dai bolidi letterari inquinanti delle grosse - non grandi, si badi bene! - case editrici, che intasano strade e autostrade. Per questo ho scelto di seguire le strade bianche, quelle dei partigiani, dei briganti, di chi ha ancora cuore, memoria e impegno civile. Per far questo getto alle ortiche il codice a barre, tanto simile alle sbarre delle prigioni, per ricostruire da capo il patto di fiducia e complicità con il lettore”. È un piacere sentirlo parlare, ancora battagliero come un tempo, quando presenta I Bianciardini, libri che raccolgono racconti di Luciano Bianciardi e storie ispirate a un modo genuino e anarchico di fare letteratura. I Millelire di Stampa Alternativa rivivono in questa collana che costa almeno un centesimo, ma spetta al lettore stabilire quanto vale il libro e pagarlo quel che ritiene giusto.

Nella collana Millelire Speciale, Luciana Bellini pubblica La cittìna, il racconto di un’infanzia maremmana tra i poggi di Scansano che - come la migliore commedia all’italiana - fa sorridere, piangere, soffrire sospirare… e riproduce la vita. Luciana Bellini è una scrittrice vera, toscana di Maremma, che scrive come mangia e usa il vernacolo nella maniera più appropriata, come facevano Bianciardi, Tozzi, Papini e Giusti. “So’ passate l’ore, i giorni e l’anni e, ora che quella ragazzina è diventata grande, io lo spalanco quell’uscio chiuso. Non so perché e come mi ci sia infilata dentro, però guardo e vedo lei e te, babbo. Siamo sempre noi: lì, tra il cielo e la terra del Camparello. E a me, mi scappa da piange’ e da ride’. Piango perché vedo che la grande ha sempre bisogno di quella cittìna, e rido perché mi sembra che la morte non sia riuscita a sconfiggere la Vita”. Per i non maremmani, va chiarito che cittìna significa bambina, ma il racconto si legge che è un piacere e le difficoltà lessicali sono minime. Luciana Bellini ci accompagna con poesia all’interno di un’infanzia povera caratterizzata da lutti, abbandoni e momenti felici che profumano di cose passate.

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