La tonalità è di destra?


giuseppe gavazza




Ma la tonalità é di destra?” 
Chissà cosa ne direbbe il signor GG, il Grande Gaber, che di destra non era e la tonalità l'ha usata per tutta la vita.

Per caso - anche se forse Nulla succede per caso (*1) - dopo aver visto ieri sera Youth di Sorrentino, con ancora negli occhi e nelle orecchie il finale sontuoso e irreale della Simple melody (un brano che esiste nella finzione cinematografica, quindi esiste, bello e ruffiano quanto basta per diventare nella realtà un best seller come nella finzione) suonata in un teatro onirico tutto ori, decori e abbellimenti dalla BBC Concert Orchestra (reale e regale) di fronte alla Queen of the United Kingdom, Canada, Australia, and New Zealand (molto regale ma fittizia), mi sono imbattuto oggi nella lettura di un testo online : Tonality...the musicale equivalent of hierarchical society
che mi ha riportato al finale di Youth leggendo la frase: “In Britain the most obvious and ingrained example of socioeconomic disparity and inequality is the royal family.”

La tesi dell'autore, Adam Bell, é che il linguaggio tonale, fortemente gerarchico, rifletta una società elitaria e, in una certa misura, l'alimenti e la rinforzi, ne sia complice e agente.
By subscribing to this hierarchical worldview, the use of tonality in contemporary music is therefore against egalitarianism and is undemocratic. It reflects socioeconomic disparity and inequality and exacerbates passive consumption in its audience by aligning itself with the entertainment and leisure industries.”

Tesi interessante e non nuova, adatta a sollevare discussioni complesse ed accanite a partire dalla nomenclatura dei gradi portanti della tonalità: tonica, dominante e sottodominante. La suggestione ed i paralleli sociali e politici, anche solo a livello di significa(n)ti dei termini, é efficace; continuando nel parallelo mi chiedo come collocare socialmente sopratonica, mediante/caratteristica, sensibile e soprattutto sopradominante.

Non sottoscrivo del tutto la tesi di Bell ma sono d'accordo su alcuni punti con cui concordo e che ho già, in termini non politicamente così schierati, spesso sottolineato anche scrivendo qui (*2) su EWS-Terpress:

(...) the music (is) in large part tonal in nature, is easy to consume and requires little or no active participation by the audience in order to comprehend”

exacerbates passive consumption in its audience by aligning itself with the entertainment and leisure industries.”

By writing music that is simplistic and “pre-processed”, the music is able to gain a mass appeal. Although it gains a mass appeal it is not a ‘music of the people’, but is instead a dumbed-down version of art music that encapsulates the ‘race-to-the-bottom’ mentality so prevalent in contemporary society.”

(…) exacerbates passivity by supplying the listener with music appropriated from the ‘great composers’, the music of a time that was less democratic or equal than by even today’s standards.”

Non mi schiero con la posizione radicale di Adam Bell e non ho verità in merito (ammetto di avere idee non del tutto chiare) ma, più borghesemente, sottolineo come sia gerarchico, aristocratico e di destra il sistema commerciale che comanda e dirige la musica (e le altre arti) che, nei limiti di un etichetta, definisco con il termine star system o, più semplicemente, mercato.
Forse quelli che si dichiarano di sinistra dovrebbero interrogarsi se sia coerente alimentare tale sistema, o anche solo ammetterne l'esistenza ed il potere capillare: ben pochi mi pare si interroghino in merito, meno ancora agiscono di conseguenza (considerando che esistono musiche e musicisti, arte ed artisti, cultura e intellettuali anche (soprattutto?) fuori dai circuiti standard).

Ma si sa che la musica e l'arte devono servire (“dovere” e “servire”: verbi preziosi per le gerarchie oligarchiche) a intrattenere, non indurre a far pensare e discutere; non sono, nell'opinione diffusa, politicamente rilevanti.
Ma la canzone politica ha un valore politico nelle parole o nei suoni ?    Forse qui si spiega la posizione del Signor G. ?

Benvengano dunque le tesi discutibili: discutere di musica e di arte é il modo migliore per renderle vive e reali e per salvarle dai supermercati.


G.G. 17 ottobre 2015

* 2 - ad esempio qui

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