Formarsi in biblioteca


di Benedetta Marroni


E' uscito in questi giorni, edito da Felici (Pisa), il manuale curato da Patrizia Lùperi, dal titolo “Biblioteche universitarie ed e-learning. Dai servizi a distanza ai percorsi di formazione per gli studenti” che fin da subito dichiara l'obiettivo “di fornire un quadro d'insieme sulle biblioteche contemporanee” in grado quest'ultime “di offrire servizi innovativi” e di intessere “relazioni interpersonali finora sconosciute”.

Effettivamente, come si legge nell'Introduzione, l'affacciarsi “prepotente della rete nelle nostre vite ha cambiato il modo di rapportarsi con le istituzioni” e ha creato un nuovo “contesto pubblico” che si avvale di “regole e pratiche sociali” proprie.

In tal modo, prende forma la biblioteca come ambiente formativo, come luogo di apprendimento informale, più vicina alle esigenze dei “fan”- ed ecco il nuovo termine che si sostituisce al vocabolo “utenti”!

Il cambiamento passa, infatti, anche attraverso la terminologia e porta alla costituzione di un glossario - che compare nella parte finale del libro, e che è legato alle nuove tecnologie digitali e al loro impiego appunto nelle tradizionali pratiche bibliotecarie (“raccolta, distribuzione e accesso ai fondi e ai database documentali” come afferma Luperi nel primo capitolo).

Con la nascita di Internet “le strategie di apprendimento e d'insegnamento” sono state rivoluzionate; la rete “al giorno d'oggi, è il principale strumento dell'insegnamento a distanza”, come sottolineato da Alessia Zanin-Yost, “reference librarian” americana (in un suo intervento su “Bibliotime”, anno VII, marzo 2004) ed è, secondo me, la sfida del millennio erogare servizi e mettere a disposizione di chiunque sia interessato, i mezzi in grado, come ribadisce ancora Zanin-Yost (nel già citato articolo), di rendere ciascuno autonomo nel “ricercare, valutare e usare l'informazione” .

In particolare, i “Descrittori di Dublino” del 2006 testimoniano la necessità di favorire “lo sviluppo di abilità legate all'apprendimento auto-diretto e autonomo”.

Eccoci, dunque, giunti all'e-learning e all'information literacy (l'alfabetizzazione informativa) che viaggiano in parallelo e alle innumerevoli occasioni di discussione e di approfondimento che ne scaturiscono: Virginia Gentilini, ad esempio, ha tenuto proprio in questi giorni (18-19 aprile 2011) un corso di aggiornamento per bibliotecari presso la Facoltà di Economia di Urbino in cui vengono delineate le tematiche gravitanti intorno alle “Nuove tendenze del servizio di reference”.

In considerazione di ciò, il lavoro del bibliotecario ha assunto una molteplicità di sfaccettature derivanti proprio dall'applicazione delle nuove tecnologie ai servizi tradizionali: si pensi, appunto, ancora, per fare un esempio, al servizio di reference che si è trasformato in reference desk e in reference digitale.

E' una mia personale convinzione che il “digital divide” possa essere progressivamente arginato con l'acquisizione sempre più disinvolta delle conoscenze e che, quindi, non possa che migliorare “l'inclusione sociale e soprattutto quella nel mondo lavorativo” secondo quanto afferma Luperi nel primo capitolo del libro.

Nei capitoli in cui si articola il manuale vengono descritte varie tematiche: i servizi bibliotecari integrati nel contesto del web 2.0, la piattaforma Moodle con particolare riferimento a quella universitaria di Pisa, le modalità di svolgimento del corso “Organizzazione Informatica delle Biblioteche” (OIB) – da cui il manuale ha preso vita, e, infine, “Le strade della ricerca bibliografica”, un corso in e-learning che intende formare cittadini in grado di gestire le più recenti tecnologie digitali.

Le pagine del libro, inoltre, sono arricchite dall'inserimento di varie schede, realizzate da giovani autori, ciascuno dei quali inserito in un preciso contesto lavorativo e quindi vicino a tematiche specifiche, ad esempio la scheda su “Il catalogo SBN e il Portale Internet Culturale” é curata da Devid Panattoni, della Biblioteca Comunale di Altopascio.

Una sezione finale (“Per saperne di più”) è dedicata alle riflessioni legate al web 2.0 e alla concreta “possibilità di cercare lavoro tramite i social network” secondo quanto ribadito a chiare lettere dalla curatrice del volume ancora nell'Introduzione, perché, tutti concordiamo, il lavoro nella vita conta molto!

Il mondo delle biblioteche da tempo porta con sé problematiche e disagi, ma di sicuro proprio “lavorare in biblioteca” rappresenta “un´esperienza entusiasmante, che arricchisce da un punto di vista umano e culturale e ti fa sentire di svolgere un ruolo socialmente utile”: così Nicola Pardini, bibliotecario e precario dal 2000, sintetizza la sua esperienza lavorativa nella quale confluiscono sia l'effettivo disagio di “una vita da precari” sia, all'opposto, le “due grandi risorse di noi precari: la flessibilità e l'attenzione all'evoluzione della nostra disciplina” (in Bibelot – la rivista edita dalla Sezione Toscana dell'AIB, numero 1, anno 2009).

Mr. Jimbo Wales, uno dei fondatori di Wikipedia, In Italia in occasione di un incontro presso il Teatro Aldo Rossi di Borgoricco a Padova, ha affermato che per lui “il futuro è matching e merging” e, quindi, in tale prospettiva, sarà inevitabile la contaminazione tra wikipedia e twitter e che “dopo il web 2.0 arriverà il 3.0 senza che nessuno lo abbia pianificato”. L'intervento raccolto da Isabella Scaramuzzi, direttore COSES (Consorzio per la ricerca e la formazione sul territorio di Venezia), prosegue con la convinzione di Wales per cui anche “laddove il computer non può arrivare là arriveranno le persone: il software mette a sistema, ma le risposte alle domande vengono dagli uomini” (in Terzo Veneto e Web 3.0, Altri studi, aprile 2010).

L'uomo è, in conclusione, la più grande risorsa!


3 تعليقات

  1. Ho appena terminato di leggere il libro “ biblioteche universitarie ed e-learning” curato dalla professoressa Lùperi e contrariamente a ciò che avrei sostenuto qualche mese fa , mi trovo affascinata dalle molteplici proposte e visioni della rete web , e delle biblioteche nell’ epoca di internet.Frequentando il corso “ organizzazione informatica delle biblioteche “ ho avuto modo di conoscere da vicino la realtà del digitale e di tutti gli aspetti che le gravitano attorno dai servizi a distanza ai percorsi di formazione per gli studenti; Inizialmente guardavo internet e la rete web con molta diffidenza , essendo una bibliofila che ama l’ odore delle pagine scritte dei libri con le loro rilegature , l’ aspetto delle copertine , i caratteri di scrittura , vedevo queste nuove realtà dell’era digitale come aspetti che minacciavano la sopravvivenza del libro, ma in seguito mi sono resa conto che sono due realtà che non vanno a danno l’ una dell’ altra e che possono continuare a sopravvivere parallelamente con il vantaggio di avere a disposizione strumenti all’ interno della rete utili ad aumentare le nostre conoscenze e dare la possibilità a tutti di vivere in un contesto di apprendimento permanente.Ed è proprio in base a questo aspetto, che è fondamentale capire che le biblioteche non sono più solamente luoghi di conservazione della conoscenza ma luoghi dell’ apprendimento e della formazione culturale dei singoli individui, una formazione che non può rimanere limitata all’ interno di luoghi fisici, con dei muri di contenimento, ma adattarsi ad uno scenario che sta cambiando con la presenza di piattaforme , ( come Moodle che in questa esperienza ho imparato a conoscere !!!) ,blog , chat e l’ introduzioni delle reti sociali come facebook., ovvero tutti gli spazi virtuali di condivisione , di discussione che il web ci mette a disposizione.Ho potuto rendermi conto che la ricerca di un libro che prima era ancorato ad una ricerca esclusivamente bibliografica , ad un bibliotecario , ad una ricerca su cataloghi e all’ attesa che il libro arrivasse, oggi sempre di più anche in questo ci stiamo muovendo verso una realtà virtuale, in cui mediante una ricerca in rete si raggiunge direttamente il testo o l’ oggetto cercato, ed è stato durante la ricerca di un testo di lingua francese che mi sono imbattuta , quasi casualmente, nel progetto della biblioteca nazionale francese IZIBOOK , in cui erano disponibili testi in E-BOOK, scaricabili e stampabili, tra cui anche il testo da me cercato.Sempre casualmente mi sono imbattuta nel progetto Gutenberg dove anche qui si propone testi in versione E-Book gratis ed usufruibili da tutti.Siamo all’ inizio ma questa è la strada verso cui le prospettive di sviluppo devono tendere , rendere accessibile e usufruibile a tutti la conoscenza , quello che nel libro viene presentato come INFORMATION LITTERACY.

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  2. CONTINUO IL MIO COMMENTO....Si deve andare verso un alfabetizzazione informativa, dove
    l’ apprendimento deve essere autonomo, continuo e condiviso e soprattutto libero da tutte le intermediazioni fisiche tra i vari utenti e le fonti di apprendimento e di conoscenza della rete Come detto all’ inizio questa mia conoscenza della rete e dei vari aspetti che le ruotano attorno è avvenuta attraverso un percorso di formazione avvenuto in ambito universitario e questo porta a riflettere sulla necessità di formare i cittadini, gli studenti ovvero dare loro un educazione da renderli utenti o come si suggerisce nel libro FAN , attivi, consapevoli di quali sono le innumerevoli risorse a nostra disposizione all’ interno della rete e divenire sempre più autonomi e critici nella ricerca e nell’ utilizzo di tali fonti Nel mio percorso di formazione ho preso conoscenza di quanti strumenti di quante risorse la rete dell’ università mette a disposizione dei suoi studenti il più delle volte inconsapevoli di averle a disposizione oppure non a conoscenza dalla loro utilità per la loro formazione ma anche per farsi conoscere negli ambienti lavorativi come visto ad esempio la banca dati delle tesi e dissertazioni accademiche elettroniche. a cura del Sistema bibliotecario di ateneo ... , è necessario quindi rendere gli individui consapevoli delle potenzialità della rete e dare loro una formazione affinché sappiano utilizzarla per una loro continua formazione culturale e professionale.
    IRENE

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  3. Riflessioni interessanti quelle di Irene, proprio perché scaturiscono dal punto di vista di chi usufruisce di determinati servizi in biblioteca e nel web e ne trae nuove conoscenze, competenze e stimoli a cercare ciò che "qualche mese fa" c'era ma non si vedeva..
    Sono convinta che questa bella esperienza di scrittura collaborativa, alla quale ho avuto il piacere di partecipare, sia stata possibile proprio grazie all'incontro di molteplici approcci: chi si occupa degli aspetti tecnologici, chi della formazione degli studenti, chi ha da poco smesso di essere solo "utente" per dedicarsi a progetti che nascono e si sviluppano intorno ai destinatari delle opportunità informative e formative offerte dalle biblioteche.
    Nel capitolo di mia competenza ho cercato di esplorare, principalmente in un'ottica user-centered, alcuni esempi di biblioteche all'avanguardia in ambito nazionale ed internazionale; e mostrare il ruolo che esse hanno nell'ideazione ed erogazione di servizi integrati e percorsi formativi in presenza e in e-learning, così come nell'organizzazione delle risorse informative e didattiche affinché siano accessibili a tutti...

    Valentina Gullà

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