Case a Igloo e case a Fungo: Mario Cavallè

 Vittorio Miranda

fonte immagine: Mialno pocket - case a igloo Milano


Mario Cavallé (Milano 1895 - 1982) che dal 1912 al 1915 viveva a Francoforte in Germania, per lavoro, viene richiamato in patria nel 1915 per combattere durante la prima Grande Guerra. Fu nel primo dopoguerra che inizio gli studi e si laureò nel 1922. Nel 1923, con abbreviazione di corso, conseguì la laurea anche in architettura. Divenne assistente di Arturo Danusso ed iniziò una importante carriera di progettista architettonico e di accademico. Nel 1935 ottenne la libera docenza in Tecnica dell’Architettura. 


Prima di parlare delle successive opere che ha realizzato nel corso della sua vita, voglio parlare brevemente del suo progetto particolare che nei fatti lo consegnò alla storia dell’architettura, perché nei fatti già all’epoca, come architetto, era già abbastanza famoso.


Ovvero del progetto dell’immediato secondo dopoguerra. Mario Cavallè si rese protagonista di una delle più curiose esperienze di architettura residenziale in Italia, edificando nel quartiere della Maggiolina (periferia nord-est di Milano) le cosiddette Case a Igloo e le Case a Fungo. Si trattava di due piccoli complessi di abitazioni monofamiliari a pianta circolare con le curiose forme, rispettivamente, di igloo – su un solo piano fuori terra – e di funghi su due, di cui, fortunatamente, rimangono tutt’oggi alcuni esemplari a testimonianza dell’estro di Cavallè, sopravvissuti alla febbre demolitrice della speculazione edilizia degli anni 60, anche grazie all’intervento dell’architetto Luigi Figini che si attivò affinchè venissero salvaguardate dai Beni Culturali. 

La loro struttura - Le case igloo sono costituite da una base circolare di circa 45 m². Sono delle vere e proprie cupole realizzate con un sistema a volta formato da mattoni forati disposti a losanghe convergenti. Questa tecnica consente di disporre gli arredamenti interni con una maggiore libertà. Le mini-abitazioni sono disposte su due livelli: un piano interrato, utilizzato come cantina e ripostiglio e accessibile solo dall’esterno, e un piano abitativo rialzato.

La disposizione originale prevedeva un ingresso, un bagno, due stanzette e una cucina. Tuttavia, oggi solo due case igloo hanno mantenuto il loro aspetto originario, mentre tutte le altre hanno subito negli anni modifiche e ristrutturazioni. Alcuni cambiamenti sono stati obbligati, a causa del tempo e degli eventi atmosferici. L’idea delle case igloo fu importata dall’ingegnere Cavallé direttamente dagli Stati Uniti, dove egli stesso si era formato. In quegli anni nel continente oltreoceano l’architettura delle case circolari era già molto diffusa.


Per vedere con i vostri occhi queste abitazioni non dovrete far altro che andare in Via Lepanto con l’automobile, oppure prendere la metro lilla, con fermata Istria. Preparatevi ad immergervi in una dimensione un po’ magica e grottesca e ad ammirare uno degli esempi più estrosi dell’architettura italiana degli anni ‘40. Oltre questo, firmò anche molti progetti tra cui la ricostruzione del Teatro Dal Verme con Vittoriano Viganò, nel 1947, con 1850 posti; il cinema Marte (del 1955, poi denominato Nobel) la cui sala è costituita da una volta a botte in cemento armato ad archi e nervature a losanghe e 560 posti; il Cinema Istria (del 1940) la cui sala con volta a botte in cemento armato possiede archi e plafone e 1100 posti. 


Oltre che per la progettazione per gli usi teatrali e cinematografici, Cavallé ideò e realizzò diverse costruzioni con brevetti a igloo e a fungo, esplorando al massimo le potenzialità del cemento armato nelle forme libere. Tra questi progetti le case al quartiere Maggiolina del 1946, e la Villa Perelli (oggi Residence Touring), del 1940. Da non tralasciare una sua pubblicazione, quale “Tecnica delle costruzioni di Cinema e Teatri, Gorlich Editore, Milano 1958”.


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