Effetto notte

di Vincenzo Jacovino





La crisi in corso sta creando una massa, sempre più consistente, di popolo invisibile. E’ l’effetto notte cinematografico che si espande a macchia d’olio però non se ne parla per evitare che si generi depressione nel cittadino.
E’ un comportamento alquanto paradossale a fronte di una realtà che denuncia la gravità, giorno dopo giorno, della situazione occupazionale nel Paese. Fatto sta che l’incremento dei cassintegrati e dei senza lavoro totali è destinato a premere minacciosamente sulla società intera e non ci saranno effetti notte o spot pubblicitari, contenenti speranze o altri consigli illusori, ad allontanare la crisi in atto e la povertà incipiente in fase diffusiva.
Ora è una povertà invisibile, ma per quanto ancora? Anche se per alcuni, come i cassintegrati, è una condizione temporanea non per durare a lungo, così pensano e si augurano gli interessati. Ma molti cassintegrati al ritorno dalle festività si sono ritrovati ancora senza lavoro e, forse resteranno in cassa integrazione molto più a lungo. Altra invisibilità, e l’effetto notte continua ad espandersi.
Purtroppo

…………; ronzano, quasi mai scomparse,
le ironie dei principi,

dei potenti e dei governanti che continuano, giulivi, a divulgare e diffondere quintalati di serenità e di consigli per gli acquisti. Certo non saranno i consigli per gli acquisti a far aumentare i consumi
o lo sfoggio di ottimismo che diffondono i governanti ad annullare la percezione o, meglio, la reale condizione di povertà crescente.
Se il lavoro latita i consumi e il tenore di vita si abbassano inesorabilmente e, quindi, l’arte di arrangiarsi si innalza esponenzialmente. Non c’è da meravigliarsi se ci saranno crimini da impoverimento. Tutto questo non suscita l’interesse né dei principi o dei potenti e men che mai dei governanti i quali continuano a far ronzare per l’aere le solite ironie, gli ingannevoli spot e le grevi e indicibili barzellette mentre al futuro molti giovani e meno giovani hanno già rinunciato.
Ma di questi governanti che non possiedono nemmeno la coscienza della povertà cosa farne?
Ignorarli, si e poi?
Inconsapevolmente, non si sa quanto però, essi gridano e incitano a gridare "morte alla crisi " per sottintendere "viva la crisi" perché in essa le maggiori e migliori opportunità sono nelle mani di chi sta bene, ultra bene.

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