LA TERZA STANZA E... IL DISAGIO DI VIVERE

di Edda Pellegrini-Conte

“…Nel malessere quotidiano
ĆØ il disagio di vivere il terzo millennio
quando ancora nei campi
fioriscono i ciliegi
e nei canali si specchia
il volo degli uccelli migratori.”

La Terza Stanza ĆØ il luogo dell’anima dove la mente elabora il pensiero, rivive i ricordi, si abbandona ai sogni… Nella terza stanza si incontrano fantasmi e si forgiano idee, ci si riappropria della fantasia,si impara ad amare il bello, a dibattere e contrastare il bene e il male, quello esistente dentro e fuori di noi. Talora si riscopre il coraggio e la voglia di vivere.
“La bellezza salverĆ  il mondo” e la poesia puĆ² salvare l’uomo. Incontrarsi nella terza stanza poeticamente intesa ĆØ come lasciarsi guidare da quello spirito misterioso che ĆØ l’archetipo della nostra coscienza.
Non lasciamo che si spenga nel cielo la danza delle stelle, anzi ascoltiamo attentamente la voce che l’accompagna. Nell’animo umano ĆØ caduta una goccia dell’Eterno Mistero. Da qui nascono i nostri piĆ¹ segreti pensieri, talora incomprensibili a noi stessi. Se li comunichiamo, se li facciamo sentire con la nostra voce forse vi scopriremo tracce di quel mistero divino che puĆ² darci speranza e consolazione. Troppa sociologia oggi, vera o presunta, si interessa del nostro male di vivere. Cerchiamo di fare qualcosa di diverso. Cerchiamo il bello, e altri valori che abbiano un significato meno abusato di quelli comunemente intesi, che siano piĆ¹ personali e piĆ¹ sinceri e, perchĆ© no, piĆ¹ nuovi, che scaturiscano magari dalle nostre delusioni e dalle nostre sofferenze. Valori forse piĆ¹ piccoli, meno appariscenti, meno universali, meno globalizzati infine, perchĆ© tutto finalmente ricominci daccapo. Osserviamo noi stessi e impariamo a conoscerci. Ma soprattutto impariamo ad amare la vita.


Sinfonia
Si aprono i giorni / come pagine bianche da sfogliare / tra i righi l’animo riscopre / le note di un’eterna sinfonia. / La porta che si apre / sulla nuova giornata / lo splendore del sole / il pianto silenzioso della pioggia / il piacere della sorpresa / il pensiero che crea / la poesia che consola / il canto delle stelle / il profumo della terra / le voci della primavera / il tesoro dell’amicizia / il miracolo dell’amore / il conforto della fede… / Nell’armonia del tutto / la sinfonia della vita.


8 Commenti

  1. La poesia come medicina dell'anima? SƬ, quando il verso diventa musica. Come nei versi di Edda Conte.

    Giovanna

    RispondiElimina
  2. Hai visto per caso il master di Siena dedicato a questo argomento ermetico e affascinante?
    Oppure ti occupi di tematiche legate al benessere fisico e dell'anima?
    Non trovi assurdo e stupido il termine benessere?
    patrizia

    RispondiElimina
  3. Hai visto per caso il master di Siena dedicato a questo argomento ermetico e affascinante?
    Oppure ti occupi di tematiche legate al benessere fisico e dell'anima?
    Non trovi assurdo e stupido il termine benessere?
    patrizia

    RispondiElimina
  4. SƬ ho visto quel master. In questo momento perĆ² sto insegnando. Mi piace approfondire questi temi anche a scuola. Non ĆØ facile, ma ci provo. Benessere? Hai ragione, sarebbe meglio chiamarlo equilibrio, interiore ed esteriore.

    RispondiElimina
  5. "I numeri come balsamo per il disagio di vivere"

    Il mio uomo dĆ  i numeri. No, non ĆØ per modo di dire lui dĆ  davvero i numeri. CioĆØ trova i numeri cioĆØ...
    Premetto che ĆØ laureato a pieni voti cum laude in filosofia; ha iniziato per hobby a calcolare formule per poi arrivare a scoprire combinazioni di numeri primi creano tra loro formule mai conosciute.
    Insomma, ha la piccola e modesta ambizione di riuscire a dare il suo nome a una formula matematica.
    Fin qui, direte voi, nulla di male: sempre meno nocivo della tv e delle sigarette.
    Certo, ma quando pretende di interessare e coinvolgere me (per lo piĆ¹ come schiava: a digitare numeri sulla tastiera) ĆØ troppo: io, che ho le nozioni matematiche di un bambino di seconda elementare, non riesco proprio a non sbadigliare davanti a tabelle di numeri con cifre lunghissime e, al mio occhio profano della materia, vergognosamente illeggibili...e lƬ musi lunghi e silenzi offesi. Ma insomma!
    Quindi fatevi strada, bravissimi matematici di tutto il mondo, ma lasciate stare chi, come noi, si interessa dell'aspetto culturale puramente umanistico.
    Ps Secondo voi, amici e amiche della Terza Stanza,ĆØ possibile alleviare i malesseri dell'anima buttandosi a capofitto in un'occupazione mentale cosƬ complessa e meramente scientifica? O date ai numeri anche voi, come Pitagora, un valore magico?
    Ariel unipi

    RispondiElimina
  6. Scricchiolii

    "Le forbici, la matita, gli occhiali, un bel giorno si smarriscono;
    sentono le vostre voci, vorrebbero rispondere:
    "Eccoci!" Ma non possono."
    (Giornale rurale)
    Citazione presa dal romanzo di Henri-Pierre RochƩ, "Jules et Jim", il mio preferito forse.

    Ariel unipi

    RispondiElimina
  7. Jules et Jim ĆØ anche il mio preferito Ariel, sui numeri e le formule ci devo riflettere... mi ricordo perĆ² di alcune nozioni di nerofisiologia che parlavano di un cervello maschile e uno femminile...senza possibilitĆ  di incontro, mi ricordo di sinapsi che avvenivano in maniera completamente differente...e comunque i malesseri della mia anima fanno a pugni con i numeri...
    patrizia

    RispondiElimina
  8. Ariel unipi.

    Continua con l'umanitĆ  e la forza di essere te stessa
    e, se posso darti un consiglio, lascia perdere i numeri, sterili e senza anima. L'idea, la convinzione, l'umanitĆ  che traspare da ciĆ² che scrivi...
    Quello ĆØ ciĆ² che deve far girare il mondo.
    E tu sei un vulcano.

    GimĆ 

    RispondiElimina

Posta un commento

Nuova Vecchia