di Patrizia Lùperi
Giusi D'Urso per "la terza stanza"
Sentivo ogni granello di sabbia scivolare dal mio pugno chiuso e nel suo metallico stridore, di granello in granello, scemava la mia rabbia come evaporata al calore dell'estate. Era il mare che accoglieva la mia rabbia di adolescente ferita.
Lo adoravo, perchè non mi chiedeva niente e mi ascoltava, anche nel suo spumeggiare indomito, sembrava che stesse lì per me.
Arrivavo di corsa, in lacrime e mi lasciavo cadere a pancia in giù sulla battigia. Piangendo stringevo i pugni sulla sabbia umida, fino a far sbiancare le mie nocche e il grido che mi lacerava dentro cedeva l'energia alle mani, alle dita, e da lì alla sabbia.
La vita mi passava dolorosamente addosso, senza lasciarmi il tempo di contare i giorni, di raccogliere i miei sogni, di capire i miei disagi. Troppo veloce, tutto quanto era troppo veloce!
Ma è così, allora, che si cresce? E' così che ci si ritrova grandi e ci si chiede perchè mai nessuno ci ha spiegato che vivere è fatica, che ragionare è spesso doloroso, che accudire è mettersi alla prova?
La solitudine dell'imparare non è cosa da poco. La malinconia di non esser più bambini, la consapevolezza di avere pensieri grandi in grandi mani che devono smettere di prendere e cominciare a dare.
Tutto ha il suo fascino, tutto è perfetto una volta che si è compiuto. Ci siamo trasformati in adulti consapevoli. Va bene così, presumo. Ma resta la domanda atroce: perchè? Perchè nessuno me lo ha mai spiegato?
Sentivo ogni granello di sabbia scivolare dal mio pugno chiuso e nel suo metallico stridore, di granello in granello, scemava la mia rabbia come evaporata al calore dell'estate. Era il mare che accoglieva la mia rabbia di adolescente ferita.
Lo adoravo, perchè non mi chiedeva niente e mi ascoltava, anche nel suo spumeggiare indomito, sembrava che stesse lì per me.
Arrivavo di corsa, in lacrime e mi lasciavo cadere a pancia in giù sulla battigia. Piangendo stringevo i pugni sulla sabbia umida, fino a far sbiancare le mie nocche e il grido che mi lacerava dentro cedeva l'energia alle mani, alle dita, e da lì alla sabbia.
La vita mi passava dolorosamente addosso, senza lasciarmi il tempo di contare i giorni, di raccogliere i miei sogni, di capire i miei disagi. Troppo veloce, tutto quanto era troppo veloce!
Ma è così, allora, che si cresce? E' così che ci si ritrova grandi e ci si chiede perchè mai nessuno ci ha spiegato che vivere è fatica, che ragionare è spesso doloroso, che accudire è mettersi alla prova?
La solitudine dell'imparare non è cosa da poco. La malinconia di non esser più bambini, la consapevolezza di avere pensieri grandi in grandi mani che devono smettere di prendere e cominciare a dare.
Tutto ha il suo fascino, tutto è perfetto una volta che si è compiuto. Ci siamo trasformati in adulti consapevoli. Va bene così, presumo. Ma resta la domanda atroce: perchè? Perchè nessuno me lo ha mai spiegato?
Nessuno ce l'ha spiegato ma l'abbiamo capito bene, noi che non eravamo come le altre l'abbiamo capito meglio, più velocemente, più approfonditamente...
ردحذفnoi che non andavamo a ballare, che non frequentavamo le feste, non avevamo facili amori, noi l'abbiamo capito subito, d'intuito, come se qualcuno un giorno ci avesse promesso un giardino di rose e poi improvvisamente avesse cambiato idea
maliposa
illusione e dis-illusione... volare e stramazzare al suolo!
ردحذفsi cresce molto in fretta, vero? forse troppo.
giusi
Direi... tormento ed estasi!
ردحذفTORMENTO di quelle adolescenti come noi che non sono mai riuscite ad affogare l'agitarsi interiore del demone ruggente in fiumi di trucco ed in spire di voìle.
ESTASI di quelle che poi si sono accorte di aver da sempre intuito il segreto della vita e della crescita da crisalide a farfalla.
Di quelle che, anche se nessuno l'aveva spiegato prima a parole, hanno capito con il cuore prima ancora che con orecchie e cervello quanto doloroso ma comunque potente e affascinante fosse il Mistero della vita e che (anche in premenopausa) sono in ascolto ed in attesa delle trasformazioni mirabili del mondo in noi e fuori di noi.
Raffaella
La solitudine dell'imparare non è cosa da poco... infatti. Ma ripaga, forse, ampiamente e generosamente.
ردحذفPer apprezzare regali del genere bisogna essere state, forse, " ... adolescenti come noi che non sono mai riuscite ad affogare l'agitarsi interiore del demone ruggente in fiumi di trucco ed in spire di voìle.". Grazie.
Giusi
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