Rosa Mauro e il teatro: la sua esperienza come disabile dopo un anno
La mia prima candelina a teatro
Nel 2015 iniziava la mia esperienza teatrale. Come
tutte le nuove esperienze è stato tutto un susseguirsi di novità e di
scoperte, su me stessa e sugli altri della compagnia, un gruppo piuttosto
eterogeneo che inglobava età e esperienze diverse. Ma è a distanza di un anno
che si vede se potrai o non potrai definire una esperienza come tua. Eccomi
dunque a proporvi un pezzo particolare, una lettera aperta al mio maestro di
teatro, per condividere con voi questo primo anniversario! Caro Manuele, un
anno fa entravo nella tua classe di teatro... Non so se sono riuscita a
nascondere quanto ero preoccupata, macché, diciamo piuttosto terrorizzata
dalla novità che pure avevo desiderato introdurre nella mia vita. Il mio
unico contatto con il teatro non era stato proprio positivo: negli scout, io
ero quella che faceva la comparsa, se andava bene, quella che si mette come
riempitivo. Mi vedevo minuscola su una sedia a rotelle gigantesca, che ai
miei occhi sarebbe stata l'unica cosa che avreste visto di me. 52 anni e una
carriera , si fa per dire, di scrittrice e di blogger non contano quando ti
trovi a teatro: é un luogo che ti smaschera, e all'inizio sembra solo
esaltare le tue paure nascoste. Mi hai accolto tranquillamente, come se nulla
fosse, senza farmi sconti e senza accettare scuse: e dire che i primi tempi
ne mettevo fuori parecchie. Ho imparato cosa vuole dire accettare il respiro
individuale, ho cominciato a prendere coscienza con il mio nuovo corpo,
sebbene fossi comunque in sedia da almeno due anni: finalmente, provando a
correre e lottare, a voce ma non solo, con gli altri, camminando su e giù per
il palco, mi sono resa conto che non era una nemica o un limite, ma la mia
opportunità di movimento. Il dialogo con gli altri é stata a volte una
piacevole scoperta, a volte una difficile mediazione con un carattere
orgoglioso e abituato a lavorare da solo. Discretamente, senza parere, mi hai
tolto le impalcature di sicurezza che mi ero sistemata perché nessuno
accedesse al mio lato morbido e mi hai fatta sentire parte di qualcosa che
non avrei mai creduto potesse essere nelle mie corde: una compagnia teatrale.
Quando ho recitato la mia parte in una commedia, truccata da una compagna, mi
sono accorta che il teatro, nella pausa estiva, mi sarebbe mancato: e ho
aspettato Settembre con una certa ansia felice. Mi sarebbe mancata l'ansia
che condividevo con gli altri, il mandare a memoria le battute, l'ascoltare
l'altro per capire se stavo rispettando la storia. Ed ora finalmente te lo
posso dire: quando sono entrata da quella porta per la seconda volta, dopo i
tre mesi estivi, e mi sono trovata di fronte un mondo completamente diverso
mi é venuta in mente una sola cosa: te possano ammazzatte! Il mio gruppo non
c'era più: solo una parte delle persone con cui avevo fatto un lavoro, a
volte faticoso, di fusione lo scorso anno era ancora lì. Nonostante lo avessi
preannunciato, io che sono per natura ottimista mica ci avevo creduto: invece
lo avevi fatto davvero: ci avevi rimescolato come sacchi di farina che una
volta usi per le torte e l'altra per le pizze. L'amato palcoscenico mi ha
restituito le sensazioni giuste: era un vecchio amico, lui, anche se per
arrivarci devo essere spinta! Ma il resto... Quando hai annunciato che
avremmo lavorato sui testi, anzi su dei monologhi personalizzati, ho detto
basta, ora lo meno. E invece... Avevi ragione tu! Questo mese passato ad
esercitarmi sui monologhi mi ha spiegato tantissimo su che tipo di attrice io
sia, che cammino devo fare, quali sono i miei punti di forza e le mie
debolezze. E ho scoperto gli altri, anzi le altre che quest'anno siamo tutte
donne, nei loro punti di forza e debolezza. E così mi sono trovata incastrata
per un altro anno, bravo eh? E io che volevo fare la grande fuga per la
vittoria! Ora ti tocca sopportarmi, e ben ti sta, e sarai anche un poco
responsabile del mio primo lavoro teatrale... e se questo sarà un bene o un
male per l'umanità , sarà il futuro a giudicarlo. Ma in attesa di scoprire
nuovi traguardi, mi faccio gli auguri da sola per il mio primo anniversario.
E grazie per il regalo: la conferma che il teatro fa davvero parte della mia
vita.
Rosa Mauro
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