(foto tratta da www.ilsussidiario.net)

di Flavio Scrucca

Riscaldamento a zero emissioni. Non è uno slogan del momento, ma piuttosto sembra essere una realtà concreta del nostro futuro energetico.
Alla base di tutto ci sono la reazione esotermica che avviene tra idrogeno e ossigeno (allo stato gassoso) per formare una molecola di acqua ed un semplice scambiatore di calore, il quale consente di “prelevare” il calore prodotto e utilizzarlo per alimentare circuiti a bassa temperatura (pannelli radianti a pavimento, a parete o a soffitto). Il risultato è la produzione di energia termica in assenza di fiamma e a bassa temperatura (circa 300°C) e quindi la mancata emissione di prodotti indesiderati quali la CO2 e gli ossidi di azoto (NOx); gli unici prodotti di reazione sono infatti ossigeno gassoso e acqua sotto forma di vapore.
Inoltre, se si utilizza energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili per la produzione dell’idrogeno necessario (tramite elettrolisi dell’acqua), la tecnologia si presenta anche come una valida soluzione al problema dell’intermittenza di tali fonti e dello stoccaggio dell’energia da esse derivante.
Di questi giorni è la notizia che un’azienda piemontese ha sviluppato un combustore catalitico ad idrogeno per applicazioni residenziali, che verrà presentato ufficialmente a Klimahouse, una nota fiera sull'efficienza e sulla sostenibilità in edilizia che si terrà a Bolzano dal 26 al 29 gennaio prossimi.
Questa innovazione potrebbe permettere di riscaldare in modo efficace e pulito le nostre abitazioni, o altri luoghi chiusi, ed in più senza riscaldare ulteriormente il nostro povero e già accaldatissimo pianeta!

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