Mercato e democrazia

di Vincenzo Jacovino

C’è una disuguaglianza che non si riesce a comprendere e, quindi, a metabolizzare. PerchĂ© tra il reddito annuo del manager di Stato o di societĂ  private e quello dell’impiegato o dell’operaio c’è una differenza di 10 volte e, in molti casi, anche 15 volte in piĂą ? Non lavorano nella medesima azienda? Non sono entrambi fautori dei successi o insuccessi aziendali? Se il manager mette in cantiere piani e progetti di sviluppo chi, poi, mette in atto rendendo prima, fattibili e poi realizza tali piani?
Si risponde a queste obiezioni: è legge di mercato. Ossia il mercato premia, comunque, il manager impipandosi degli esecutori materiali perchĂ© costoro sono, per il mercato, una insignificanza necessaria. L’insignificanza, per il mercato, ha la esclusiva funzione di acquistare ma, innanzitutto, di consumare. La vecchia e saggia nonna avrebbe acutamente osservato: “Senza gli esecutori materiali le battaglie ma, soprattutto, le guerre non si vincono. I generali sono necessari e utilissimi per le vittorie come per le sconfitte, ma gli esecutori materiali sono indispensabili e insostituibili, senza di loro vengono meno insuccessi e successi”.
Legge di mercato dovrebbe sottintendere: merito e gli esecutori effettivi non hanno alcun merito, allora? Possibile che il manager ha diritto sempre e comunque alla succosa e grassa polpa mentre per gli esecutori solo e sempre briciole, quando va bene? E’ legittima, quindi, la domanda che si pone e pone il probo cittadino : è da definirsi democrazia, questa?
Si fa garrire la bandiera: legge di mercato e la si infigge nei cervelli, nei gangli piĂą reconditi dell’animo umano e così, giorno dopo giorno,

l’agnello è ucciso da mille piccole mani

mentre aleggia sornione per l’aere

il ghigno del lupo in controluce. (R. Di Biasio)

Quali sono i valori che il mercato propone e propina alla comunitĂ ? A guardare, con attenzione, la geografia socio-economica della comunitĂ  italica i valori che veicolano in essa non contengono in sĂ© nessuno dei coefficienti sociali necessari per ridurre il tasso di conflittualitĂ . NĂ© ci sono azioni che facilitino la realizzazione del bene comune, e l’indice della disuguaglianza continua la sua corsa verso altre vette, altri traguardi.
Per i manager continua festosa a garrire la bandiera: Legge di mercato per la insignificanza, invece, diventa sempre piĂą duro riuscire

a svegliarsi alla vita
ad abbattere al suolo
l’enorme
crosta
di bugie
che pesa
sullo scandir dei giorni. (N. Vapzarov)

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