VOODOO



di Chiara Di Salvo


Voodoo, dal termine africano “vodu” ovvero “divinità”, “segno del profondo”, è una religione afroamericana considerata tra le più antiche del mondo.
Al contrario di come comunemente si ritiene, il Voodoo è una religione a tutti gli effetti, non è un “fenomeno” legato alla magia nera ed è dotato di un profondo corpus di dottrine morali e sociali, oltre che di una complessa teologia.
Diffusasi in varie aree del Continente Nero prima delle colonizzazioni europee, si è poi spostata nelle Americhe in seguito alla deportazione degli schiavi neri nelle nuove colonie. Risale proprio a questo periodo (tra il XVII e il XVIII secolo) la visione del Voodoo così come lo si può conoscere oggi: continuazione diretta della forma originale, la religione vuduista combina elementi tratti dall'animismo africano a concetti propri del cattolicesimo.
In relazione alla terribile situazione sociale in cui venivano proiettati a forza gli africani, il Voodoo rappresentò per gli schiavi uno spiraglio di luce nella disperazione della schiavitù: oltre al culto, era una fede comune che poteva farli sentire parte di una cultura valorizzata, nonché parte di una comunità. Infatti, tappa comune delle deportazioni africane era Haiti e proprio da lì partì la dura oppressione esercitata dal Cattolicesimo dei francesi presenti sull'isola. Proibendo loro qualsiasi culto all'infuori di quello cattolico con la minaccia della pena di morte, la Chiesa combatté strenuamente contro l'espressione religiosa africana fino a incitarne la descrizione come un insieme di superstizioni e magia nera e, a partire dal 1800 circa, venne presentato al mondo sotto una luce negativa, così come anche la cultura, la lingua e qualsiasi altro tipo di eredità africana.
Paradossalmente, mentre il Cattolicesimo veniva imposto con la forza sopra i riti e le credenze native, le divinità tribali presero le forme dei santi cattolici e i fedeli videro in questa fusione un progresso della loro fede.
Oggi nel Benin il Voodoo è riconosciuto in qualità di religione ufficiale dal 1996, praticata dai quattro quinti della popolazione ed amministrata da una Chiesa. Ad Haiti il Voodoo è stato riconosciuto come religione ufficiale nel 2003 e praticata da quasi tutta la popolazione parallelamente al Cristianesimo.
Molti film e libri hanno rafforzato le errate interpretazioni su questa religione, raffigurandola principalmente con false nozioni di cannibalismo e zombificazione.
Finalmente, una grande mostra sul Voodoo tenta di far conoscere questa realtà: la mostra, inaugurata al Museo Etnografico di Ginevra il 5 dicembre 2007, è ora al Museo Antropologico di Amsterdam fino al 10 maggio 2009. Da qui sarà trasferita al Museo della Cultura Mondiale di Göteborg e nel 2010 troverà spazio presso il Museo Etnologico di Berlino. Infine, nel 2011, sarà ospite del Űberseemuseum di Brema prima di tornare ad Haiti, dove le sarà dedicato un posto permanente nel nuovo museo.
Con più di 250 interessanti pezzi da una delle più importanti collezioni di Haiti (la raccolta Lehmann), l'esposizione mostra questi oggetti rituali e di accompagnamento come una parte della vita quotidiana di molti schiavi. Infatti una sezione della mostra è dedicata alle immagini e gli oggetti che risalgono ai giorni della schiavitù.
I reperti, attentamente raccolti dalla svizzera Marianne Lehmann nel corso di trent'anni di lavoro con l'idea di non far perdere le tracce del passato di questa religione e del suo articolato mondo, presentano chiaramente la creatività, la complessità e la flessibilità delle popolazioni africane nell'approcciarsi alla realtà e ai suoi problemi.
Bandiere ricamate, sculture, mummie, brocche decorate e specchi spesso hanno un significato sacro oppure rappresentano persone importanti poi decedute.
Ci si chiederà allora in quale realtà siano esistite od esistano le bamboline voodoo. In questa, poiché in tutte le religioni esiste un lato di energia negativa, anche in quella cristiana! Definito come “malocchio”, persino la Chiesa ne attesta l'esistenza con il termine di “maleficio”.
Si tenga presente che le religioni (monoteiste o animiste) proiettano l'uomo verso l'alto, verso l'assoluto; tuttavia è l'uomo, poi, che le “utilizza”, le divulga e, come spesso accade, le usa a proprio vantaggio.

Per info:
http://www.tropenmuseum.nl/smartsite.shtml?ch=FAB&id=5341

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