Le mie Muse dell'architettura

Piazza Municipio-cantiere stazione metrò



Napoli-Nuova Piazza Garibaldi-high tech




Isabella Guarini


Tre Muse a Napoli: una favola metropolitana


Le mie Muse dell'Architettura sono: METAMORPHÈ, o dell'architettura globale; TRiADÈ, o dell'architettura vitruviana; MNEMOSUNÈ, o della conservazione. Esse rappresentano altrettanti partiti della cultura architettonica. C'è una sinistra, un centro e una destra, in sintonia con i partiti politici da cui dipende il primato dell'una o dell'altra per l'erogazione delle risorse economiche pubbliche disponibili. Come selezionare le opere d'architettura è un problema senza soluzione, perché tanto più è elevato il costo delle opere pubbliche tanto più le decisioni sono di vertice e la piramide gerarchica diviene aguzza, con la base molto ridotta. Le tre Muse lottano, si capisce, ma di recente lo sviluppo tecnologico e l'economia globale hanno decretato il primato dell'architettura globale, indifferente ai vari contesti ambientalie paesaggistici. Ad esempio, il progetto della Piazza Garibaldi inNapoli è stato presentato con grande tripudio dalla Musa Metamorphé, ma Triadé e Mnemosuné si sono alleate in una critica non da poco.Triadé dice che la nuova piazza, per accedere alla metropolitana, è stata concepita senza tenere presente alcuni aspetti tipici delle città mediterranee, mentre Mnemosuné fa sfoggio delle piazze nella città greco-romana ancora esistenti. Discutono del fatto che la piazza è costituita da due piazze, una assolata con palme senza possibilità di frescura, l'altra coperta da una galeria in vetro e acciaio, buona per le serre. Le tre Muse gesticolano animatamente e non si accorgono che il sole rende lunghe le loro ombre ricciute, dipingendo di rosa il cono del Vesuvio e le rive del Golfo.



Si aggirano tra i numerosi canteri del Metronapoli che s'inabbissano nel corpo di Neapolis. Triadé provoca la discussione sull'utilitas dei mezzi di trasporto che è quella di far muovere, non di far sostare, per cui la forzata monumentalità delle stazioni non si coniuga con la sostanza della funzione; Metamorphé urta contro un Totem pubblicitario e Mnemosuné cerca l'antica fontana barocca, sparita fagocitata dal caos. A stento giungono in quella che fu la Piazza del Municipio, dinanzi al baratro per la stazione del metrò, che conduce alle origini di Neapolis. Qui, le tre Muse si fermano tenedosi per mano e si chiudono in un silenzio impenetrabile, di fronte ai cunicoli scavati nel ventre di madre terra, bagnata dall'ultimo mare dell'antico porto. Qui le mie Muse, irrigidite dalla commozione, mostrano i volti rigati di lacrime nere di bistro e lucide di sconforto!


Improvvisamente l'aria, già cupa, è attraversata dal sibilo di una sirena, di quelle che si sentono nei film di guerra. Ma qui il fuggi fuggi è reale per il ritrovamento di una bomba dell'ultima guerra, addormentatasi nel ventre del grande cratere metropolitano. intorno al Castel Nuovo o Maschio Angioino. Metamorphé, Triadé, Mnemosuné sono sconvolte e temono per la loro incolunmità. Menemosune si contorce per paura che l'esplosione possa far scomparire, nell'arco di trecento metri, i più importanti monumenti di Napoli. Triadé la sostiene, mentre accorrono i maghi artificieri per disinnescare l'ordigno che ha la forma di una grande patata da cui ricavare milioni di cip! Tutti cercano di mettersi al sicuro, ma Metamorphé, dopo un primo smarrimento reagisce trasformandosi, in forme diafane. Le lacrime di bistro diventano scintillanti, come nelle favole di Disney. Ella si riflette nello specchio magico custodito nella borsetta firmata, si ritocca il viso coronato da riccioli metamorfici e le carnose labbra surreali, mentre lo strascico della veste trasparente accarezza i resti di antiche glorie architettoniche, castello, reggia, teatro, chiesa, piazza. "È giunto il mio momento! Finalmente è stata fatta Piazza Pulita! Nemmeno la guerra è riuscita a fare ciò che può fare una sola stazione del Metrò!" Così pensa la divina Metamorphé e incede con la sua bacchetta magica, scintillante d'acciaio e cristalli. I cronisti la vedono e fanno a gara per intervistare l'archistar vincitrice di quella guerra architettonica di cui nessuno sospettava l'esistenza!

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