di Fabio Pandiscia - www.fabiopandiscia.it
fonte: fabiopandiscia
Spesso troviamo la bugia al centro di eventi storici importanti come: nelle vicende del cavallo di Troia, nella morte di Socrate che preferisce bere la cicuta piuttosto che mentire, fino a Galileo, Cartesio, oppure in tempi più recenti, ai retroscena del Watergate o il bombardamento di Pearl Harbour, ecc.
Tutti mentiamo prima o poi, è normale, o meglio, è tipicamente istintivo, non è una condizione specifica dell’adolescenza, né un indice particolare di psicopatologia.
È ovvio che i bambini non possiedono le proprietà linguistiche degli adulti, per cui spesso definiamo bugia ciò che per il bambino è una semplice espressione di un’emozione, come ad esempio la paura, di bisogno di rassicurazione o di percezione inesatta della realtà.
Si può parlare di bugia quando si nota l’intenzione, un comportamento cosciente di mentire.
Se nei bambini la capacità di mentire è molto legata ad una prova atta a misurare la reazione degli adulti al suo comportamento, con lo sviluppo tale capacità assume altri significati, perché entrano in gioco altre variabili, come ad esempio: la situazione che si sta vivendo, la persona alla quale è rivolta o lo scopo che si vuole raggiungere.
È utile quindi una corretta classificazione in merito alle menzogne, alcuni ricercatori (Lewis M., Saarni C. , 1993) hanno quindi distinto vari tipi di bugie: bugie dovute a timidezza, di tipo gratuito, bugie fatte per evitare punizioni, oppure per difendere se stessi, gli altri, o anche la propria privacy, vediamone alcune:
Menzogne di timidezza
La timidezza può spingere a raccontare bugie. Alla sua base c’è una rappresentazione negativa di se stessi; i timidi infatti, si sentono inferiori e questo modo di pensare influenza le loro relazioni.
Menzogne gratuite
Dietro alla maggior parte delle bugie si cela uno scopo o desiderio. A volte invece ci troviamo di fronte a bugie che non lasciano intuire che cosa vuole raggiungere il soggetto, sono tutte quelle bugie che vengono raccontare per puro divertimento o anche per dare sfogo alla fantasia.
Menzogne fatte per evitare punizioni
Aver paura di una punizione da un motivo per dire bugie, sia negli adulti che nei bambini. Questi ultimi imparano a mentire ben presto quando si rendono conto di aver commesso una trasgressione.
Bugie per salvaguardare la propria intimità
Per salvaguardare la propria privacy spesso i ragazzi, ma anche gli adulti, raccontano bugie. Nell’adolescenza emerge nei ragazzi il bisogno di crearsi un proprio spazio, di conseguenza scoperte sessuali e sentimentali, amicizie e vita di gruppo sono esperienze difficili da comunicare agli adulti. L’adolescenza inizia proprio quando il giovane mira, anche a costo di mentire, a creare un proprio spazio privato, dove i genitori e gran parte delle figure adulte sono intenzionalmente escluse. L’adolescente può mentire per svariati motivi.
Quando avviene nel dialogo con i genitori, la bugia è spesso strumentale, in quanto aiuta a preservare, nei momenti critici, uno spazio interiore.
In questo periodo della vita troviamo timori legati al confronto, al giudizio e al conflitto, quindi tramite la menzogna si cerca una fuga dalle difficoltà e responsabilità.
La bugia nell’adolescenza
L’uso della bugia in adolescenza può indicare una difficoltà di integrazione dei diversi aspetti del Sé, sembra rispondere ad un fisiologico bisogno di “prendere tempo“, è un’esigenza di carattere difensivo finalizzata a proteggere parti del Sé non ancora consolidate.
La menzogna a quest’età, per lo sforzo di coscienza che richiede, rappresenta una tappa evolutiva fondamentale: la ribellione, infatti, è un gesto trasgressivo e consapevole che implica anche una spiccata capacità di reggere il peso della colpa, è qui in gioco l’identità del giovane alle soglie dell’età adulta, l’etica e la responsabilità.
Menzogne dette per proteggere sé stessi o gli altri
sono bugie che vengono dette nella vita di ogni giorno, per proteggere noi stessi o i sentimenti di persone a noi care.
Pensiamo per un attimo a quando riceviamo un regalo che non ci piace, non è forse vero ci mostreremo comunque entusiasti, dissimulando la delusione? Gli adulti possono mentire anche per cortesia e questa regola sociale viene ben presto assimilata anche dai bambini.
Pensiamo per un attimo a quando riceviamo un regalo che non ci piace, non è forse vero ci mostreremo comunque entusiasti, dissimulando la delusione? Gli adulti possono mentire anche per cortesia e questa regola sociale viene ben presto assimilata anche dai bambini.
Menzogne che fanno ottenere reputazione
Sono delle bugie in cui ci si inventa una storia, oppure un lavoro diverso, più remunerativo del reale, o anche una famiglia diversa. Sono menzogne comuni nel periodo dell’infanzia, ma se la sua persistenza si estende oltre tale età, potrebbe essere un segnale preoccupante di alterazioni psicopatologiche.
Mentire a se stessi
E’ un inganno a sé stessi, una bugia che ci lascia confusi, dal momento che il soggetto che mette in atto tale menzogna è allo stesso tempo ingannatore e ingannato.
Nell’autoinganno vengono messi in atto meccanismi di difesa come la razionalizzazione e la denegazione.
Attraverso la razionalizzazione il soggetto inventa spiegazioni per il suo comportamento, da un lato può celare a se stesso la reale motivazione di alcune emozioni, e dall’altro riesce a nascondere ciò che sa inconsciamente, ma non vuole conoscere.
Attraverso la razionalizzazione il soggetto inventa spiegazioni per il suo comportamento, da un lato può celare a se stesso la reale motivazione di alcune emozioni, e dall’altro riesce a nascondere ciò che sa inconsciamente, ma non vuole conoscere.
Attraverso la denegazione, invece, il soggetto rifiuta di riconoscere qualche aspetto della realtà interna o esterna evidente per gli altri, è questo l’esempio dell’alcolista che mente a se stesso dicendosi che non ha nessun problema.
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