GUERCINO A PIACENZA: UNA PIACEVOLE SCOPERTA

IL NOSTRO SAURO DAL MODERNO E LE FORME DI ARTE CONTEMPORANEA CI RIPORTA ALLA RISCOPERTA DELLA BELLEZZA DELLE OPERE DEL GUERCINO

GUERCINO A PIACENZA: UNA PIACEVOLE SCOPERTA

Capita che noi italiani siamo circondati da tanta bellezza da non accorgercene nemmeno. Io, per esempio, ero stato qualche volta a Piacenza, in particolare per l’interessantissimo festival del Diritto, ma non mi ero mai curato di visitare il Duomo o altre chiese: mi appariva una città abbastanza anonima, con le lugubri ciminiere che si costeggiano in autostrada, andando verso Torino, e che avevano ispirato a Francesco Guccini una delle sue canzoni più tristi, “Il vecchio e il bambino”. Poi sento alla radio (ovviamente radio 3) la pubblicità della mostra “Guercino a Piacenza”, e scopro che il mio quasi concittadino, uno dei pittori più famosi del ‘600, ha affrescato gran parte della cupola del Duomo e che è ora possibile ammirare gli affreschi da vicino. Scopro così che in Emilia, oltre al Duomo di Fidenza, a quelli di Parma, Modena e Ferrara, nell’epoca romanica è stato realizzato anche il Duomo di Piacenza, che conserva tuttora diversi elementi della struttura originaria, che sono riscontrabili sia esternamente che all’interno. Come in tutte le architetture antiche, il trascorrere del tempo ha prodotto anche variazioni: perdite, aggiunte, arricchimenti. Così, nel 1626, venne affidato al pittore lombardo Morazzone (dal nome del paese di nascita), l’affresco della cupola che, essendo l’architettura del Duomo a croce latina, si trova all’intersezione della navata centrale col transetto. Il povero Morazzone doveva rappresentare otto figure di profeti nelle vele superiori e, sotto, quattro scene della vita di Gesù alternate a figure di Sibille, chiuse infine in basso da un fregio di putti; ma morì in quello stesso anno, avendo realizzato solo due Profeti. Fu quindi deciso di convocare un pittore di chiara fama, Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, che era tornato nella nativa Cento dopo aver raggiunto l’apice del successo a Roma, dove aveva rivaleggiato col bolognese Guido Reni, acquisendo lo stile classico che ne caratterizzò da allora il lavoro. Guercino, a fronte di un cospicuo compenso e della messa a disposizione di un alloggio vicino al Duomo, lavorò con notevole velocità, con l’aiuto di molti assistenti, e realizzò il programma figurativo entro il successivo anno 1627. Bisogna dire che l’altezza della cupola e la sua conformazione rendono piuttosto difficoltoso ammirare compiutamente l’opera dal basso. Attualmente è stata allestita una struttura in legno all’altezza della navata sinistra del Duomo che permette di accedere al presbiterio, passando dietro l’altare, fino alla canonica, che ospita alcuni documenti, redatti in latino e in volgare, che mostrano l’affidamento dell’opera a Guercino, e alla sacrestia, dove, su un’ampia parete circolare, una proiezione ad alta definizione fa compiere un viaggio coinvolgente ai tempi dell’artista, raccontando la commissione e le fasi di realizzazione degli affreschi. Poi, tornando al punto di partenza, si sale attraverso scale di pietra strette e a volte con soffitti bassi, arrivando ad un primo affaccio sulla navata centrale (falso matroneo), che offre una bella vista del pavimento e del corpo della chiesa. Poi lo spazio si apre e si può vedere un altro breve filmato che illustra la tecnica di realizzazione degli affreschi. Infine, salendo ancora, si giunge all’affaccio interno sulla cupola. Si accede pochi alla volta, si indossano cuffie che trasmettono musica antica e gli affreschi, poco alla volta, si illuminano, permettendo di goderne una vista estremamente ravvicinata e altamente suggestiva. Purtroppo la visione dura poco. Le luci si spengono e bisogna cedere il posto agli altri visitatori. Uscendo dal Duomo, si raggiunge la centrale Piazza Cavalli attraverso la rettilinea via XX Settembre. La piazza prende il proprio nome dalle statue equestri bronzee di Alessandro e Ranuccio I Farnese, opera dello scultore barocco Francesco Mochi, contemporaneo di Bernini. Da lì la via Cavour porta al grande Palazzo Farnese, sede dei Musei Civici, che ospita, nella Cappella Ducale la mostra intitolata “Guercino tra sacro e profano”: venti dipinti (e alcuni bellissimi disegni) di un artista che, dopo un inizio naturalista, attento alla realtà, anche nelle sue rappresentazioni più umili, con suggestioni luministiche caravaggesche ma anche debiti verso Ludovico Carracci e la pittura veneta, raggiunse un sereno classicismo, utilizzando luci diffuse, non drammatizzando le situazioni, diventando meno sentimentale e affettuoso, più freddo. Insomma, un artista bravissimo, che costruì e seppe gestire la sua fama di maestro, tornando da Roma a Cento e da lì inviando i suoi lavori in tutto il mondo allora conosciuto e stabilendosi a Bologna dopo la morte di Guido Reni. Fu talmente ammirato che il grande pittore spagnolo Velàzquez venne apposta a Cento per incontrarlo e i sovrani di Francia e Inghilterra lo invitarono a corte, inviti che egli non accettò (così lasciando strada ad Orazio Gentileschi che andò alla corte di Carlo I con la figlia Artemisia).
Guercino incarna così la tipica praticità emiliana, abilità nell’amministrarsi, prudenza, capacità di gestire al meglio la sua bravura e la fama acquisita. In un secolo in cui il palcoscenico dell’arte vide protagonisti che si chiamavano Caravaggio, Velàzquez, Rembrandt, Bernini, Francesco Barbieri da Cento seppe inserirsi e lasciare un forte segno

Sauro Sassi




GUERCINO A PIACENZA
PIACENZA DUOMO (PIAZZA DUOMO) E PALAZZO FARNESE (PIAZZA DELLA CITTADELLA 29) FINO AL 4 GIUGNO (SALVO PROROGHE)
PER LA VISITA DEGLI AFFRESCHI DELLA CUPOLA DEL DUOMO OCCORRE LA PRENOTAZIONE ONLINE DAL SITO www.guercinopiacenza.com
LUNEDI’ CHIUSO MARTEDI’ MERCOLEDI’ GIOVEDI’ 10-19 VENERDI’ SABATO 10-23 DOMENICA 10-19. 
SI SALE A GRUPPI DI 20 A DISTANZA DI 15 MINUTI. CI SONO ALCUNI PASSAGGI UN PO’ DISAGEVOLI MA NON CI SONO GROSSE DIFFICOLTA’
IL BIGLIETTO INTERO, CATTEDRALE + PALAZZO FARNESE COSTA 12 EURO, RIDOTTO 10 PER MENO DI 18 O PIU’ DI 65 ANNI, TCI, ACI, FAI, ARCI, ITALIA NOSTRA E ALTRE LOCALI.



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