Alla sanità digitale mancano le competenze

di Marco Calvo - Paginatre.it


Ai bambini si canta la filastrocca “Per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole l’albero, per fare l’albero ci vuole il seme, per fare il seme ci vuole il frutto, per fare il frutto ci vuole un fiore”. Da grandi si scopre che la filastrocca inganna, in effetti si, per fare il tavolo ci vuole il fiore, ma ci vogliono anche il sole, la pioggia, la buona terra, il concime e poi soprattutto un bravo falegname.
Sergio Pillon
Prof. Sergio Pillon, Direttore Medico del C.I.R.M.
Vivo il mondo dell’innovazione digitale dall’interno dell’ospedale ed ho diretto una unità operativa di Telemedicina, con una direzione strategica che cambiava ogni due-tre anni: sui “falegnami”, come diceva l’androide di Blade Runner prima di morire “ho visto cose che voi umani…” Alcuni esempi, piccole storie ignobili, che non valgono una riga su un giornale, come diceva Guccini.
Incontro di Budget con il Capo Dipartimento, il Direttore Generale e la Responsabile del DITRO (servizi infermieristici):
“Pillon cosa fa Lei con la telemedicina?”
“Curiamo i pazienti con le ulcere vascolari anche dal domicilio, evitando che debbano venire a medicarsi in ospedale ogni due giorni”
“Pillon e lei chiama telemedicina inviare qualche immagine? Lei che specializzazione ha?”
“Sono un angiologo”
“Ecco, mi faccia un po’ di eco-color doppler, in modo da accorciare le liste di attesa…” e gli altri manager tutti concordi…

Incontro con il Direttore Generale (un altro), che segnala al dipartimento che, invece dell’aumento del 3% di produttività concordato, si è al momento rilevata una riduzione del 5%:
“Direttore, Lei sa che all’oggi le richieste di consulenze specialistiche tra i reparti vengono inviate per fax o per camminatore, su prestampati riempiti a penna con calligrafie illeggibili e che alcuni di questi riportano in intestazione un primario deceduto da dieci anni? (implicito, come fai a fare un controllo di gestione, di efficacia, di efficienza e di appropriatezza di cui ci hai parlato fino ad ora?”
“Capisco Pillon, stia tranquillo stiamo comprando i PC”
“… Ma direttore in problema non sono i PC…” e il direttore, seccato dal botta e risposta: “Pillon, come sa stiamo nominando il nuovo responsabile dell’informatica aziendale”.
 
Ma il migliore esempio mi tocca da vicino: concorso interno per la nomina a direttore dell’UOSD di Angiologia, il collega, senza alcuna esperienza di direttore di UOSD, io ho 10 anni di direzione di UOSD di Telemedicina, mi supera per un punto proprio sulle competenze cliniche od organizzative.
La motivazione della commissione: “Nella scelta del Direttore della UOSD Angiologia si è voluto dare particolare rilievo alle competenze in ambito clinico e organizzativo in relazione a quelli che dovranno essere gli impegni assistenziali della UOSD Angiologia”. “Pillon ha un ottimo il percorso formativo e professionale. Per la sua area di competenza, la Telemedicina ha avuto importanti riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale ricoprendo ruoli istituzionali (…)” però ha un punto in meno del collega. In sintesi, Pillon è un angiologo che usa la telemedicina, dunque, visto che dirige una struttura che fa telemedicina vascolare da 10 anni ha meno competenze cliniche ed organizzative sulla angiologia! Come dire che il cardiologo che usa l’ecocardiografia e dirige una struttura di cardiologia che la usa, è meno cardiologo di quello che non la usa. Certamente, avrei potuto fare ricorso, per vedere annullata la graduatoria tra 5 anni…
 
Potrei continuare nell’”ho visto cose che voi umani”, ma devo aggiungere che tutti coloro che ho citato sono degli ottimi manager e non lo dico per piaggeria, alcuni di loro non so neppure dove siano oggi, semplicemente sono degli ignoranti digitali, nel senso di coloro che ignorano, non sul piano informatico (usano tutti gli strumenti digitali) ma non hanno capacità di leadership digitale. Non sanno leggere il cambiamento in atto, non sanno come fare per gestirlo o cavalcarlo, al massimo si fidano di consulenti esterni o di aziende esterne fornitrici di tecnologia e, peggio di tutto, non se ne rendono conto.
 
Non si amministra una azienda da oltre un miliardo di euro di fatturato annuo con i consulenti, non si guida il cambiamento digitale nel SSN che tutti invocano senza Leadership digitale. Sono ottimi manager, devono essere formati e deve essere formato anche il “middle management” i capi dipartimento, i direttori di unità Operative, i direttori di distretto, i coordinatori infermieristici. Stavolta però cominciare dal basso è inutile, la direzione strategica aziendale (Direttore Generale, Direttore Sanitario e Direttore Amministrativo) hanno un grandissimo potere di indirizzo, da lì bisogna iniziare il cambiamento: le linee di indirizzo per le attività e le esperienze internazionali ci sono, ci sono persino i finanziamenti da quando la Telemedicina è valutata in sede di verifica LEA. In un prossimo articolo sul tema “ho visto cose che voi umani…” vi parlerò di quello che ho visto sulla Telemedicina declinata al regionalese, teleassistenza scambiata per telemonitoraggio, il sociale scambiato per il sanitario e viceversa, progetti clinici senza dispositivi medici… La leadership digitale degli assessorati è ancora inferiore a quella delle direzioni strategiche.
 
Competenze, da formare attraverso il sistema delle università Italiane, con gli strumenti dei Master Universitari di secondo livello, anche in modalità “formazione a distanza”, FAD, perché un top manager non ha molto tempo libero. Questo avviene negli Sati Uniti ed in altri paesi del mondo, mi sono trovato a fare lezione agli “studenti” di prestigiose università americane, che vengono anche da noi ad imparare. Perché avviene da loro e non da noi? Perché nonostante il tema sia centrale, da noi la formazione in questo settore non è abilitante, non serve a nulla, è semplicemente un pezzo di carta in più tra le decine che ha il top manager. Già, anche io ho un master universitario di II livello in eHealth, ma nel mio concorso non è servito a nulla, in fondo perché pensare di innovare la Angiologa Romana? Evidentemente non serve… In compenso la SAIPEM ha formato tutti i propri medici sulla Digital Health in Oil and Gas Medicine, in Italia, non in USA.
 
Una formazione universitaria abilitante per fare il Direttore di aziende sanitarie, un “pezzo di carta” utile, con l’ECM non ci si fa molto e per i top Manager del SSN potrebbe essere uno dei cavalli di Troia del cambiamento. Anche se va male abbiamo promosso la cultura dell’innovazione digitale in sanità e magari al prossimo concorso, al prossimo cambio di direzione strategica un medico, un infermiere, un tecnico di laboratorio o di radiologia si vedranno riconosciute le fatiche fatte per fare un SSN migliore ed magari un premio dell’osservatorio del Politecnico di Milano, che oggi chiama gli innovatori digitali in sanità “eroi”.
 
Con osservanza, Sergio Pillon.
 
Prof. Sergio Pillon, medico, specialista in Angiologia, master universitario di II livello in eHealth. Direttore Medico del C.I.R.M., ha diretto per 10 anni l’Unita Operativa Dipartimentale di Telemedicina dell’ospedale San Camillo di Roma. Coordinatore della Commissione Tecnica Paritetica per la governance delle linee di indirizzo nazionali per la telemedicina. Scientific Advisor del progetto Lineamientos para el desarrollo de la telemedicina y telesalud en Chile dell’lnstituto de Ciencias e lnnovacion en Medicina, su incarico del Ministero della Salute e del Ministero dell’economia del Cile.

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