Listen profoundly




Giuseppe Gavazza


Listen profoundly é il titolo di un progetto all'interno della Biennale Musiques en Scène 2014 di Lione inaugurata il 5 marzo, visibile e udibile fino al 20 aprile.
Ospitato presso il macLyon (Museo d'arte contemporanea della città) propone alcuni lavori di tre artisti : Heiner Goebbels - a cui il festival dedica una parte importante delle manifestazioni - Ulf Langheinrich e Morton Feldman.
Proprio da quest'ultimo viene il titolo della mostra : chi conosce il compositore americano capisce quanto la definizione gli sia appropriata. L'ingiunzione é un appunto che Feldman trae da Alban Berg (che così, pare, implorasse i propri allievi) tratta da un manoscritto visibile in esposizione e catalogato come XXX, Anecdotes and Drawings nell'ambito dell'acquisizione fatta recentemente dal macLyon.
Intanto evviva che un grande museo acquisisca manoscritti di un compositore dei giorni nostri (Feldman New York, 12 gennaio 1926 - Buffalo, 3 settembre 1987) e questo fa parte dell'attenzione dedicata dal macLyon dal 1984 alla sound-art e agli artisti che hanno usato e usano il suono come “materiale” dei propri lavori : nella collezione figurano materiali originali di La Monte Young, Laurie Anderson, Terry Riley. Grazie anche che in questa occasione a Feldman si dedichi una sala dove si possono ascoltare alcune registrazioni delle sue musiche e sfogliare l'imponente volume dei suoi scritti tradotti in francese : Morton Feldman, Ecrits et Paroles, edited by Jean-Yves Bosseur and Danielle Cohen-Levinas (Brussels: Les presses du réel, 2008).
L'ascolto profondo non si può definire in poche righe ma dovrebbe essere una costante dell'ascolto vero, non superficiale. Esistono un ascolto distratto e superficiale ed uno attento e profondo e sono profondamente convinto che il fiume di suoni in cui siamo immersi é quasi sempre percepito superficialmente: un sentire più che un ascoltare.
Purtroppo mi sono anche convinto che l'ascolto superficiale invasivo porta sempre più alla convinzione diffusa che la musica possa e debba essere solo questo: facile, seducente, immediata, rilassante, distraente, divertente.
Nessuna arte é più seducente della musica specialmente quanto diserta dal consesso delle arti per darsi alla prostituzione.” 
Gianfrancesco Malipiero, Ti co mi e mi co ti, Vanni Scheiwiller, Milano 1966, p.24.

In questa direzione l'ascolto profondo si addice a Feldman: non solo perché la sua musica richiede una grande attenzione all'ascoltatore (ed una concentrazione gigantesca per gli interpreti) ma anche perché si può rivelare maggiormente se ascoltata conoscendone il perché e le ragioni. Feldman ha vissuto a New York in anni creativi e artisticamente fertili e le sue riflessioni scritte sono una descrizione viva e rivelatrice di quell'ambiente e di cosa significhi comporre come prassi per concretizzare un pensiero artistico e creativo attraverso i suoni, piuttosto che come capacità di produrre con essi sensazioni piacevoli agli ascoltatori (distratti).
What I wanted wasn't to compose, but to project sounds into time, free of compositional rethoric, which in fact had no place here.

Oltre alla sala Feldman Listen profoundly propone due installazioni di Ulf Langheinrich (Land IV, 2008-2014 e Music 1, 2005/2014) ed uno di Heiner Goebbels (Genko-An 69006, 2014) commissionato dal macLyon.

I lavori sono belli, interessanti e coerenti con il soggetto: diversamente da molte installazioni sonore non sono endless ma hanno un orario di inizio ed una durata (20' per Land IV e 40' per Music 1 e Genko-An 69006): in questo forse si vede che gli artisti hanno una formazione musicale.
Per tutti consiglio la fruizione completa: qualunque profondità si raggiunge per gradi di adattamento progressivo che consentono di “entrare”. Per
Genko An 69006 direi imperativo entrare all'inizio o almeno non entrare alla fine come per i film di azione e di suspense, anche se qui si tratta di un'azione lenta e di una suspense molto zen. 

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