Giuseppe Gavazza
Brazil, distopico, visionario capolavoro di Terry Gilliam, presentato nel 1985, liberissima versione cinematografica del ben noto 1984 di George Orwell, inizia con uno stupido scambio di persone su cui si costruisce tutto il film: in un grigio, cupo, burocratico ufficio di un mondo nuovo niente affatto « brave » una mosca spiaccicata su un foglio in una macchina da scrivere corregge il nome dell’innocuo calzolaio Archibald Buttle in quello del pericoloso terrorista Archibald Tuttle. Di li il crescendo fino alla catastrofe finale del povero Archibald calzolaio tritato nella macchina feroce e ottusa del totalitarismo.
Sto
leggendo il bellissimo libro di Carlo Rovelli « La realtà
non é come ci appare » e alle pagine 132-135 si legge del
misconosciuto Matvei Bronstejn, geniale fisico russo che un secolo fa
aveva pubblicato testi fondamentali che iniziavano a unire le
rivoluzionarie tesi della relatività e della fisica quantistica,
tracciando una possibile via di interpretazione dell’universo che
ancora oggi non é stata individuata.
Chissà
cosa avrebbe compreso Matvei Bronstejn se non fosse stato arrestato,
processato e giustiziato dalla polizia staliniana il giorno stesso
del suo processo, il 18 febbraio 1938 all’età di 30 anni.
In
una nota a piedipagina del libro di Rovelli si legge : « Bronstejn
era il vero cognome di Trockij ».
Lev
Trockij (Lev Davidovich Bronstein) fu
assassinato per ordine di Stalin il 21 agosto 1940.
Chissà
cosa é realtà e cosa é apparenza tra storia e cinema che,
apparentemente, nulla ha a che vedere con quella realtà.
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