La vita è una cosa meravigliosa (2010)

di Gordiano Lupi

Cinecolomba impegnata stile commedia all’italiana


Regia di Carlo Vanzina. Soggetto e sceneggiatura: Carlo ed Enrico Vanzina. Fotografia: Carlo Tafani. Montaggio: Raimondo Crociani. Musica: Armando Trovajoli. Scenografia: Serena Alberi. Costumi: Daniela Ciancio. Produce: International 80. Distribuzione: Medusa Film. Interpreti: Vincenzo Salemme, Nancy Brilli, Luisa Ranieri, Emanuele Bosi, Enrico Brignano, Biagio Izzo, Maurizio Mattioli, Gigi Proietti, Virginie Marsan e Armando De Razza.



I fratelli Vanzina abbandonano l’esperimento del cinecocomero dal taglio prettamente estivo, non molto premiato dal pubblico, e s’inventano il cinecolomba, una pellicola stile commedia classica che esce nelle sale in piene vacanze di Pasqua. Il pubblico risponde positivamente perché il film balza in testa alle classifiche delle pellicole più viste nel mese di aprile 2010. Dobbiamo dire che questa volta i Vanzina fanno centro, perché - pur con i soliti limiti di superficialità - riescono ad affrontare problemi reali dell’Italia contemporanea. “La vita è una cosa meravigliosa vuol essere un film ottimista, per dare speranza agli spettatori in un momento di crisi globale che colpisce tutto e tutti”, dicono i fratelli Vanzina. In parte è vero, perché il lieto fine è assicurato, ma nel corso dei 103 minuti di pellicola si intrecciano quattro storie complesse ispirate alla vita di tutti i giorni. Vera commedia all’italiana, quindi, dove si sorride ma non ci sono volgarità e comicità da farsa. La lezione di Steno è tenuta ben presente, perché la commedia è molto sofisticata, leggera, raramente scade nella battuta facile e nella situazione stereotipata. I Vanzina cercano di stigmatizzare con il sorriso i nostri vizi e i difetti dell’Italia che cambia, raccontando equivoci per colpa di intercettazioni telefoniche, storie di corruzione e fatti di mala sanità.

Cesare (Brignano) è un poliziotto che lavora sulle intercettazioni telefoniche, spia le vite degli altri, soprattutto di Antonio (Salemme), presidente di un gruppo bancario che elargisce fondi a politici corrotti. Grazie al suo lavoro scopre pure che la fidanzata straniera fa la escort di lusso e se ne libera, ma sempre per merito delle intercettazioni conosce la bella Laura (Ranieri) e se ne innamora perdutamente. Gigi Proietti è un medico integerrimo che lavora in una clinica privata di proprietà di un corrotto che alla fine viene arrestato. Il figlio di Proietti è il classico figlio di papà che si fa raccomandare per superare gli esami, ma pensa soltanto alle donne e a divertirsi, senza dare importanza allo studio. Il rapporto padre - figlio è tratteggiato molto bene, Proietti dà spessore a un personaggio azzeccato, umano e soprattutto vero. Elena (Brilli) è la moglie borghese che alla fine segue il marito quando decide di aprire un ospedale in Africa e cambiare vita per dare un senso ai loro giorni. Molti personaggi ruotano attorno allo schema principale, ma chi viene fuori alla grande è Vincenzo Salemme, ottimo nel ruolo di un napoletano verace un po’ maneggione, ma fondamentalmente buono e propenso ad aiutare gli altri.

I Vanzina provano a mettere in scena la crisi della famiglia, i problemi degli extracomunitari che scappano dalla loro terra in cerca di fortuna, i rapporti generazionali, la corruzione, le escort, le intercettazioni telefoniche, per tratteggiare un quadro generale della nostra Italia contemporanea. In parte ci riescono, anche se spesso cadono nei soliti errori di superficialità per manifesta incapacità ad approfondire certe tematiche e alcuni caratteri monodimensionali. Le storie d’amore che interrompono la trama principale sono abbastanza stereotipate, soprattutto quella tra i due giovani, distanti anni luce per condizione sociale, ma che alla fine coronano il sogno. Enrico Brignano è il poliziotto innamorato di una bellissima Luisa Ranieri - piuttosto brava anche come attrice - che riesce a conquistare nonostante lei abbia capito di essere stata spiata nel privato. Molto scolastico il modo in cui i Vanzina fanno riconciliare i ragazzi, tramite il vecchio trucco della conversazione spiata dalla finestra. Maurizio Mattioli è bravo come sempre nei panni di un professore corruttibile che va a letto con una ragazzina, disponibile a promuovere il figlio di Proietti anche se è impreparato, ma inflessibile quando scopre che è andato a letto con la sua protetta.

Carlo Vanzina afferma sul sito www.primissima.it: “Io e mio fratello Enrico ultimamente eravamo stati molto colpiti da Le vite degli altri, il film tedesco incentrato sul fenomeno delle intercettazioni telefoniche, che non era ancora tornato di grande attualità come è avvenuto con i recenti scandali italiani sulla corruzione nella politica e nella finanza. Abbiamo pensato di realizzare una storia corale sul presente che cercasse di andare oltre il puro divertimento e avesse ambizioni diverse rispetto ai nostri due recenti film comici a episodi, cercando di dare vita a una commedia brillante non volgare che tentasse di rappresentare la società di oggi nelle sue varie sfaccettature e di parlare di destini e di sentimenti attraverso diversi personaggi legati tra loro da varie vicende che si incrociano, sulla falsariga dei movimenti di tempo e delle frammentazioni di Babel e 21 grammi di Alejandro Gonzales Inarritu”. In parte ci sono riusciti, con i limiti di sempre che abbiamo cercato di evidenziare.

Paolo Bassani su www.trailersland.com stronca senza possibilità di appello il film, ma a nostro giudizio i Vanzina tornano ai livelli di buoni lavori come Il pranzo della domenica.

Post a Comment

Nuova Vecchia