Non accadrà niente


di Felix Luis Viera 




I regimi comunisti sono capaci di mantenere una nazione sotto il loro controllo anche senza mandare l’esercito per strada con fucili e mitragliatrici.


La recente scomparsa di Fidel Castro non produrrà effetti importanti sulla situazione del Paese. Certo, avrà un impatto psicologico sul fratello Raúl, che ha vissuto tutta la vita all'ombra di un tale gigante della storia, ma niente di più. Raúl è il Presidente di Cuba, con il grado di generale, e tiene salda in mano la staffetta ricevuta da Fidel.
In questi giorni molti analisti politici - contrari al castrismo - hanno mostrato alla radio e alla televisione una sorta di giubilo, profetizzando a corto raggio la scomparsa del regime. Non sono così ottimista. Sono convinto che non accadrà niente. I meccanismi di repressione sono ben oliati e funzionano alla perfezione. Chiunque abbia vissuto in un paese comunista lo sa bene: i controlli sono ovunque e sono inevitabili. Un regime comunista non ha bisogno di schierare in piazza l’esercito, armato di fucili e mitragliatrici, controlla con metodi più subdoli e invisibili, ma è capace di tenere tutta la società sotto il suo dominio. Le armi fondamentali di questi governi sono l’estorsione, la minaccia, il ricatto, perpetrati in astratto, in maniera sottile. Alla base di tutto sta il fatto che il Governo è il padrone di ogni cosa, soprattutto di quel che serve alla vita quotidiana dei cittadini. Tanto per dire, quale genitore oserà manifestare contro il regime mentre il figlio sta per accedere all’Università, dal momento che l’Università è solo per i rivoluzionari? Chi è in lista d’attesa per ottenere il diritto di comprare un’abitazione, come si azzarderà a non partecipare a una riunione del Comitato di Difesa della Rivoluzione di quartiere, anche se è contrario a certe forme di repressione organizzata? Identico discorso vale per chi attende una licenza come lavoratore privato, per chi è in attesa di ricevere un permesso per viaggiare all’estero, per chi attende una promozione nel suo posto di lavoro pubblico. Non è possibile trovare un cubano di una certa età che almeno una volta nella vita non sia stato oggetto di tali subdoli ricatti. Ecco perché sostengo che non accadrà niente. Gli onori funebri in memoria di Fidel Castro saranno eccezionali e imponenti in ogni luogo della Repubblica. E una volta conclusi, tutto tornerà alla normalità. O meglio, a quel tipo di normalità cubana, che in altri luoghi sarebbe definita, senza pensarci due volte, come assurdo. Come può, infatti, non essere assurdo un mondo dove sembra che tutti abbiano la stessa idea, dove ogni sera in televisione va in onda una ridicola Mesa Redonda dove il dibattito è inesistente, dove c’è un’Assemblea Nazionale composta da 600 membri che votano alla stessa maniera, dove ci sono 1.302 giornalisti concordi con la politica del Governo, dove polizia ed esercito sono alle dirette dipendenze del Governo...
Il comunismo è il più fedele rappresentante dell’assurdo.
Per questo motivo rappresenta uno sberleffo della storia.
E come recita l’adagio: “il comunismo è una chiave perfetta, la migliore mai concepita, il problema è che non apre nessuna porta”.
Ecco perché a Cuba non accadrà niente. I regimi comunisti non soccombono per così poco, soprattutto non cadono per una spinta dal basso verso l’alto. L’ex Unione Sovietica e l’opera di Mijail Gorbachov lo dimostrano.
Che fare, quindi? Forse dovremo attendere un Gorbachov tropicale… 


Traduzione di Gordiano Lupi


 


Félix Luis Viera (Santa Clara, Cuba, 18 agosto 1945). Pubblica le raccolte poetiche: Una melodía sin ton ni son bajo la lluvia (Premio David di Poesia della UNEAC, 1976 - Ediciones Unión, Cuba), Prefiero los que cantan (1988, Ediciones Unión, Cuba), Cada día muero 24 horas (Editorial Letras Cubanas, 1990), Y me han dolido los cuchillos (Editorial Capiro, Cuba, 1991) y Poemas de amor y de olvido (Editorial Capiro, Cuba, 1994). Pubblica le raccolte di racconti: Las llamas en el cielo (Ediciones Unión, Cuba, 1983), En el nombre del hijo (Premio della Crítica 1983 - Editorial Letras Cubanas – Nuova Edizione nel 1986) e Precio del amor (Editorial Letras Cubanas, 1990). Pubblica i romanzi: Con tu vestido blanco (Premio Nacional per il Romanzo della UNEAC 1987 e Premio della Crítica 1988. Ediciones Unión, Cuba), Serás comunista, pero te quiero (Ediciones Unión, Cuba, 1995), Un ciervo herido (Editorial Plaza Mayor, Puerto Rico, 2003) e il romanzo breve Inglaterra Hernández (Ediciones Universidad Veracruzana, 1997. Editorial Capiro, Cuba, 2002.
Il suo libro di racconti Las llamas en el cielo è considerato un classico del genere nel suo paese. In Italia lo conosciamo per il romanzo più recente, Un ciervo herido, uscito come Il lavoro vi farà uomini (L’Ancora del Mediterraneo), un lavoro interessante che affronta il tema delle UMAP (Unidades Militares de Ayuda a la Producción). Ha pubblicato il romanzo El corazón del rey, che racconta i primi passi della instaurazione del socialismo a Cuba, negli anni Sessanta, ma non abbandona la poesia e lavora alla raccolta La patria es una naranja, ispirata alla nostalgia per la terra natale e alla vita in Messico dal 1995. La patria è un’arancia è stata tradotta in Italia da Gordiano Lupi e pubblicata in Italia dal Foglio Letterario (2009). Sono reperibili su Amazon alcuni libri di poesia gratuiti, tradotti sempre da Gordiano Lupi: Preferisco quelli che cantano, Ogni giorno muoio 24 ore, E mi hanno fatto male i coltelli, Poesie d’amore e d’oblio

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