DIRE e NON DIRE

di Patrizia LĆ¹peri


Giusi D'Urso per "la terza stanza"

Sentivo ogni granello di sabbia scivolare dal mio pugno chiuso e nel suo metallico stridore, di granello in granello, scemava la mia rabbia come evaporata al calore dell'estate. Era il mare che accoglieva la mia rabbia di adolescente ferita.

Lo adoravo, perchĆØ non mi chiedeva niente e mi ascoltava, anche nel suo spumeggiare indomito, sembrava che stesse lƬ per me.

Arrivavo di corsa, in lacrime e mi lasciavo cadere a pancia in giĆ¹ sulla battigia. Piangendo stringevo i pugni sulla sabbia umida, fino a far sbiancare le mie nocche e il grido che mi lacerava dentro cedeva l'energia alle mani, alle dita, e da lƬ alla sabbia.

La vita mi passava dolorosamente addosso, senza lasciarmi il tempo di contare i giorni, di raccogliere i miei sogni, di capire i miei disagi. Troppo veloce, tutto quanto era troppo veloce!

Ma ĆØ cosƬ, allora, che si cresce? E' cosƬ che ci si ritrova grandi e ci si chiede perchĆØ mai nessuno ci ha spiegato che vivere ĆØ fatica, che ragionare ĆØ spesso doloroso, che accudire ĆØ mettersi alla prova?

La solitudine dell'imparare non ĆØ cosa da poco. La malinconia di non esser piĆ¹ bambini, la consapevolezza di avere pensieri grandi in grandi mani che devono smettere di prendere e cominciare a dare.

Tutto ha il suo fascino, tutto ĆØ perfetto una volta che si ĆØ compiuto. Ci siamo trasformati in adulti consapevoli. Va bene cosƬ, presumo. Ma resta la domanda atroce: perchĆØ? PerchĆØ nessuno me lo ha mai spiegato?

4 Commenti

  1. Nessuno ce l'ha spiegato ma l'abbiamo capito bene, noi che non eravamo come le altre l'abbiamo capito meglio, piĆ¹ velocemente, piĆ¹ approfonditamente...
    noi che non andavamo a ballare, che non frequentavamo le feste, non avevamo facili amori, noi l'abbiamo capito subito, d'intuito, come se qualcuno un giorno ci avesse promesso un giardino di rose e poi improvvisamente avesse cambiato idea
    maliposa

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  2. illusione e dis-illusione... volare e stramazzare al suolo!
    si cresce molto in fretta, vero? forse troppo.
    giusi

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  3. Direi... tormento ed estasi!
    TORMENTO di quelle adolescenti come noi che non sono mai riuscite ad affogare l'agitarsi interiore del demone ruggente in fiumi di trucco ed in spire di voƬle.
    ESTASI di quelle che poi si sono accorte di aver da sempre intuito il segreto della vita e della crescita da crisalide a farfalla.
    Di quelle che, anche se nessuno l'aveva spiegato prima a parole, hanno capito con il cuore prima ancora che con orecchie e cervello quanto doloroso ma comunque potente e affascinante fosse il Mistero della vita e che (anche in premenopausa) sono in ascolto ed in attesa delle trasformazioni mirabili del mondo in noi e fuori di noi.
    Raffaella

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  4. La solitudine dell'imparare non ĆØ cosa da poco... infatti. Ma ripaga, forse, ampiamente e generosamente.
    Per apprezzare regali del genere bisogna essere state, forse, " ... adolescenti come noi che non sono mai riuscite ad affogare l'agitarsi interiore del demone ruggente in fiumi di trucco ed in spire di voƬle.". Grazie.
    Giusi

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