"Per grazia ricevuta: lavoro e disabili"


NADIA D'ARCO
Parliamo di lavoro, e cominciamo da un pezzo di ROSA MAURO il lavoro visto dai disabili tra leggi e difficolta'
OGGI VI PRESENTO ROSA MAURO, LE HO CHIESTO DI RIASSUMERSI IN POCHE RIGHE,
ROSA SARA' SPESSO OSPITE DELLA MIA RUBRICA,
-Mi chiamo Rosa mauro , e sono nata il 15-10-1964.
Sono ventesimista , purtroppo in fase di aggravamento, e invalida civile all'85%.
Sono sposata e mamma di un ragazzo anch'egli con disabilitĆ  di quasi quindici anni.
laureata in lettere moderne alla sapienza di Roma, con 110, ho poi fatto un corso di giornalismo e giornalismo radiotelevisivo, vincendo uno stage su internet presso una testata registrata.
Da anni scrittrice con diversi titoli che spaziano dalla fantascienza alla vita vissuta alle poesie, ĆØ perĆ² nel web che amo scrivere, collaborando prima con la provincia di Roma, pressso il sito provinciabile, con il blog la rosa nella rete, poi con la associazione onlus blindisight , cui appartengono pink blindisght, www.blindisight.net e orba moderna, www.orbamoderna.info.
Sono addetto stampa di due altre onlus: magic amor onlus, www.magicamor.org e asiat onlus, www.asiat.it.-

"Per grazia ricevuta: lavoro e disabili" di Rosa Mauro

                                                               
Salve , oggi parliamo di un argomento di quelli.. da leccarsi i baffi chi ce li ha e chi no!
Parliamo di lavoro e disabilitĆ .
Lo so, lo so, non c'ĆØ lavoro per nessuno.. ciĆ² nonostante, alcune statistiche dicono che le donne disabili trovano piĆ¹ lavoro degli uomini.. Vediamo innanzitutto di smontare l'interessante paradosso.
Il fatto che si dica che le donne disabili lavorano piĆ¹ degli uomini, di per sĆ© non vuol dire che sono aumentati i posti di lavoro, ma SOLO che , tra i disabili occupati, trovano piĆ¹ lavoro le donne.
Di per sĆ© quindi, un dato non particolarmente significativo, visto che la crisi  attanaglia il mondo disabile piĆ¹ del mondo "normale".
Il motivo?
Una vicina di casa mi ha riferito che il figlio, laureato, va a lavorare come muratore con il padre.
A che ne so io, ĆØ una scelta che stanno facendo parecchi giovani , camerieri, muratori, raccoglitori di olive…
Ecco, questi sono mestieri che i disabili veri, che, con buona pace dell' Inps,sono la maggioranza, non possono realmente fare.
Voglio dire, almeno non tutti.
Io , per esempio, con tutta la buona volontĆ  non potrei fare un lavoro manuale, e so di molti che sono nella mia stessa condizione.
Quindi, quando la crisi riduce i posti di un certo tipo, i disabili non trovano lavoro, anzi sono in questo piĆ¹ condizionati degli altri..
Ah, ma noi percepiamo una pensione!!
Lautissima, signori, per la percentuale di disabili fino al 99%, e sono in parecchi ,me compresa, non arriva nemmeno a 400 euro!
C'ĆØ davvero da camparci, con quei soldi!!
Eppure, che ci crediate o no, questo AUTORIZZA molte persone, alcune sentite personalmente all'ufficio di collocamento, a dire che noi non dovremmo togliere il posto ai lavoratori abili, che ci tenessimo i nostri soldi e ce ne stessimo buoni buoni negli anfratti , senza i soldi per pagare l'imu o la corrente elettrica.
Non parliamo poi di chi, come me, si ĆØ sposato, cosa vogliamo di piĆ¹, la luna?
Bypassato il mugugno o sibilo dei normali che pensano che i disabili, se veri,dovrebbero restare confinati in casa, immaginiamo di avere trovato un lavoro.
naturalmente, per grazia ricevuta.
Il 90% dei disabili che trova  trova un lavoro, ne trova uno di tipo impiegatizio o centralinistico , sopratutto se ha una disabilitĆ  visiva.
Ed ĆØ a questo punto che sorge un'altra discriminazione e questa universalmente sparsa sopratutto nel mondo dei normali, ma anche nel mondo delle associazioni dei disabili.
Quale?
La illustro in breve perchƩ sarƠ oggetto del prossimo articolo.
Carlo e Carlo 2, immaginiamo, sono due giovani laureati..
MM..quale laurea?
Diciamo in lettere.
Carlo e Carlo 2 cercano lavoro, e non lo trovano facilmente, ma alla fine qualcosa salta fuori.
Call center per il primo, centralino per il secondo.
La gente , intorno a Carlo, scuote la testa dicendo: che peccato, Carlo ha studiato , ĆØ in gamba, speriamo trovi subito qualcosa di meglio.
Carlo 2 invece ĆØ circondato di gente che si congratula e gli dice:
"Che bello, hai trovato lavoro !( a volte con la vocina che userebbe con un bambino di cinque anni)  Che meraviglia, sei stato proprio bravo! ( di nuovo , come se avesse scalato una montagna).
PerchĆØ questa differenza?
Carlo ĆØ un normodotato.
Carlo 2 invece ĆØ cieco ( a me piace cieco, non disabile visivo, non non vedente).
Carlo puĆ² essere ambizioso, Carlo 2, no.
Il lavoro di Carlo 2 ĆØ percepito come "per grazia ricevuta",  Il che comporterĆ  una serie di differenze nel trattamento lavorativo di cui parleremo nel prossimo articolo.
Nel frattempo..
Descriviamo il primo giorno lavorativo dei due:

Carlo entra, gli viene data la sua postazione, e comincia a lavorare nella sua stanza circondata da altri come lui.

Carlo 2 entra e si mette al centralino… che scopre non attrezzato.
In giro, non si vede nessuno cui dirlo.
Speriamo Carlo 2 si sia portato un ipod o simili per ascoltare musica o altro.. altrimenti starƠ lƬ con le braccia conserte a non fare nulla..
Al prossimo articolo, gente.
Io ci sarĆ², spero anche voi perchĆ©.. ce ne aspettano ancora delle belle!
Avevamo lasciato, nella prima parte, Carlo e Carlo 2 alle prese con il loro lavoro.
Cosa vedremmo dopo qualche mese?
Carlo ha lavorato sodo e sta per essere promosso al call center, la promozione in questi posti ĆØ rara , ma di tanto in tanto , se uno si impegna molto , succede.
D'altronde, che lui sia promosso, se lo aspettano tutti, visto che Carlo si ĆØ laureato a pieni voti e, a detta di amici e parenti, se lo merita.
Carlo 2 non ĆØ stato altrettanto fortunato, in realtĆ , dopo corsi e ricorsi vari, gli ĆØ stato detto che"non ĆØ che all'ente serva veramente  un centralinista" .
Carlo 2 puĆ² usare il pc e la linea internet.. e farsi i fatti suoi.
Non c'ĆØ nulla da fare per lui, e tutti faranno finta di non vederlo mentre arriva al lavoro, si siede e si mette la musica a tutto volume, per protestare contro la sua mancata utilizzazione.
Carlo 2 ĆØ intelligente, determinato, competente quanto Carlo ma, a differenza di lui, ĆØ disabile.
Da lui, nessuno si aspetta nulla: nĆ© che migliori la sua posizione, nĆ© che trovi un lavoro migliore, per lui il lavoro ĆØ per grazia ricevuta e, anche se ĆØ un non lavoro, dovrebbe anche ringraziare.
Il concetto di lavoro come diritto, in questo caso, ĆØ inesistente, Carlo 2 non ha diritto a lavorare.
E' come un mendicante che, invece che per strada, si ritrova in un ufficio.
Non morirĆ  di freddo, ma di sicuro, la sensazione che proverĆ  ĆØ la stessa.

Di uomini come Carlo 2 ce ne sono parecchi.
Molti di loro cadono in depressione di fronte allo svilimento della loro competenza come esseri umani, e non esiste praticamente nessuna solidarietĆ  dai colleghi di lavoro.
Di fronte alle campagne alla striscia la notizia sull'assenteismo, questi uomini e donne vengono pagati per fare nulla.
PerchĆØ?
La diminuzione del valore di un essere umano ĆØ un segno grave, e piĆ¹ grave ancora ĆØ che questi casi non arrivino mai all'opinione pubblica.
Ci stanno mettendo delle stelle di Davide sul petto, e nessuno vuole vederlo.

In alcuni casi stanno giĆ  organizzando dei veri e propri ghetti.
E. , che mi ha raccontato la sua storia, ĆØ in uno di essi.
E' in una specie di call center dove sono rinchiusi, alle dipendenze di una persona che viene dichiarata "normale"  come i soldati nazisti nei campi, diversi disabili.
Tutti insieme, in barba non solo alle competenze ma al diritto di inclusione.
Mobbizzati dal loro capo diretto, questi disabili si sono visti decurtati l'1% del loro stipendio per attivitĆ  "ricreative" per migliorare il loro disagio, creato dal tipo di lavoro e dagli stessi capi.
Capito?
Dopo il danno la beffa: per "guarire" dal mobbing, sono obbligati dagli stessi aguzzini a fornire i loro soldi, probabilmente a persone che sono familiari o amici degli stessi.
Lo scorso anno, E. e gli altri hanno svolto un corso a domicilio di informatica, per il quale alla fine hanno svolto un test, passandolo tutti.
Ma quelle ore non saranno loro riconosciute: non sono documentabili.
In nessun mondo possibile, questo trattamento lavorativo verrebbe visto come corretto e mantenuto in piedi.
Ma stiamo parlando di disabili, con loro "se po' fĆ "!
A detta di E, piĆ¹ di uno di questi abitanti del ghetto si ĆØ ammalato di depressione o presenta forme di nevrosi.
Non ne dubito affatto, quello che mi chiedo, ĆØ perchĆ© questo esista, e sopratutto, perchĆ© non se ne parla…
Non mi venite a dire che i diritti di tutti vengono ignorati, che anche gli altri lavoratori stanno male.
perlomeno per loro, i politici spendono alcune parole, magari sono finte, ma almeno ne parlano.
Invece, nƩ i media, nƩ i politici parlano di questo massacro al disabile che passa per diritto, come se Carlo 2, ma potremmo chiamarlo anche Massimo o Mario, che sono veri nomi di persone che hanno passato questa tortura, o E., che non chiamiamo con il suo vero nome per tutelarla, non esistessero davvero.
Quando, intorno agli anni 40 in Germania, il nazismo prese il potere, per prima cosa proibƬ agli ebrei di lavorare… ma non gli tolse i loro averi, non ancora.
Gli ebrei erano nei ghetti, dove lavoravano solo per la loro comunitƠ, mantenuti senza che lavorassero perchƩ del lavoro vero non erano ritenuti degni.
Medici, notai, musicisti, professori.
Tutti ridotti a parassiti, per colpa dello stato.. e quando sei un parassita, quando non sei piĆ¹ un uomo, possono schiacciare i tuoi diritti e distruggerti con enorme facilitĆ .
Vorrei sbagliarmi, aiutatemi, cari politici, caro stato, a sbagliarmi.
Ditemi che non ĆØ questo il destino che voi, una democrazia, UNO STATO CIVILE, state destinando a dei vostri cittadini.
La disabilitĆ  non ĆØ una colpa e nessuno di noi, me compresa, se l'ĆØ cercata.
NON FATENE UN MARCHIO CHE,PRIMA DI NOI, TRAVOLGEREBBE NELLA VERGOGNA E NEL DISONORE VOI STESSI.

Rosa Mauro

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