Il libro dei morti


Giuseppe Gavazza

Il libro dei morti

Fausto Romitelli é un compositore di grande talento nato a Gorizia il 1 febbraio 1963, morto a Milano il 27 giugno del 2004. Milano Musica, uno delle manifestazioni italiane più prestigiose dedicate alla musica nuova, gli dedica il proprio festival 2014. Con tanto di grafica a metà tra Sol Lewitt e l’Andy Warhol che commemorava Marilyn in policromie sgargianti.

Per essere santificati o per avere dedicata una via si deve essere morti e non lo trovo strano. Mi sorprendo invece che accada per un festival di musica contemporanea, o che almeno dice di essere tale. Ripeto: Romitelli si merita gli spazi e la sua musica é più che degna dell’onore degli interpreti eccellenti che la eseguiranno nelle prossime settimane e delle discussioni, pubblicazioni e tavole rotondo sulla sua figura, sulla sua estetica e poetica. Mi intristisce l’assenza di contraddittorio: ben più vive sarebbero state se Fausto fosse presente, ma gli sarà impossibile.
Così come gli é stato impossibile aggiungere altri lavori probabilmente eccellenti e ancora più maturi composti nell’ultimo decennio.
Capisco anche che Milano Musica, o qualche altro Festival di musica contemporanea prestigioso, non poteva dedicargli il festival più di 10 anni fa, quando era ancora vivo. Lo capisco ma non saprei rispondere alla domanda: perché non lo ha fatto? I lavori che esistono oggi a testimonianza del valore del musicista esistevano tutti già nel 2004. Forse perché era troppo giovane e dedicare un festival ad un compositore di 40 anni non é opportuno ? Ma se hai talento a 40 anni hai avuto ampio margine di tempo per dimostrarlo (senza scomodare Pergolesi o Mozart basterebbe vedere cosa ha fatto un Festival ben più prestigioso di Milano Musica, Edimburgo, con il giovane James Mac Millan, vivo e vegeto ora come 25 anni fa).

Conosco bene i sistemi dei festival italiani e la mentalità dei direttori artistici per essere certo che se Romitelli fosse vivo non gli avrebbero dedicato Milano Musica. Sono le stesse ragioni per cui non lo dedicano a compositori di talento vivi.
Forse Foscolo apprezzerebbe: ma pure lui é troppo morto per poter dire la sua.

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