HERBERT LIST E BERNARD PLOSSU A BOLOGNA: FOTOGRAFIA E CIBO

 

 HERBERT LIST E BERNARD PLOSSU A BOLOGNA: FOTOGRAFIA E CIBO

 

 


ƈ in corso a Bologna, fino al 28/11, la biennale di fotografia dell'industria e del

lavoro, organizzata da Fondazione Mast che da anni offre nei suoi splendidi spazi

espositivi, e anche altrove, rassegne di grandissimo interesse dedicate alla fotografia

industriale. Undici mostre, una nella sede della fondazione e le altre in vari spazi

cittadini. Tutte molto interessanti ma, a mio avviso, le migliori per gli amanti della

foto classica sono quelle ospitate a Palazzo Fava. Due fotografi molto famosi

documentano aspetti diversi del tema di questa biennale, che ĆØ il cibo, la sua

produzione, la rappresentazione, il rapporto con esso nell'evoluzione storica e

sociale. Herbert List fa parte della storia della fotografia. Nato nel 1903, ha avuto

modo di praticare un genere di foto sperimentale, imbevuto di cultura classica, con

forti riferimenti alla pittura di De Chirico e grande amore per la rappresentazione del

corpo maschile. EntrĆ² nel mondo delle grandi riviste di moda e le sue qualitĆ 

tecniche e culturali lo portarono a realizzare immagini memorabili per l'originalitĆ 

dell'invenzione visiva. Nel dopoguerra aderƬ all'agenzia Magnum, con Capa, Cartier

Bresson, ecc. e si dedicĆ² anche al reportage. EseguƬ, su commissione, un servizio

sulla cattura e lavorazione del tonno nella tonnara Florio di Favignana (oggi

trasformata in museo), presentato in mostra. Sono 41 foto, che testimoniano una

cultura e una pratica che andavano sparendo, rappresentando gli isolani come figure

mitiche, depositari di un sapere arcaico ed eroico.


Bernard Plossu (1945) ĆØ un fotografo francese che ha assorbito l'aria del 1968 ed ha

associato la pratica fotografica con un grande desiderio di viaggiare, conoscere

persone di radici culturali diverse, sempre attento agli emarginati e con un occhio

ironicamente critico verso il mondo trionfante del capitale e delle trasformazioni che

provoca nel paesaggio e nelle persone. Usa da sempre una macchina analogica,

pellicola in bianco e nero, obiettivo da 50 mm. CioĆØ una dotazione essenziale, che gli

permette di muoversi agevolmente e, come dice, di danzare davanti alla scena che

intende rappresentare. I cultori di apparati ipertecnologici dovrebbero vedere le sue

foto per capire che, per fare cose belle, non servono super apparecchi, macchine da

trasportare con un trolley, droni. Bastano occhio, sensibilitĆ , cultura, consapevolezza

del discorso che si vuol fare, empatia. Dai suoi enormi archivi sono state selezionate

foto che si riferiscono al tema della biennale di fotografia industriale, cioĆØ il cibo in

tutte le sue accezioni. Sono immagini da Stati Uniti, Messico, Francia e molti altri

paesi, tra cui l'Italia. Mostrano la resistenza degli indiani Hopi che continuano a

coltivare mais e respingono l'omologazione; i marchi del capitale trionfante che

invadono i paesaggi urbani e anche rurali, segno del neocolonialismo globalizzato; la


differenza tra panorama europeo, che contiene ancora echi di grandi culture e

antiche tradizioni popolari e quello americano, uniformato dal capitale. La

disposizione delle foto, tutte di piccolo formato, splendidamente stampate, alterna

immagini raggruppate, come un'unica composizione, e altre isolate, su cui

soffermarsi con piĆ¹ attenzione. La cultura pittorica di Plossu lo porta a richiamare la

storia dell'arte con omaggi al paesaggismo di Sironi, CarrĆ  ma anche a Malevic (una

forma di Camembert che richiama il bianco su bianco dell’artista russo) e anche a un

genere classico come la natura morta. Stupenda la foto di una tovaglia bianca che

emerge dal nero, ironico un pezzo di salame con un coltello conficcato, segno dei

tempi una lattina schiacciata sull'asfalto. La mostra termina con una foto invernale

di Favignana (Plossu ha visitato e rappresentato tutte le isolette italiane), che

introduce, nella sala a fianco, la mostra delle foto realizzate da Herbert List nella

tonnara Florio dell'Isola.


Sauro Sassi


V BIENNALE DI FOTOGRAFIA DELL’INDUSTRIA E DEL LAVORO

BOLOGNA, FONDAZIONE MAST E ALTRE 9 SEDI

FINO AL 28/11/2021 MARTEDI’ DOMENICA 10-19

LA MOSTRA DI LIST E PLOSSU SI TIENE A PALAZZO FAVA VIA MANZONI 2

INGRESSO GRATUITO CON GREEN CARD E REGISTRAZIONE CHE SI PUO’

FARE IN LOCO


 

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