di Natty patanè
Talvolta
libri ingialliti dal tempo si lasciano aprire e, soprattutto se ci sono
appartenuti in adolescenza, schiudono mondi dove i ricordi inseguono le malinconie
che inseguono la tenerezza che insegue il giorno che si spegne.
Questo pensava
Sebastiano mentre guardava la foto che gli era finita tra le mani. Giada
sorrideva ficcata in un maglione che lui riconobbe come suo, sullo sfondo il
mare. Un po’ sbiadita ma in fondo neanche troppo, custodita e protetta dagli
attacchi degli anni dalle pagine del libro di letteratura italiana.
- Venti? Trenta? Meglio non contare gli
anni –
Si
disse e ancora una volta si stupì di come gli sembrasse tutto così vicino.
Sfogliò le pagine, pochissimi segni visto che non aveva mai avuto l’abitudine
di sottolineare, solo, in seconda e in terza di copertina, la firma di Giada
che ogni tanto, ricordò, gli sostituiva il puntino sulla i con un cuoricino.
Ripose
la foto tra le pagine sorridendo, la sua playlist suonava i R.E.M ma malgrado
la loro “sad professor” decise che la tenerezza doveva vincere la corsa sulle
altre sensazioni e cominciò a canticchiare. Come in quel tempo staccò un foglio
a quadretti e cominciò a schizzare geometrie improponibili. Il tempo scivolò inesorabilmente
ancora indietro e lasciò scoperto il ricordo degli sguardi e i colori di quell’autunno
dell’82 quando i mondiali di calcio si erano ormai spenti e i sogni si
incarnavano nelle illusioni dei primi talk show e degli show televisivi con le
risate registrate di sottofondo. L’estate si era chiusa da un pezzo come il
tetto del cinema che l’anno dopo lo avrebbe visto disperato e indeciso guardare
un affascinantissimo David Bowie in “Miriam si sveglia a mezzanotte”. Gli
sembrò di risentire lo stesso vento che entrava dalla capote aperta della sua
vecchia due cavalli
- Spegniamo il ventilatore prima che mi
becchi un raffreddore! –
Sussurrò
a se stesso.
Guardò
distrattamente i suoi disegni e quasi gli tornò alle orecchie la voce di Simone
- Basta ca tieni na matita ca subito parti
a disegnare!-
Ma
quello era un altro Simone, era quello su cui rimbalzava il suo sguardo quando
spezzava i suoi sogni e avrebbe voluto darne metà per uno a lui e a Giada.
- Quanto tempo per capire, anzi, per
decidere di aver capito finalmente, non riuscirò mai a fingere con nessuno così
tanto come ho fatto con me –
Pensò, prima di decidere che non era tempo, non era più tempo per l’amarezza, solo per
la vita e immediatamente si riportò l’immagine di Michi che la notte precedente canticchiava le canzoni dance della radio e mentre lo guardava sollevava il
bacino ondeggiante, facendo leva sui piedi e sulle spalle sul sedile, forte dei
suoi venticinque anni
Bowie mi aveva accompagnato negli '80. I REM invece mi li sono quasi persi .....
RispondiElimina:)
uno come te che vive le note presenti nei granelli di universo deve recuperarli :-) Grazie
EliminaIl vento di quella due cavalli di quella sera lo sento ancora anch'io ��
RispondiEliminaLia
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