Ormai siamo invasi dai luoghi comuni, primo fra tutti quello che declama che gli italiani non leggono ma coloro che infrangono questo tabù cosa leggono?
Si svolgerà a Milano dal 24 al 29 settembre, a Palazzo Greppi, Via Sant'Antonio 12, un Convegno dedicato proprio a analizzare i generi letterari più diffusi e più popolari che hanno circolato per le mani degli italiani, in un periodo di tempo molto ampio: dall'Antico regime all'età contemporanea.
Le giornate milanesi arrivano a conclusione di una lunga ricerca svoltasi con la collaborazione delle Università di Venezia, Milano, Pisa e Firenze, che si proponeva di analizzare non solo libri ma anche testi religiosi, manuali scolastici, insegnamenti pratici e opere letterarie, nella convinzione che la lettura di ogni tipo sia sempre stata un argine, un confine verso il dilagante narcisimo di massa.
La lettura è un atto individuale, il mio Rimbaud è diverso dal tuo, il tuo Pascoli è diverso dal mio ma il piacere è lo stesso, ha lo stesso sapore e lo stesso spessore anche se rimane (la lettura) un privilegio di una piccola minoranza.
"Ho dedicato parte della mia vita alle lettere e credo che una forma di felicità sia la lettura; un'altra forma di felicità minore è la creazione poetica, o ciò che chiamiamo creazione, che è una mescolanza di oblio e ricordo di quanto abbiamo letto" J. L. Borges, Oral, 1981
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