La corsa alle biomasse forestali mette e rischio la biodiversità e la salute dei cittadini: non sono una fonte di energia rinnovabile e non devono ricevere incentivi pubblici. Alberi e foreste a un bivio: biomasse per pochi o benefici ecosistemici per tutti?
Roma,
17 aprile 2021 - Green
Impact e GUFI - Gruppo Unitario per le Foreste Italiane, le due
organizzazioni italiane che aderiscono alla Forest Defenders Alliance - l’alleanza di oltre 100 ONG in 27 paesi
– insieme a ISDE – Medici per l’Ambiente,
Parents for Future e WWF Forlì – Cesena hanno organizzato un
convegno nazionale contro l’utilizzo
delle biomasse forestali per la produzione di energia elettrica, che si terrà giovedì
22 aprile in streaming su Zoom e sulle pagine Facebook delle associazioni
organizzatrici. Al convegno aderiscono anche Greenpeace Italia, ProNatura
Emilia Romagna, ProNatura Forlì, Centro Parchi Internazionale, SISM
(Società Italiana Scienze della Montagna), SIRF
(Società Italiana di Restauro Forestale), CISDAM
(Centro Italiano Studi e Documentazione degli Abeti Mediterranei), GrIG (Gruppo d’Intervento Giuridico), Italia Nostra Toscana, Italia Nostra
Abruzzo, OIB - Osservatorio Interdisciplinare sulla Bioeconomia e Simbiosi Magazine.
Le foreste sono già messe a rischio
dagli incendi, dal disboscamento, dai cambiamenti climatici e dal
sovra-sfruttamento. L’aumento dei tagli per sfamare la fame di legname delle
centrali a biomasse forestali per la produzione di energia elettrica
costituisce un’ulteriore minaccia per il nostro patrimonio forestale.
Un recente articolo pubblicato su
“Nature” riporta un incremento del 49% della
superficie forestale europea sottoposta a taglio e un incremento della perdita
di biomassa del 69% in tutta Europa nel periodo 2016-2018 rispetto al
quinquennio precedente. Il Wood Resource Balance (WRB) dell’Unione Europea
(2018) mostra un incremento in Italia da 12 mila a 43 mila m3 tra il
2009 e il 2015, tra i primi cinque Stati dell’EU28. L’Italia è inoltre tra i maggiori
importatori di “pellet”, per circa l’85% dei consumi, causando tagli boschivi e
impatti sugli ecosistemi forestali anche fuori dal nostro Paese.
Questa
tendenza è favorita dalle politiche, sia europee sia nazionali, di deduzioni
fiscali e di incentivi che hanno incrementato l’uso delle biomasse legnose per
riscaldamento e produzione energetica, promuovendolo come ecologico e
rinnovabile nonostante le criticità in merito.
“L‘impiego
delle biomasse legnose a scopo energetico è tutt’altro che neutrale rispetto
alle emissioni di CO2 in atmosfera e contrasta con il perseguimento
degli obiettivi di limitazione del riscaldamento globale”, dice Fabrizio
Bulgarini di Green Impact. Le centrali a biomassa, nate per utilizzare i
materiali di scarto, non possono in alcun modo ricevere gli alberi tagliati per
essere ridotti in “pellet” e bruciati come biocombustibile.
Una posizione ribadita dalla scienza: a febbraio oltre 500 scienziati, anche italiani, hanno inviato una lettera a cinque leader politici mondiali (la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen; il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michael; il Presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden; il Primo Ministro del Giappone, Yoshihide Suga e il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in) per chiedere di arrestare l’utilizzo di biomassa legnosa di origine forestale per produrre energia su grande scala.
Le problematiche poste dalla produzione e dalla combustione delle biomasse forestali sono numerose: la combustione di legno produce CO2 e compromette la capacità delle foreste di assorbirla. La combustione di legno produce particolato: le polveri sottili PM 2,5 e PM 10.
I boschi italiani stanno aumentando di superficie, ma rimangono di bassa qualità : hanno i bassi livelli di biodiversità e una bassa provvigione, ovvero pochi metri cubi di legname per ettero. La produzione di biomassa legnosa porta a una gestione forestale con tagli ravvicinati negli anni;
La richiesta di combustibile legnoso ha causato l’importazione di legname ottenuto con metodi impattanti quando non illegali da molti paesi del mondo; “Gli alberi”, dice Giovanni Damiani del GUFI, “sono più preziosi come componente viva degli ecosistemi che tagliati e utilizzati come combustibile”. Le foreste forniscono infatti numerosi benefici ecosistemici: di supporto come la formazione del suolo, la fotosintesi, il riciclo dei nutrienti; di approvvigionamento (cibo, acqua, legno, fibre…); di regolazione come la stabilizzazione del clima, l’assesto idrogeologico, la barriera alla diffusione di malattie, il riciclo dei rifiuti, la purificazione dell’aria e la qualità e quantità dell’acqua nei bacini idrografici; benefici culturali con i valori estetici, ricreativi, culturali, scientifici e spirituali. La gestione delle foreste deve considerare e garantire tutte queste funzioni.
Link Zoom al convegno:
https://zoom.us/j/99766860067?pwd=VS9ZalNuNmpQYnBlVVhFbDhBSUZGUT09
CONTATTI
Valentina Venturi
GUFI – Gruppo Unitario per le Foreste Italiane
340 3386920 | press@gufitalia.it www.gufitalia.it
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