di Vincenzo Jacovino
Anche oggi, nella malinconica fisicitÃ
in cui la nazione è occupata a ….. (P.P. Pasolini)
cercare con affanno e fatica il quid della crescita, indispensabile, per risollevare le sorti non solo economiche e sociali ma, innanzitutto, etiche e valoriali del paese Italia, torna prepotentemente, invece, l’antico e mai debellato vizio della corruttela insieme a tutti gli aspetti negativi che essa reca con sé, quali? Da quelli più ignobilmente criminosi a quelli che si fan scudo delle Istituzioni per difendere i personali interessi, con costoro non
si è fratelli nell’istituzione, nell’ansia della norma:
perché
le istituzioni sono infatti commoventi …… ): si, sono commoventi,
gli uomini si riconoscono in esse, e la vita,
l’umile vita, sì, non si distingue da esse,
come la nidiata dal nido – fin che ci resta. (P.P. Pasolini)
Non sono mancati, in effetti nei decenni scorsi, episodi di corruzione ove era difficile distinguere chi fossero i corrotti e quali i corruttori, tuttavia, tutto lasciava supporre che fosse possibile controllare e, fors’anche, tamponare un simile fenomeno criminoso. E’ pur vero che non sono mai mancati i sussurri quotidiani o, meglio, le mormorazioni attraversare i nostri quartieri e contrade. Erano soltanto sussurri e mormorazioni perché in mancanza di effettivi riscontri si evitava che il cemento sociale, così labile e fragile, potesse sgretolarsi, sbrecciarsi. Però giorni
e lunghe notti brulicanti di murmuri (F. Bandini)
non sono mai venute meno nelle contrade e nelle valli del bel Paese.
Ora da un vizio elitario e solitario, la corruttela è diventata, invece, una consuetudine collettiva e, quindi, un vizio collettivo tanto da assimilarsi e sostanziarsi alla diffusa illegalità di massa fatta di elusioni di leggi e di norme. Il cemento sociale di un tempo è andato in frantumi, non ci sono più sussurri e mormorazioni ma la corruttela conclamata che è diventata, ormai, una valanga inarrestabile tanto da trascinarsi con sé gli ultimi brandelli di democrazia.
Si vedono in giro per le nostre contrade facce gaglioffe pronte a sfruttare ogni opportunità e, soprattutto, a mettere le loro mani su tutto aggirando qui gli impedimenti legali, lì utilizzando la corruzione nelle sue forme più diverse. Può mai reggere la democrazia ad un assedio così serrato e martellante? Certo di no. Un tale assedio produce, è vero, crisi economica ma, oltre tutto, manda in frantumi quella forma di cemento sociale tanto necessaria per lo sviluppo e il progresso di una comunità . In mancanza di coesione e pace non c’è sviluppo e progresso ma non c’è, purtroppo, neanche la democrazia.
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