di Vincenzo Jacovino
E' possibile alzare un muro, pietra calce e silenzio. E’ sempre piĂą assordante il rumore della politica tanto da spingere il cittadino in un grande territorio di mezzo dove, un muro, comunque, che separi e definisca un confine tra un passato di vuota, deludente politica e un impellente bisogno di sviluppare aspettative concrete per il futuro. E anche se
..........Sopra il muro
segnano giudizi sui doveri
(della politica), e se la pioggia li cancella
li riscrivono, ancora con geometrie
piĂą ampie (S. Quasimodo)
però, la bassa moralitĂ , congiunta al mancato senso dello Stato, genera questa politica rumorosa, predatrice e priva di valori. Abbassare i decibel di questa assordante rumorosità è un’impresa titanica costatato che la classe politica e dirigenziale del Paese non ha acquisito e interiorizzato i due valori essenziali: il senso dello Stato e l’etica civile.
Il rumore della politica, investendo e attraversando la societĂ , ha creato uno stato di cose che, in effetti, non è rappresentabile, ecco il perchĂ© delle liste bloccate, ma al tempo stesso è la condizione in cui si è immersi senza essere vincolati. Pertanto tra il cittadino e la classe politica c’è una distanza oceanica e, quindi, un’abissale incomunicabilitĂ . Questa rumorositĂ ha invaso, ormai da molti anni, la vita dei cittadini in una nuova normalitĂ la cui specificità è sotto gli occhi di tutti: è fatto di ruberie a tutti i livelli, di lucro sul peggio, soprattutto sulla salute e sul dolore, di connivenze politiche (di tutta la politica), di corruzione diffusa capillarmente nel tessuto sociale del Paese. E’ un vero dividendo dello sfascio tanto
Il rumore della politica, investendo e attraversando la societĂ , ha creato uno stato di cose che, in effetti, non è rappresentabile, ecco il perchĂ© delle liste bloccate, ma al tempo stesso è la condizione in cui si è immersi senza essere vincolati. Pertanto tra il cittadino e la classe politica c’è una distanza oceanica e, quindi, un’abissale incomunicabilitĂ . Questa rumorositĂ ha invaso, ormai da molti anni, la vita dei cittadini in una nuova normalitĂ la cui specificità è sotto gli occhi di tutti: è fatto di ruberie a tutti i livelli, di lucro sul peggio, soprattutto sulla salute e sul dolore, di connivenze politiche (di tutta la politica), di corruzione diffusa capillarmente nel tessuto sociale del Paese. E’ un vero dividendo dello sfascio tanto
pare
non debba dirsi Italia ma
lo Sfascio (E. Montale)
E se il rumore della politica è emersa con tale virulenza ciò è accaduto perchĂ© la societĂ , che esprime questa rumorositĂ , culla nel proprio seno: sì l’assenza di valori oltre alla mancanza di morale e a un incalcolabile egoismo, ma è priva del senso dello Stato e dell’etica civile. E’ evidente che il venir meno di questi due elementi, fondamenti di una democrazia, scompare di conseguenza del tutto il senso di responsabilitĂ . E’, quest’ultimo, il necessario vettore fiduciario tra il cittadino e la politica perchĂ© la politica è soprattutto assunzione di responsabilitĂ , di oneri anche pesanti specie quando c’è da pagare i suoi prezzi.
Non c’è bilanciamento, oggi, all’invadenza assordante del rumore della politica anche perchĂ© il cittadino ha perso quel minimo “valore aggiunto” che era l’opportunitĂ di scegliere il rappresentante piĂą prossimo ai propri principi etici e morali o, nel caso di forti dubbi e incertezze, di optare per il “male minore”. Oggi, invece, il suo vivere quotidiano è, di giorno in giorno, minato e inquinato da questa rumorositĂ ottundente.
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