Libertà di essere donne

di Valeria Del Forno

L’allarme sulla violenza sessuale nei confronti delle donne si è riacceso dopo i recenti episodi avvenuti nella capitale. Non c’è più tempo da perdere: è necessario un piano fondato sulla prevenzione e sulla repressione. Il Comune di Roma ha, infatti, indetto per giovedì 29 gennaio una seduta straordinaria del Consiglio comunale per discutere una serie di provvedimenti speciali per la "sicurezza" delle donne.
E’ ora che questo genere di reato vada punito come merita, con pene esemplari. Diversamente l’incubo non finirà mai.


Che cosa significa per una donna, tornando a casa la sera, essere costretta a guardarsi alle spalle con ansia mentre cammina? Che cosa significa per quella stessa donna divenuta prima ragazza, poi adulta scoprire che la società nella quale è cresciuta non può garantirle protezione e sicurezza?
Oggigiorno una donna non si sente più sicura quando esce di casa. Esagerazione? No, realismo.

Proprio la cronaca di questi giorni ha intensificato il clima di paura da parte del gentil sesso: altri due stupri a Roma, un'aggressione a Bologna e infine la comparsa su Facebook di un “gruppo” che incita alla violenza sessuale di gruppo.
Basta con la demagogia, con la politica degli annunci da parte del governo. L’allarme stupri si è riacceso per l’ennesima volta e non c’è più tempo da perdere.

Quello della violenza sessuale è uno dei problemi più drammatici della nostra società e tutti ci dovremmo fermare a ragionare. E' una questione da affrontare con determinazione e rigore.
Servono più forze dell'ordine, non importa se dell'esercito, della polizia, dei carabinieri o della forestale. Quello che bisogna fare e' dimostrare ovunque, anche nelle periferie delle metropoli, che è cambiato il modello di sorveglianza, che ci sono uomini a piedi che pattugliano. Il problema non è chi effettua il controllo, ma come lo si fa.

Se, però, a questo non è associata una legge ferrea non si potrà andare molto lontano. Di fronte a tale orrore occorre essere inflessibili: bisogna rendere impossibili nei reati sessuali gli arresti domiciliari ed intervenire con misure incisive quali condanne più severe.


VIOLENZA: PRIMA DI TUTTO UN FATTORE CULTURALE
E’ chiaro che la violenza ha una matrice di carattere culturale, legata alla cultura dello sballo, che avviene anche in contesti familiari e sulla quale si deve tempestivamente intervenire


MISURE DI SICUREZZA
E’ necessario un piano straordinario di contrasto alla violenza nei confronti delle donne fondato su due pilastri: la prevenzione, per poter evitare persino l’esigenza di reprimere, e la necessaria e rigorosa repressione secondo una severità che deve essere pari al torto, enorme, subito.

Prevenzione

Informazione. Non è possibile pensare alle donne come oggetto del divertimento. Nel 2009 è intollerabile sentire frasi come: ” se l’è andata a cercare, vestiva in modo provocante”. Non possono essere valide attenuanti una minigonna o un paio di jeans troppo aderenti, indossati dalla vittima al momento dello stupro.

E’ da ricordare che tutto comincia dalla volgarità del linguaggio: dalle parole si scivola al gesto e poi alla violenza.
Bisogna quindi evitare che questo accada prevedendo corsi di educazione nelle scuole per promuovere il rispetto della dignità e dei diritti delle donne.

Controllo sul territorio. Occorrono aiuti e risorse da parte del governo per rendere più vivibile il territorio, soprattutto in periferia.
I fronti sui quali il Comune di Roma si sta già muovendo sono l’illuminazione pubblica, il trasporto locale e la costituenda “Sala sistema Roma”.

Finora nella capitale sono stati realizzati 563 punti luce nelle aree di rischio e vi è un piano nel 2009 per giungere all’attivazione di altri 878 punti luce, così da arrivare a un totale di cinquemila punti luce, per un impegno economico di sei milioni e mezzo.

Sul versante del trasporto pubblico locale dopo l’omicidio Reggiani, a gennaio scorso erano stati individuati 136 punti critici. Gli interventi finora sono stati 31: verranno messe in bilancio le risorse e chiesti aiuti al governo e ad istituzioni per intervenire sui siti critici mancanti, in modo da intervenire con colonnine Sos, telecamere e illuminazione per migliorare questo lo stato di protezione del trasporto pubblico locale. Si dovrebbe fare anche uno sforzo per mettere del personale in divisa sui mezzi che circolano per le città.

Quanto alla ”Sala sistema Roma”- sala operativa prevista nel Patto per Roma sicura per garantire un coordinamento fra le centrali operative e di pronto intervento già esistenti e assicurare un maggiore controllo del territorio- guidata dal generale Mori, bisognerà superare le difficoltà di carattere burocratico che finora ne hanno ritardato la costituzione.

Immigrati e stupri: i dati contraddicono le strumentalizzazioni. Prima, però, d’illuminare le strade o sorvegliarle con le ronde, bisogna accendere le luci di casa, interrogarsi sulla qualità delle nostre relazioni, sul contatto che siamo in grado di avere e mantenere con le nostre emozioni, sul rapporto che abbiamo col nostro corpo e la nostra sessualità.
Solo così sarà possibile vivere relazioni soddisfacenti e liberarci dal flagello della violenza sessuale.

Le istituzioni e i media, infatti, distolgono l’attenzione dal fatto che la violenza contro le donne da sempre è compiuta da uomini, di qualunque nazionalità e classe sociale essi siano, spesso gli stessi familiari delle malcapitate.

Si tratterebbe per la maggior parte di uomini italiani. I dati ISTAT indicano, infatti, che in Italia il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia attuale o precedente ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner; se si considerano solo le donne con un ex partner la percentuale arriva al 17,3%. Solo il 24,7% delle donne ha subito violenze da un altro uomo.
Gli stupri e i tentati stupri sono commessi più frequentemente da amici (23,8%), conoscenti (12,3%), fidanzati o ex fidanzati (17,4%), mariti o ex mariti (20,2%), e solo in minima parte da estranei (3,5%).
Solo il 21% delle violenze sessuali avviene per strada e il 14% in auto; per il resto, a casa propria o di amici e parenti. E' evidente dai dati che gli stupri da parte degli extracomunitari costituiscono una esigua minoranza.

Considerando anche la distribuzione territoriale, altri dati (Consiglio Regione Lombardia) evidenziano che valori più elevati si hanno per le residenti nel Nord-est, nel Nord-ovest e nel Centro: Nord-ovest 34,5%, Nord-est 35,5%, Centro 35,9%, Sud 26,8%, Isole 24,3%.

E pensare che siamo stati tenuti allo scuro di questi dati: la politica e le istituzioni non hanno mai dedicato alcun “consiglio straordinario”al fatto che le donne in Italia subiscono violenze o vengono uccise da familiari, ex o conoscenti nel 90% dei casi , perché vorrebbe dire ammettere che c’è un intero sistema sociale ed economico che sfrutta le donne e cerca di controllare le loro vite con la “cultura”dello stupro.
Non potendo espellere i nostri connazionali che commettono violenze ai danni delle donne, ci chiediamo quali provvedimenti s'intenda invece prendere per tutelare tutte le donne, la maggioranza, che subiscono violenze da italiani.

A Roma i numeri sono diversi: il 35% delle violenze è commesso da italiani e il 31% da romeni. Questo accade perché nella Capitale e nei dintorni c'è una forte concentrazione di immigrati, in prevalenza romeni, che lavorano onestamente ma tra loro si mischiano gruppi criminali. In questi centri l'emergenza è più forte. Lo ha detto il ministro dell'Interno Maroni, spiegando il piano del governo per far fronte al problema. "Dopo il censimento, smantelleremo i campi abusivi e creeremo quelli attrezzati", ha aggiunto. In Italia devono rimanere coloro che hanno un lavoro e che sono in regola.

Repressione

La banca dati del Dna come arma "fondamentale" per contrastare gli stupri. Intervenendo al dibattito sull'allarme stupri, Luciano Garofano, comandante del reparto Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Parma, ha osservato che, oltre ad invocare militari e telecamere, occorre non trascurare l’utilità della banca dati del Dna.
Inconsapevolmente, una violenza sessuale lascia una vasta offerta di tracce e tale pratica sarebbe fondamentale per intervenire su questo tipo di reati e, oltretutto, anche meno dispendiosa.
Garofano ha aggiunto: ”Ci siamo trovati di fronte a diverse violenze sessuali, anche di gruppo, e abbiamo fatto centinaia e centinaia di confronti, risolvendo i casi magari dopo un anno o due dai fatti quando i soggetti erano pregiudicati". Per ora l'istituzione della banca dati nazionale del Dna ha ricevuto l'approvazione al Senato lo scorso 22 dicembre.

Politica sociale di assistenza. Facciamo un po’ di conti. L’indagine dell’Istat, durata ben cinque anni e basata su un campione di 25.000 donne ha dato risultati agghiaccianti: il 91,6% degli stupri non viene denunciato, il 96% delle ingiurie fisiche subite dalle donne per mano maschile passa sotto silenzio. Lo dichiarò pubblicamente nel 2007 l’allora Ministro dell’Interno Giuliano Amato: sono 1 milione 250 mila le donne che in un anno hanno subito violenze di vario tipo in Italia. Questo per quanto riguarda le violenze fisiche, ci sono poi quelle psicologiche e anch’esse possono fare molto male.

È di particolare importanza, quindi, non abbassare la guardia e tentare tutte le strade per aiutare chi, per reagire, ha bisogno di essere presa per mano. Sono moltissime coloro che subiscono in silenzio soprusi quotidiani e non hanno la forza di denunciare le violenze. Da qui la necessità di prevenire. A tale scopo, Codici- Centro per i Diritti del Cittadino- associazione nazionale impegnata da oltre vent’anni nella tutela dei diritti dei cittadini- ha attivato lo «Sportello Tutela Donna» con un telefono-amico attivo 24 ore su 24 7 giorni su 7. Risponderà il "Pronto intervento donna" per dare ascolto, conforto e un aiuto concreto attraverso una tutela psicologica e legale al fine di cercare le soluzioni ai problemi e di accompagnare le donne nel loro percorso.
Come ha sottolineato il segretario nazionale Ivano Giacomelli sarà "fondamentale la tempestività della risposta e la capacità di instaurare un rapporto di fiducia". A questo scopo lo staff si compone di psicologhe, medici, avvocati, operatrici di controllo. Il sostegno sarà diretto su fronti diversi, dalla separazione in situazioni di conflittualità e disagio psicologico, a casi di vera e propria violenza. Dopo l’ascolto, eventualmente, si procederà all’intervento dell’esperto, per esempio con la tutela giudiziaria dei diritti della vittima (e la possibilità del patrocinio gratuito per le indigenti) e con un colloquio nella sede dell’associazione.

Giovedì 29 gennaio: nuovi provvedimenti a Roma. Il Comune di Roma ha indetto per giovedì 29 gennaio, dalle ore 16, una seduta straordinaria del Consiglio comunale per discutere una serie di provvedimenti speciali per la "sicurezza" delle donne.

Ci auguriamo che stavolta cambi qualcosa. Troppo spesso, infatti, ogni volta che si verificano fatti così aberranti, si riapre a destra e sinistra il dibattito sulla necessità di innalzare le pene previste, ma dopo la solita levata di scudi tutto torna come prima.

I gravi episodi degli ultimi giorni ci dicono che non e' più possibile rimandare: purtroppo ogni giorno un carnefice colpisce dritto al cuore la sua vittima, come una pugnalata inferta da un migliore amico, aprendo una ferita che non si rimarginerà mai.

E cosa dire di Lei, non importa se tua amica, tua compagna, tua moglie, tua figlia, tua sorella, o tu stessa, che quell’episodio lo vivrà sino alla fine dei suoi giorni. Non potrà mai definitivamente cancellare, seppur supportata dal miglior amore e da cure superiori, l’orrore subito.

Il pensiero, tremendo, potrà essere alleviato solo dalla certezza che alla fine giustizia è stata fatta, oltre lo scontro politico, cercando di superare tutte le barriere per raggiungere un comune obiettivo: una giustizia che non può diventare cieca e indiscriminata come la furia di chi ha colpito.

2 Commenti

  1. Prima dovrà cambiare il modo di guardare alle donne e alla loro capacità di "fare", di crearsi una loro identità... dopo arriverà tutto il resto. Ma io credo che, purtroppo, siamo ancora molto lontani.
    Grazie per aver scritto di questo.

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  2. E’ chiaro che la violenza ha una matrice di carattere culturale, legata alla cultura dello sballo, che avviene anche in contesti familiari e sulla quale si deve tempestivamente intervenire


    Scusa, cosa centrerebbe la cultura dello sballo con la violenza carnale?
    E' chiaro cosa? Per chi? Come fa una matrice di carattere culturale ad avvenire in un contesto familiare? la Matrice culturale si forma in famiglia, a scuola, nei talk show televisivi, ma sicuramente non è un qualcos che può avvenire.


    Poi...Non è possibile pensare alle donne come oggetto del divertimento. Nel 2009 è intollerabile sentire frasi come: ” se l’è andata a cercare, vestiva in modo provocante”. Non possono essere valide attenuanti una minigonna o un paio di jeans troppo aderenti, indossati dalla vittima al momento dello stupro.

    Ecco, altro errore di fondo, pudoratamente maschilista e misogeno. La donna è un oggetto, è considerata un oggetto, ma proprio grazie a e stessa e a determinati comportamenti.
    Una quindicenne ubriaca che si fa spogliare da 4 amici e poi dice di non ricordarsi nulla e questi finiscono in carcere per stupro (già a casa e di nuovo a scuola, tranne uno) non è vittima di un abuso sessuale, è vittima di mancanza di moralità, mancnza di cervello e di educazione, perchè a 14 anni non è normale bere come dei cammelli e NON RICORDARSI NIENTE.
    Impostare un dicorso sulla violenza sulle donne in questi termini sicuramente non è costruttivo, anche perchè l'argomentazione è decisamente carente.
    Elisa Castelli
    P.s leggendo il titolo della rubrica in questione, IL FATTO... Spero che il buon Biagi non si rivolti nella Tomba. Mai citazione fu meno adatta

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