Epistolario in Ottobre - Io e lei


di Natty Patanè
sottofondo musicale consigliato:
“It's all in the game” - Carmel
“Life in a northern town” - Dream Academy

“Aikea Guinea” - Cocteau Twins


A pecora!
Cara Greta,
oggi era una tranquillissima giornata di ottobre, il mare aveva ancora i colori belli dell'estate ma con una malinconia simile a quella che si prova nel vedere le messe in piega del sabato di chi si impone il rito settimanale impaurito dal passare del tempo ed inseguito dall'idea che le occasioni potrebbero sempre essere le ultime.
Uscito da lavoro ho percorso con incredibile flemma gli 800 metri dal parcheggio a casa poi ho aperto il portone dando uno sguardo alla massa blu in lontananza, subito ho sentito la voce della signora Vita in cortile, ricordi? Ti ho parlato di lei, quando la sento fin dall'ingresso so che l'agitazione la pervade e tra una risata gridata e un rosario alla radio è vicina all'esplosione
A pecora!
Ripete mentre sosta sull'uscio di casa, proprio di fronte al mio
A pecora dottore!
Mi giro, sai, non è usuale che mi rivolga la parola, normalmente si limita o a lanciarmi un – buonasera - con voce inquietantemente bassa e fare truce oppure a cinguettare, si proprio cinguettare credo sia il verbo più appropriato, un - Ehy! Ciao! Dottore!- quindi mi giro con stupore e sussurro
come?
Dottore dico che è un'arte! O per soldi o per apparire bisogna mettersi a pecora!
Ah! e che ci vuol fare signora! Buona serata
e sorridendo tra me e me mi rintano in casa mentre lei fa oscillare la frequenza tra una telefonata di ascoltatori che invitano alla preghiera e un Riccardodelturcolugliocolbenechetivoglio
Ma che c'entra mi dirai, infatti che c'entra tutto questo? Praticamente niente, sono tornato ieri e devo dire che le lunghe ore da solo, a guidare, spaccando l'Italia in quarti mi hanno ovviamente spinto a scendere ancora più a fondo nei miei pensieri.
Due giorni prima percorso inverso, io, Federico. Per un bel pezzo ha guidato lui, ha guidato con calma come sa che vorrei io per non stare teso come un filo in tensione, pensa! Mi sono rilassato! Poche parole, come sempre, che i nostri percorsi in macchina sono sempre stati molto silenti e infinitamente pieni di significati. Come mi somiglia! Ricordo lui sul suo seggiolino nel sedile dietro, calmo e silenzioso come normalmente non era fuori dall'auto, guardare fuori come mi dicono altri ricordano me poggiato sul vetro di una vecchia 500. E poi, che so, è stato proprio bravo a trovar casa, a imparare in fretta a muoversi a giocarsi le sue fiches iniziali.
Nel pomeriggio ho fatto un lungo giro, da solo, poi tornato in casa mi ha raccontato come erano andate le cose in facoltà e dopo mi sono steso un po'. Di là si sentiva armeggiare lui e il suo amico coinquilino, sistemavano disposizioni dei mobili, tv, divano, consolle per giocare e in quel loro chiacchierare ho sentito il peso di quello che negli anni mi son perso.
Intanto tu e Gabriele lottavate con le burocrazie, le rssa, i servizi sociali, e un uomo così vicino per sangue così lontano e assente nei fatti, che ti riconosceva anche quando la mente gli si perdeva nei meandri del destino.
Quanto è stata presente la sua assenza in tutti questi anni e quanto può tormentare la mancanza se vorresti solo esserci.
C'è stato un tempo, quel tempo che, mi hai spiegato, con difficoltà ricordi e spesso hai avuto bisogno di me per ricucire in episodi e volti, in cui cercavi di accompagnarmi per il mondo che forse inconsciamente sapevi mio, vedi? Già allora volevi fare da guida ed ora ti ho immaginata, serena, misurata mentre gli tenevi la mano
Gabriè pensa, quando toccherà a uno di noi, non ci saranno mani a tenere la nostra
così gli hai detto mentre lasciando la mano di vostro padre gli lasciavi il turno.
Continuerai a dire - che c'entra? -
E se ci pensi è un gioco di generazioni, io accompagno verso una potenziale vita nuova piena di speranze, di progetti, tu accompagni una conclusione senza nessun fare da prefica, con la dignità e la fierezza che ti contraddistingue da sempre, e mentre tu senti come un palpito che ti apre il cuore e vedi nell'alba del nostro mare nero un giorno che rinasce io sento gli anni e vedo allo specchio un vuoto pesante che poggia sulle spalle piegate.
Km, Km, Km, e tempo, tempo, ci affanniamo e siamo rimasti la, sulla spiaggia di Fondachello a raccontarci di viaggi mai fatti e di promesse infrante.
E se avesse proprio ragione la signora Vita? Se tutto fosse condensato nelle due motivazioni che lei individua nel vivere proni? - per soldi o per passione - così antitetiche così incredibilmente capaci di annullarsi a vicenda e allo stesso tempo convivere nei pensieri espressi della mia vicina dalla voce in bilico tra quella di un demone irrochito dai fumi della Geenna e quella di una bimba capricciosa e cinguettante.

Va beh! Forse dovrei cercarmi una bella stazione radio vintage anche io, magari un po' meno nazional popolare? Ma giusto un pizzico!

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