di Vincenzo Jacovino
Con l’estate agli sgoccioli anche il tempo dello svago e del poco riposo volge al termine. Perché tutti, anziani o giovani, hanno inteso l’estate come il tempo dello sballo. E questa interpretazione vige da molti anni tant’è che il sano riposo coniugato al divertimento socializzante non ha più cittadinanza nel modus vivendi della gente. E’ di moda lo sballo e si vada tranquillamente a sballare.
La nonna, senz’altro, avrebbe dato a questo termine un duplice significato; l’uno del divertimento puro, inteso come assenza di sofferenze corporee e di turbamento dell’anima, e l’altro del vuoto assoluto, costituito di chiacchiere da bar dello sport, clima da villaggio vacanze e lepidezze di ogni genere. Il vuoto, in effetti, del teatro dell’assurdo. Sono venuti meno i luoghi del dibattito culturale e della socializzazione, luoghi ove la gran massa difficilmente riusciva a fagocitare le singole personalità; oggi sono, invece, aumentati i luoghi del divertimento pseudocollettivo annullante dove c’è, di frequente, qualcuno che fa il salto nella follia. Infatti
i sensi sono intorpiditi,
il minuto si piace di sé;
e nasce negli (…) occhi un po’ stupiti
un sorriso senza perché. (E. Montale)
Non c’è, quindi, consapevolezza e si segue la massa, costituita generalmente da tante piccolissime singole isole.
E’ un tempo, difatti, caratterizzato dalla
………………… solitudine di gruppo,
un fatto nuovo nella storia e certo
non il migliore a detta
di qualche Zebedeo che sta da solo. (E. Montale)
La nonna mirava a ben altri orizzonti per noi ragazzi in vacanza. Predisponeva, per facilitare il cameratismo con i ragazzi del luogo, un programma di impegni che abbracciava più direzioni e tutte, tendenti, a ritemprare, ovviamente, forze fisiche e spirito ma, soprattutto, ad allontanare il vuoto dalla mente. Per la nonna, il vuoto era pericoloso perché sorgente di modelli inutili e condizionanti. I nuovi compagni di giuochi, sovente, non avevano in prospettiva i nostri stessi orizzonti ma ciò serviva ad accrescere le personali ed altrui vedute rispetto al contingente di ciascuno, oltre a chiarire, con la quotidiana frequentazione, il senso d’uguaglianza nella diversità sociale. Si adoperava perché fosse sempre viva la curiosità per meglio cogliere le novità che emergevano anche nel e dall’ambiente di un piccolo borgo di campagna. Lasciava che ci fosse un confronto delle emotività, oggi in tempo di sballo, invece, c’è il predominio del “conformismo emotivo” che tutto annulla.
E l’estate che volge al termine luccicante, rutilante, pseudopulenta non sarebbe stata, senz’altro, condivisa dalla nonna perché essenzialmente vuota. E', dunque, la tipica estate da sballo.
La nonna, senz’altro, avrebbe dato a questo termine un duplice significato; l’uno del divertimento puro, inteso come assenza di sofferenze corporee e di turbamento dell’anima, e l’altro del vuoto assoluto, costituito di chiacchiere da bar dello sport, clima da villaggio vacanze e lepidezze di ogni genere. Il vuoto, in effetti, del teatro dell’assurdo. Sono venuti meno i luoghi del dibattito culturale e della socializzazione, luoghi ove la gran massa difficilmente riusciva a fagocitare le singole personalità; oggi sono, invece, aumentati i luoghi del divertimento pseudocollettivo annullante dove c’è, di frequente, qualcuno che fa il salto nella follia. Infatti
i sensi sono intorpiditi,
il minuto si piace di sé;
e nasce negli (…) occhi un po’ stupiti
un sorriso senza perché. (E. Montale)
Non c’è, quindi, consapevolezza e si segue la massa, costituita generalmente da tante piccolissime singole isole.
E’ un tempo, difatti, caratterizzato dalla
………………… solitudine di gruppo,
un fatto nuovo nella storia e certo
non il migliore a detta
di qualche Zebedeo che sta da solo. (E. Montale)
La nonna mirava a ben altri orizzonti per noi ragazzi in vacanza. Predisponeva, per facilitare il cameratismo con i ragazzi del luogo, un programma di impegni che abbracciava più direzioni e tutte, tendenti, a ritemprare, ovviamente, forze fisiche e spirito ma, soprattutto, ad allontanare il vuoto dalla mente. Per la nonna, il vuoto era pericoloso perché sorgente di modelli inutili e condizionanti. I nuovi compagni di giuochi, sovente, non avevano in prospettiva i nostri stessi orizzonti ma ciò serviva ad accrescere le personali ed altrui vedute rispetto al contingente di ciascuno, oltre a chiarire, con la quotidiana frequentazione, il senso d’uguaglianza nella diversità sociale. Si adoperava perché fosse sempre viva la curiosità per meglio cogliere le novità che emergevano anche nel e dall’ambiente di un piccolo borgo di campagna. Lasciava che ci fosse un confronto delle emotività, oggi in tempo di sballo, invece, c’è il predominio del “conformismo emotivo” che tutto annulla.
E l’estate che volge al termine luccicante, rutilante, pseudopulenta non sarebbe stata, senz’altro, condivisa dalla nonna perché essenzialmente vuota. E', dunque, la tipica estate da sballo.
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